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Magali

Magali
giovedì 14 novembre 2019
Lo confesso spesso non riesco a mettere in pratica queste perle di saggezza, però leggere mi aiuta a riflettere e a comprendere gli errori che commetto, gli espedienti che potrei adottare per vivere meglio, la via per capire me stesso e gli altri. Vi lascio, quindi, alla perla odierna.

Perla 45 - Non lanciare dardi
Provare dolore fisico e mentale è inevitabile punto per usare una metafora di Buddha, i dolori inevitabili della vita sono i suoi "primi dardi". dopodiché noi aggiungiamo insulti alle ferite con le nostre reazioni, con il modo in cui reagiamo ai primi dardi.Inoltre è cosa comune avere reazioni sconvolgenti quando in realtà non è accaduto niente di così veramente negativo.
Qualche volta, in maniera ancora più assurda, reagiamo negativamente addirittura eventi positivi. Forse qualcuno ti ha fatto dei complimenti e tu hai provato sentimenti di inadeguatezza e di mancanza di valore oppure ti hanno offerto un'opportunità al lavoro e tu sei ossessionata dalla paura di non saperla gestire; ancora, qualcuno ti propone di approfondire la vostra amicizia e tu ti preoccupi di deluderlo.
Tutte queste reazioni sono "secondi dardi", quelli, cioè che noi lanciamo contro noi stessi. Includono reagire in modo esagerato a piccole cose, covare rancore, giustificarsi, affogare nel senso di colpa dopo aver imparato la lezione, rimanere attaccati alle cose molto tempo dopo che sono accadute, perdere la prospettiva, preoccuparsi di cose che non possiamo controllare.
La vita ti lancia dardi a sufficienza sufficienza, senza doverci aggiungere quelli lanciati da te stesso!
Come
Accetta accetta l’inevitabilità dei primi dardi. Fanno male, ma il dolore è il prezzo del vivere. Cerca di non lasciarti offendere dal dolore, come se fosse un affronto o di provare imbarazzo come se fosse un fallimento personale.
Quando sopraggiunge un dolore, diluiscilo in uno spazio ampio di consapevolezza. Con una metafora tradizionale, immagina di versare un grosso cucchiaio di sale in una tazza d'acqua e poi berla: che schifo! Immagina, poi di sciogliere quello stesso cucchiaio di sale in una grande zuppiera di acqua pulita: adesso non è poi così male. E’ la stessa quantità di sale, ma questa volta è contenuta e diluita in un contenitore più grande. Vedi se puoi accettare il dolore permettergli di esistere senza reagire ad esso; questo è un aspetto chiave, segno di una pace interiore incondizionata.
Osserva ora i secondi dardi. Sono spesso più facili da vedere, quando sono le altre persone a lanciarli contro se stesse; contemporaneamente considera il modo in cui sei tu ad “dardeggiare” te stesso. Gradualmente Porta la loro consapevolezza nel momento presente così da poter vedere proprio l'istante esatto in cui nasce questa inclinazione a lanciarli; questo punto blocca lì, prima di iniziare a ferirti ancora una volta.
un secondo Dardo scatena reazioni mentali a cascata, come un macigno che rotola giù da una montagna facendole cadere, a catena, molti altri. Per fermare la frana inizia a rilassare il tuo corpo come meglio puoi.
Cerca poi di vedere quanti più aspetti ti è possibile della situazione che ti ha preoccupato in quel dato momento, e maggiori aspetti della tua vita in generale, soprattutto le parti che invece a dispetto di tutto stanno andando bene.
Non cercare altre ragioni per preoccuparti, criticare te stesso o sentirti maltrattato!
Quando scagli i secondi dardi, considera che la persona che verrà maggiormente ferita sarei proprio tu. La sofferenza provocata dai secondi dardi che va da media a forte, non è veramente necessaria. Come dice il proverbio il dolore è inevitabile, ma la sofferenza è facoltativa.

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