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Lettori fissi

Magali

Magali
lunedì 30 settembre 2019
I parigini, vi assicuro non si voltano a guardare le belle donne, non notano neanche come sei vestito (potresti andare in giro in pigiama e non se ne accorgerebbero): una volta in centro città ho incontrato in un grande magazzino una donna elegantissima con pedicure perfetto assolutamente scalza e nessuno ci faceva caso, io, al contrario, mi guardo sempre intorno sicuramente ala ricerca di qualche scatto. Come questa foto di venerdì: Parigi 17 gradi, ma vi assicuro non faceva assolutamente freddo ero sul bus e scorgo questa ragazza: capelli, cappotto e sandali (naturalmente senza calze): controsenso🤣. Sperando di avervi strappato una risata vi auguro Buona Settimana!



domenica 29 settembre 2019
Uno scatto di una cara amica, una gita indimenticabile, grazie Frédérique😘 e Buona Domenica a tutti voi!
Une photo d'une chère amie, un tour inoubliable, merci Frédérique😘 et Bonne Dimanche à tous!
sabato 28 settembre 2019
Questa fa parte delle ricette "dimenticate": per quanto riguarda l'impasto con queste dosi vengono due pizze da 22 cm di diametro di io ho fatto solo una pizza (essendo sola e beata😊) e l'altra metà dell'impasto l'ho surgelata e ho fatto la seconda che vedete. Ho utilizzato anche della farina ai cereali che ha donato morbidezza all'impasto.
Pizza vegetariana 1 e 2
Ingredienti per due pizze da 22 cm:
per il lievitino:
50 g di farina T45 (la nostra farina 00)
5 g lievito di birra
acqua q.b.
per la pasta:
50 g di farina ai cereali
100 g di farina T45 (la nostra farina 00)
acqua q.b.
un pizzico di sale
per la farcitura prima pizza:
4 zucchine piccole
1 spicchio d'aglio nuovo
formaggio di pecora (della consistenza della feta)
olio extra vergine di oliva
per la farcitura seconda pizza:
mozzarella
pomodoro fresco
cipolla rossa
2 zucchine piccole (vedi prima pizza)
basilico
olio extra vergine di oliva

Preparazione:
mescolate le farine.
Sciogliete in mezzo bicchiere di acqua tiepida il lievito di birra e mescolarlo a 100 g di farina e fate riposare per 30 minuti. Impastate la restante farina con il sale e il lievitino. Continuate ad impastate e per rendere l’impasto morbido aggiungete dell’acqua tiepida quanto basta. Formate una palla, mettetela in un’insalatiera, incidente una croce sopra e spolverizzatela di farina, coprite con un canovaccio. Avvolgetela in una coperta e mettetela a lievitare al caldo. Io preparo l’impasto la mattina e lascio lievitare fino a sera, ma se volete dopo circa due ore la pasta sarà già pronta.
Affettate le zucchine con la mandolina e fatele saltare in padella con poco olio e lo spicchio d’aglio intero per pochi minuti.
Per la seconda pizza eliminate la pelle dei pomodori e tagliateli a tocchetti e fateli sgocciolare, così pure tagliate la mozzarella a dadini e fatela ben sgocciolare. Pelate e affettate finemente la cipolla con la mandolina.
Sbriciolate il formaggio tipo feta.
Stendete l’impasto nelle teglie, io ho usato la carta forno spolverizzata di farina.
Farcite la prima pizza con zucchine, “feta” e un “giro” d’olio.
Farcite la seconda pizza con pomodoro, mozzarella, cipolla e basilico un “giro” d’olio.
Infornate in forno preriscaldato Fate cuocere in forno a 240° per 5 minuti circa se non fate pizze troppo spesse.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

venerdì 27 settembre 2019
Girovagando per Saintes Remy de Provence in questa piazza
Ho scorto attaccato ad un lampione
Questa poesia e mi sono resa conto che in ogni angolo possiamo scorgere inaspettatamente il bello.

Parole che non significano nulla
Ti scriveró parole che non significano nulla
Soffocherò le tue lacrime nel profondo delle nostre risate
E io faró di te la mia unica principessa
Così che per sempre questo bellissimo amore non cessi

Andró a raccogliere fiori in luoghi inaccessibili
Cancelleró per te la polvere delle bibbie
Accenderò fuochi che non si spegneranno
E il mio cuore nel tuo cuore e i miei passi nei tuoi passi

Inventerò per te un universo completamente diverso
Fatto di blu e tanto oro, di platino e di verde
Costantemente rinnovato per il tuo corpo e i tuoi occhi
Cancellerò il male, la cattiveria e l’orrendo

Ti apriró la fiamma sull’eternità
Affinché per te ci sia solo estate
Sole splendente, sentimenti reali
Poiché per me sei il mio amore, la più bella

                                                      Maurice Morel
                                          Il poeta di St. Remy de Provence
giovedì 26 settembre 2019
Sembra che, soprattutto, le ultime perle calzino perfettamente a me, siano consigli preziosi per il mio vivere, come d'abitudine la condivido sperando sia utile anche a voi!
Perla 38 - Non ti allarmare
Fondamentalmente, per sopravvivere, tutti gli animali, compresi noi essere umani, devono continuamente cercare di:
  • separarsi dal mondo;
  • stabilizzare numerosi sistemi dinamici nel corpo, nella mente, nelle relazioni e nell’ambiente;
  • ricevere ricompense ed evitare situazioni che li possano danneggiare.
Il problema risiede nel fatto che ognuna di queste strategie è in palese contraddizione con le situazioni che si avvicendano nell’esistenza:
  • tutte le cose sono connesse le une alle altre, quindi è fondamentalmente impossibile separare se stessi e dal mondo;
  • tutto cambia, dunque, è altrettanto impossibile mantenere le cose stabili nel corpo, nella mente, nelle relazioni o nell’ambiente;
  • le ricompense sono spesso effimere, costose oppure al di fuori della nostra portata e alcune situazioni sono inevitabili,quindi, è impossibile pensare di poter trattenere il piacere per sempre e rifuggire completamente il dolore.
Suona un allarme tutte le volte che una di queste strategie si innesca, cosa che accade molte volte al giorno proprio a causa delle contraddizioni tra la natura dell’esistenza e le strategie che dobbiamo mettere in atto per sopravvivere. Gli allarmi al di sotto della soglia di consapevolezza creano un sottofondo di malessere, irritabilità, eccesso di cautela e pessimismo; quelli di cui, invece, siamo consapevoli a livello cosciente sono portatori di forte disagio emotivo e spesso fisico come ansia rabbia o dolore intenso. 
Non sottovalutare lo stato d’allarme presente, sia pure in sottofondo, nel tuo corpo e nella tua mente. Esso è diventato congenito e incessante, perché inerente alla continua collisione tra i bisogni della vita e la realtà dell’esistenza. 
Mentre questo stato di allarme una grande risorsa per marappresenta una grande risorsa per mantenere vivi gli animali affinché questi possano andare oltre i loro propri geni, non è altrettanto positivo per la tua salute, né lo è per il tuo benessere, le tue relazione o le tue ambizioni. I segnali di minaccia, sono spesso sproporzionati rispetto a ciò che sta realmente accadendo. Segnali del genere ti tarpano le ali, ti fanno agire con eccessiva cautela e rimanere un omuncolo attaccato al "noi" e che teme il "loro". 
Dobbiamo, quindi, affrontare le minacce reali e gli eventuali danni reali, ma mettere fine ai falsi allarmi.
Come
Diventa alleato di te stesso: “Sono stanco di avere paura senza motivo“. Riconosci che numerosi segnali di allarme non sono affatto campanelli di allarme: sono semplicemente una sorta di rumore sgradevole, senza significato e non rilevano pericoli reali.
Accetta il fatto che qualche volta possono accadere cose negative che ci possono essere incertezze, programmi che non vanno in porto o eventi spiacevoli e impara a convivere con il fatto che non li puoi evitare. Quando arriverai a sentirti in pace riguardo a questo, allora smetterai di voler controllare, per paura, tutto ciò che non puoi, in realtà, controllare. 
Gli allarmi possono suonare, ma la tua consapevolezza e le tue intenzioni sono molto più grandi, come il cielo che comprende le nuvole e le fa apparire piccole. In effetti, gli allarmi e le paure sono contenuti in uno spazio più ampio, il quale è privo di paura. Vedi ora chiaramente questo mondo che procede a zig-zag, che va su e giù, e sei in pace mentre lo osservi. Cerca di tornare più volte durante il giorno a questo livello di apertura di cuore e di assenza di paura.
mercoledì 25 settembre 2019
La cadenza di questi luoghi del sud della Franca mette gioia nel cuore: la erre ben marcata, il pronunciare la vocale finale anche quando non si dovrebbe, la “parlata” larga, “ça va?” appena ti incontrano, “ciao, ciao” quando ti salutano, il tutto sempre accompagnato da buonumore e risate.
Gente “godereccia” che, pur avendo problemi e vissuto dolori, vive il presente e profit du moment.
Per questi ed innumerevoli altri motivi mi piace vivere qui: amo ridere fragorosamente, scherzare e, soprattutto, diffondere granelli di "bene" che vengono ricompensati ampiamente, perchè tornare a casa e trovare sul tavolo della mia terrazza un contenitore con la soupe des legumes au pestò, una fetta di tarte aux mirabelles😊, lasciatemi dalla mia vicina durante la mia assenza, oppure andare dal panettiere per comprare una fetta di flan e ricevere in omaggio una fetta di tarte tropezienne😋, non ha veramente prezzo😍, perchè per il resto c'è Mastercard.😁
Scusate la foto serale con cell! 😉
martedì 24 settembre 2019
Ho letto questo libro
Tutto ruota intorno ad un quartiere dell’Upper West Side, vicino a Central Park a New York, ed ai suoi abitanti. Le vite di Jody, Polly, George, Simon, Everett, Doris e di altri ancora si incrociano, newyorkesi dai trent’anni in su accomunati da una profonda solitudine che, alcuni di essi, cercano di combattere con la compagnia di un cane. Questi personaggi ci mostrano una grande mela fatta di piccole cose come il pranzare al ristorante vicino casa, il parco gelato in inverno, il caldo afoso d’estate, le passeggiate con i loro cani … Beatrice un’anziana pitbull bianca che vive con Jody, una quarantenne un po’ frustrata, Howdy ritrovato abbandonato nell’appartamento proprio dalla nuova inquilina Jody, che assorbirà la sua vita e quella di suo fratello George che andrà a vivere.
La quotidianità in una metropoli, rapporti che nascono proprio grazie all’avere un compagno di vita peloso, realtà narrate dall’autrice che potrebbero appartenere ad un’altra qualsiasi altra grande città. Un libro in apparenza leggero, che trasuda solitudine, insoddisfazione, incertezza, amore, paure, ansie, gioie, piccoli entusiasmi vissuti intensamente dai personaggi che si avvicendano nella narrazione ed alla fine non puoi che affezionarsi a tutti loro, perché ti immedesimi nei frammenti della loro vita, nei loro dubbi e alla fine senti di appartenere, anche un po’ tu a New York.
Come d’abitudine vi lascio alcuni stralci:
Di recente non aveva sorriso molto. Si sentiva giù di corda, come avrebbe detto sua madre. Aveva lavorato sodo per tutta la vita e continuava a farlo, ma si annoiava. Terrorizzava i giovani chimici che lavoravano per lui e ne era lieto: guardarli chinare la testa e borbottare i risultati delle loro scoperte, le loro domande e perfino i loro nomi in preda a una tremula confusione era un modo di combattere la noia. Quando un cinquantenne è annoiato, si dice che sta attraversando la crisi della mezza età. Gliel’aveva fatto notare Leslie, la sua ragazza. “No” aveva risposto Everett. “La noia è semplicemente mancanza di immaginazione.”
E non appena le parole gli erano uscite di bocca si era reso conto che era vero, che la sua immaginazione si stava spegnendo, e oltre che annoiato si era sentito depresso.

Polly credeva che il mondo fosse pieno di promesse. Se ogni tanto si confondeva convincendosi di essere l’autrice di quelle promesse, di essersi inconsapevolmente impegnata a raddrizzare tutto ciò che andava storto intorno a lei, non dobbiamo fargliene una colpa. Era come se udisse la propria sonora voce adulta lanciare la parola d’ordine e, come una bambina, vi obbediva. Se, come una bambina, non esaminava la parola in questione, non dobbiamo dimenticare che Polly poteva spendere un’intera busta paga settimanale per una carta da lettera stampata a mano e a volte al lavoro non portava il reggiseno. Era giovane, e quando le sue decisioni le si ritorcevano contro ne era sempre sorpresa ma mai sconfitta.

Le giunchiglie erano coloratissime e fresche e brillavano al sole a migliaia, ancora bagnate dal piovasco mattutino. Le forsizie traboccavano dai muretti dei ponticelli di pietra. Il profumo di terra bagnata le faceva lacrimare gli occhi dalla gioia. La primavera era tornata! Gli alberi erano ancora spogli, ma gli uccelli erano arrivati da qualche parte, in viaggio per qualche altra destinazione, e cantavano dai rami. Polly camminava verso casa insieme ad altri uomini e donne in abiti da lavoro e scarpe da lavoro, tutti sedotti dalla primavera profumata, tutti intenti a far oscillare allegramente le loro ventiquattrore.

Aveva mancato Jody per pochi minuti. Anche a lei piaceva uscire di soppiatto prima che il caldo la scovasse: questo era il modo in cui descriveva la cosa. Gli altri proprietari di cani li salutavano, si fermavano a fare due chiacchiere, e anche se Jody nella maggior parte dei casi ignorava i loro nomi trovava che quegli incontri avessero una loro curiosa intimità

«Buongiorno!» le gridò.
Lei si guardò intorno, confusa.
Forse, al suo ritorno, Emily avrebbe parlato in italiano a quella donna. Everett non vedeva l’ora che tornasse. E quando avesse saputo cos’aveva fatto sua madre... Sua madre aveva fatto quello che nessuna madre poteva fare impunemente, e l’aveva fatto per una ragione che nessuna figlia poteva rispettare. Aveva dato via la gatta di famiglia quindicenne perché il successore, come Everett aveva scelto di chiamarlo, era allergico.

C’erano così tante bottigliette, così tanti tubetti, così tante spazzole, vasetti e astucci da toilette. Gli piacevano i profumi che fuoriuscivano dalla doccia di Jody, l’odore di fresco che associava a lei. Ma la schiera di contenitori di plastica sul bordo della vasca da bagno e quelli incastrati negli angoli gli parevano eccessivi.
Ciò malgrado, quando non era con lei sentiva la sua mancanza. Avrebbe voluto averla senza le bottigliette, senza la sua predilezione per la carne rossa che lui non mangiava, senza le sue occasionali sigarette, senza il suo bisogno di esercitarsi diverse ore al giorno con il violino, cosa che distoglieva la sua preziosa attenzione da lui. Ma anche con quegli inconvenienti la voleva, ed era ragionevolmente sicuro che l’avrebbe avuta.

lunedì 23 settembre 2019
Per un bel po' di giorni avro' internet con il contagocce, nulla accade mai per caso, chissà! Vi lascio al post di oggi augurandovi buona settimana.
Girovagando per Nimes sono stata attratta dalla vetrina di questo ottico! Bizzarri, stravaganti, importabili! Ce n'è per tutti i gusti!
Occhiali strani ne abbiamo?😆

domenica 22 settembre 2019
Ieri primo giorno di autunno e io lo interpeto con questo scatto casuale (purtroppo avevo solo il cell) di una mattina di agosto e vi auguro
Buona domenica!

sabato 21 settembre 2019
Questa torta è stata mia compagna nella solitudine😂, non avevo molte prugne, in realtà ne occorrono di più per coprire interamente il fondo dello stampo.
Torta di prugne
Ingredienti per uno stampo di diametro cm 24:
200 g di farina T45 (la nostra 00)
1 cucchiaino di lievito
50 g di zucchero
250 g di ricotta
1 vasetto di yogurt greco bianco da 125 g
1 uovo
1 cucchiaino raso di bicarbonato
1 pizzico di sale
1 pizzico di vaniglia
6 prugne rotonde rosse (ne servono di più)
burro per lo stampo

Preparazione:
imburrate bene lo stampo (lo stampo non deve essere a cerniera) e sul fondo mettete 50 g di zucchero. Lavate, asciugate le prugne, tagliatele a metà, privatele del nocciolo e tagliate una fettina da ongi metà in modo da eliminare la pelle. Ricoprite il fondo con le fette di prugna.
Setacciate la farina con il lievito, aggiungete lo zucchero, la vaniglia, il bicarbonato, il sale mescolate bene, poi l’uovo e lo yogurt, la ricotta e amalgamate il tutto.
Mettete l’impasto nella una tortiera dove avete già preparato le prugne, livellatelo bene.
Fate cuocere in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti. Tirate fuori dal forno, fate raffreddare.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

venerdì 20 settembre 2019
Ecco un'altra "stilhelga/helgata": la mia amica Yvonne (grazie!!!) mi ha dato questo vestito, perchè a lei era un po' stretto, solo che purtroppo aveva due buconi di questo tipo, io ho subito raccolto la sfida.
Io mi sono messa con santa pazienza con del filo trasparente di nylon ho cercato di ripararli e questo è il risultato (il dito indica il buco anteriore😉).
giovedì 19 settembre 2019
Sono sincera mettere in pratica le perle è arduo, soprattutto se si vive a contatto con altri umani😆, io leggo attentamente quella settimanale e, come in questa, mi ci ritrovo e per lo meno per sette giorni faccio attenzione! Ve la "lascio" sperando sia utile anche a voi.

Perla 37 - Occupati delle cause
Partiamo dal presupposto che tu voglia  avere un albero di mele tutto tuo: vai in un vivaio scegli un buon albero lo porti a casa e lo pianti con cura con grandi quantità di fertilizzanti in un ottimo terreno. Poi lo innaffi regolarmente, togli i parassiti e lo poti. Se continui a occuparti del tuo albero in pochi anni molto probabilmente esso ti darà una buona quantità di mele deliziose. Ma puoi obbligarlo a far crescere le mele? Non puoi, tutto quello che puoi fare è occuparti delle cause, ma non puoi controllare i risultati. Nessuno può farlo. Nemmeno la persona più potente al mondo può costringere un melo a produrre mele. Tutto quello che possiamo fare è promuovere le cause per ottenere i risultati che desideriamo.
Questa verità comporta due implicazioni: 
  • sei responsabile per le cause delle quali puoi prenderti cura; se nella tua vita non stai ottenendo i risultati sperati chiediti: “Sto veramente facendo tutto quanto è ragionevolmente in mio potere per promuovere le cause dei risultati attesi?”
  • Puoi lasciare andare l’attaccamento ai risultati. Quando comprendi che molto di ciò che determina il verificarsi o meno dei risultati attesi non sta nelle tue mani, ti preoccupi di meno del fatto che avvengano e sicuramente soffrirai in misura minore qualora non si verifichino. 
Paradossalmente focalizzarsi meno sui risultati e più sulle cause migliora le probabilità di ottenere ciò che desideri: se ti concentri sulla cura dei fattori che conducono al successo, non ti sfinisci con lo stress dei risultati.
Come
Fai tutto ciò che è in tuo potere per aumentare il tuo benessere personale. Questo è il primo fattore che alimenerà, con forza tutte le cause delle quali ti occupi. Scegli una cosa che aumenterà il tuo benessere concentrati su di essa per un po’.
Prendi in considerazione, inoltre, un’area importante della tua vita dove non stai ottenendo risultati che vuoi come ad esempio il lavoro, la vita amorosa, la salute, il divertimento o la spiritualità. In quell’area identifica una causa che potrà avere grandi effetti. Ad esempio in un ammasso di tronchi trasportati dalla corrente di solito vi è un tronco “chiave” ossia quello che, se spostato, libererà a tutti gli altri.
  • Dì la verità a te stesso riguardo le cause e i risultati: stai perseguendo le giuste cause per i risultati che desideri? Oppure stai tirando con grande sforzo una corda (una causa) che non è attaccata saldamente al carico che stai cercando di spostare (il risultato che vuoi)? Forse hai bisogno di occuparti di altre cause, magari a un livello più profondo, come lasciare     andare dei dubbi su te stesso o liberarti di paure che derivano dalla tua infanzia. O forse il risultato che vuoi ottenere è al di fuori del tuo potere e devi semplicemente accettare questo dato di fatto. 
  • Lascia che i risultati siano quelli che sono, impara da essi, e poi rivolgi la tua attenzione di nuovo alle cause. Non permettere a te stesso di rimanere talmente preso dalle mele che vuoi raccogliere da dimenticarti di innaffiare l’albero.
mercoledì 18 settembre 2019
"Paese che vai usanze che trovi" e, spesso, qui in Camargue si usa così, passeggiare per le vie del villaggio scambiando quattro chiacchiere a cavallo e tutto contribuisce a rendere questo posto speciale! Pensate che l'altro giorno sono andata dalla veterinaria e in attesa c'era pure un cavallo!

martedì 17 settembre 2019
Ho letto questo libro
Per me la Nothomb rimane un’incognita: i libri che riesco a leggere mi piacciono molto, mentre altri mi arresto alle prime pagine e non riesco ad andare avanti. Questo rivela il suo stile conciso, diretto, quasi dissacrante perché inizia mettendo in discussione il rapporto tra madre e figlia, solitamente di infinito amore, qui invece basato sulla gelosia della prima in quanto la bellezza della piccola Diane potrebbe mettere in ombra quella di Marie, colei che la generata.
Imperniato principalmente su rapporti femminili in cui vedono sempre coinvolta in prima persona Diane e sua madre, Diane e la sua dolce e acuta amica Elisabeth, Diane e il suo mentore l’egoista arrampicatrice Oliva, Diane e la figlia di quest’ultima …
Principalmente la storia di Diane che, nonostante, un’inizio di vita doloroso dirige la sua esistenza verso il bene decidendo, a soli unidici anni, di diventare cardiologa.
In poche pagine la Nothomb fa emergere i sentimenti più gretti dell’essere umano: la gelosia, la rivalità che si manifestano con manipolazioni insinuose e, all’inizio, difficili da individuare.
Il finale è agghiacciante, ma non poteva essere differente, perché se lo si “guarda” a fondo tutto il libro lo è, ma la vita, a tratti, è così.

Vi lascio alcuni stralci:
Era dunque quello il senso, la ragion d’essere di ognuna delle nostre singole vite: se ci troviamo qui, se siamo disposti a sopportare così tante prove, se facciamo lo sforzo di continuare a respirare, se riusciamo ad accettare tutta quella noia, è per conoscere l’amore.

Per farla breve, la gelosia si basava su un’ossessione che non riguardava unicamente le donne. Era tutto abbastanza
complicato. Tanto più complicato se si considera il fatto che il fine supremo della gelosia consisteva nell’essere guardata con invidia sia dagli uomini che alle donne: curiosamente là non c’era più discriminazione.

– Ma vedo che le mie osservazioni non le interessano troppo – osservò Olivia. – E lei, perché ha scelto cardiologia?
– È successo in due tempi. A undici anni ho deciso che avrei studiato medicina, perché avevo incontrato un medico straordinario. Quanto alla
cardiologia, la avverto: la mia motivazione le sembrerà del tutto stupida.
– La ascolto.
– C’è una frase di Alfred de Musset che mi ha lasciato molto turbata: ‘Colpisci il tuo cuore, è là che il genio risiede.’

– Ma non vi parlate mai?
– Neanche i miei genitori si parlavano. Le volte in cui lo facevo notare a mia madre, lei mi rispondeva: ‘Tesoro mio, siamo sposati da trent’anni. Cosa vuoi che ci diciamo?’ Ho semplicemente messo in pratica questa abitudine un pochino prima di loro.

“La stupidità consiste nel voler concludere” ha scritto Flaubert. Una condizione che non si verifica raramente, dal momento che nelle liti, in genere, un imbecille lo si riconosce subito dalla sua ossessione di avere sempre l’ultima parola.

lunedì 16 settembre 2019
Non mi arrendo alla fine dell'estate, non mi arrendo al grigio, non mi arrendo alla tristezza ...
Mi impegno con tutte le mie forze a far sì che ogni giorno sia ricco di colore, quindi se continuerete a vedere foto che sanno d'estate, non prendetemi per folle, il motivo è solo che tutto questo sa di vita! E...
Buona settiamana a tutti voi!

domenica 15 settembre 2019
Uno scatto, che per me, sa di poesia ... Buona Domenica a tutti voi!

sabato 14 settembre 2019
Praticamente una ricetta pappata e postata😉😁E' stata la mia cena di ieri, ne ho portato una parte ai miei vicini e come ho detto a Yvonne sono obbligata a condividere, perchè per me è troppo! Ringrazio tanto Yvone per il suo ringraziamento e collage su FB😘 e per essermi sempre vicino con il cuore. Noi siamo sulla stessa lunghezza d'onda: riservate, ma presenti.😘
C'était mon dîner d'hier, j'en ai apporté une partie à mes amis / voisins et comme j'ai dit à Yvonne, je suis obligée à partager😉😂, car pour moi c'est trop! Je remercie infiniment Yvone pour ses remerciements et ses collages sur FB.😘 et pour etre toujours a coté de moi avec son coeur. Nous sommes sur la même longueur d'onde: reservées, mais présentes!😘

Tortino di fine estate
Ingredienti per una teglia di 25x15 cm:

400 g di fagiolini
4 uova
150 di formaggio di capra fresco
4 cucchiai circa di parmigiano grattugiato fresco
1 cucchiaio di senape
20 g di pinoli
30 g di mandorle tritate
menta fresca
sale

Preparazione:
preriscaldate il forno a 180°.
Pulite i fagiolini e fateli cuocere al dente in abbondante acqua salata. Scolateli e poi una volta raffreddati, tagliateli a tocchi di circa 2 cm.
In una terrina sbattete le uova ed unite il formaggio di capra e due cucchiai di parmigiano, poi aggiungete la mostarda, le mandorle tritate e le foglie di menta sminuzzate, regolate di sale. Aggiungete i fagiolini e mescolate bene il tutto.
Fate tostare in padella i pinoli.
Mettete il composto in una teglia foderata con carta forno, spolverizzate con il restante parmigiano e distribuite i pinoli.
Infornate e fate cuocere per 30 minuti.
Potete servire caldo, tiepido o freddo.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
venerdì 13 settembre 2019
Per tutta l'estate ho fatto delle piccole rinunce come non prendere il caffè o fare colazione al bar o comprarmi un giornale e quello che non spendevo lo mettevo da parte. Biglietti di piccolo taglio e tanti spiccioli e questo è il risultato.
Tutto cio' non mi è pesato e alla fine ho raccolto 150 € e, proprio nel giorno della festa delle associazioni,  ho deciso di donare il barattolo a "La patte sur le coeur" che si occupa dei gatti randagi del paese: facendoli, sterilizzare, nutrendoli e curandoli. Pensate che tutto il lavoro è svolto, principalmente, da Marie Claude coadiuvata, soprattutto in estate, dalla figlia Frederique. I gatti sono tantissimi, tra i vari luoghi del paese dove sono dislocati credo siano più di un centinaio, quindi  l'impegno è costante e quotidiano, sono veramente instancabili e so che il mio piccolo contributo finisce veramente in buone mani!
Concludo, come d'abitudine, con la consapevolezza che questo mio gesto non cambierà sicuramente il mondo ed è veramente un infinitesimo nell'universo, ma mi ha dato la possibilità di donare un po' di felicità e sono convinta che le mie amiche hanno compreso di quanto io apprezzi il loro operato fatto di tenacia e amore.
Voglio rassicurarvi sul fatto che la mia mano è molto migliorata e l'autore peloso dell'insano gesto è stato intrappolato e ha dovuto dire addio ai suoi zebedei!
Eccomi con Marie-Claude la presidentessa dell'associazione e, diventata, mia cara amica.
giovedì 12 settembre 2019
Vi lascio la perla odierna che mi coinvolge molto. Buona lettura.
Perla 36 - Accetta i limiti della tua influenza
La perla della scorsa settimana si riferiva la capacità di esercitare l'influenza che hai,  cioè fare quello che puoi per cambiare determinate situazioni. Non puoi cambiare il passato e nemmeno questo momento presente, ma il futuro sì. Non hai il potere di far accadere nulla, se non sono presenti i prerequisiti necessari.
Se da un po’ di tempo batti spesso la testa contro il muro, e ora di smettere, città ciò che è e vai avanti.
Come
In generale, quando dobbiamo affrontare determinati fatti che non possiamo cambiare chiediamoci: ”Posso accettare che questa è la realtà, che mi piaccia o meno?“
Comprendi che accettare non significa approvazione, acquiescenza, perdono incondizionato o fare finta di niente. Significa semplicemente affrontare i fatti, incluso quello che la tua influenza è limitata.
In maniera più specifica, considera le seguenti riflessioni.
  • Rivedi un evento della tua vita che ti ha creato problemi. Vedi se puoi accettarlo come qualcosa che è accaduto, che ti piaccia o meno, proprio come parte reale di un insieme più ampio e che, soprattutto, alla lunga avrà effetti probabilmente più positivi.
  • Considera un aspetto del tuo corpo della tua personalità che non ti piace. Dì a te stesso con sincerità fino a che punto può arrivare il tuo cambiamento e decidi con chiarezza il tipo di scelta che farai realmente.
  • Porta alla mente una persona che si è rivelata determinante per la tua vita. Ci sono state situazioni nelle quali hai cercato di influenzare o di cambiare quella persona, senza che questo funzionasse? A tale riguardo quali sono i limiti della tua influenza che hai bisogno di accettare? 
  • Prendi in considerazione ora qualcosa che volevi che accadesse che non si è verificato. Erano realmente presenti le condizioni necessarie perché si verificasse quanto desideravi? Se così fosse allora resta fermo nel progetto e sii paziente, ma se così non fosse, se le condizioni non sono presenti, allora prendi seriamente in considerazione la possibilità di dirigere le tue speranze, i tuoi sforzi in un’altra direzione.
mercoledì 11 settembre 2019
Sabato scorso si è svolta la
Sabato 7 settembre tutte le associazioni del paese si sono riunite sulla piazza principale preparando un banchetto per raccogliere fondi attraverso la vendita di oggetti, libri, T-Shirt e tanto altro.
Associazione della gioventù
I pompieri
Club Santoise delle bocce
Salvataggio in mare
Era presente anche  la mia preferita 😻
Il sindaco è passato a salutare tutti i partecipanti.


martedì 10 settembre 2019
Non sono solita fare due post di seguito su cose che mi succedono, ma questa, accaduta ieri sera, non vedevo l'ora di raccontarvela.

Ritorno epico della serie "capitano tutte a me" e se arrivate a leggere fino in fondo vi fate due risate😄
Giungere a Saintes Maries de la mer senza auto non è molto comodo, non vi è una stazione ferroviaria e vi è una sola linea di bus che la collega con Arles. Questo, ovviamente, dal punto di vista poetico è molto affascinante, in quanto rimane un po' "un'isola", ma all'atto pratico andare o venire dall'Italia senza le quattro ruote è abbastanza arduo e in treno visti le ore di attesa dei cambi è improponibile. Da quest'anno ringraziamo Santo Flixbus, perchè ha istituito una nuova rotta Nimes-Torino, ovviamente bisogna arrivare fino alla località di partenza che dista circa 55 km da Saintes. Per farla breve: avendo una sola auto mio marito ha preferito lasciarla a me per averla a disposizione in caso di emergenza visto che me ne capita sempre una😂 (vedi il recente fatto mano a salsiccia😁), io avrei preferito affidarmi alla massima di NM "faccim e' cuorn", ma lui ha insistito così l'ho accompagnato a Nimes alla partenza del bus delle 21.15, ovviamente, visto che le giornate si sono accorciate, sono tornata a casa con il buio.
Ad un certo punto della strada avrei dovuto svoltare a sinistra, solo che non ho ancora capito come fare a sentire ad alto volume (che avevo al massimo) le indicazioni di google maps sul cellulare e, quindi ho mancato la svolta (vi confesso che non si vedeva proprio nu cazzariello), avendo percepito di aver toppato, mi sono fermata in una rientranza per consultare il cellulare, ho avuto conferma della mia svista e mi sono rimessa nella carreggiata alla ricerca di una rotonda per poter tornare indietro. Procedevo alla velocità consentita, quando una moto mi supera, lampeggianti azzurri, il braccio destro si alza e mi intima di fermarmi. Do' un'cchiata allo specchietto retrovisore e vedo ben altri due poliziotti😲😲. Siamo arrivati in colonna ad un'altra rientranza e lì ci siamo fermati. Tiro giù il finestrino e  subito mostro il mio documento di identità e la patente e lì ha inizio l'interrogatorio: "Da dove viene?", "Cosa è andata a fare?" "Dove va?" Ho risposto a tutte le domande e ho spiegato che mi pareva di aver sbagliato strada. E uno dei tre imperterrito prosegue con l'interrogatorio "Ma è in vacanza?", "Dove abita?" (ma non solo il paese, proprio l'indirizzo ... e io avrei voluto dirgli "ma che so' bugiarda?") gli ho recitato l'adresse e lui non contento prosegue: "Da quanto tempo viene qui?". Poi con la pila guardano sul sedile posteriore e vedono il trasportino di the Queen (ne ho uno all'antica bello grande che sembra una gabbia) e mi chiede "Cos'è?" Non paghi di cio', mi chiedono di aprire il bagagliaio della macchina, io scendo lo apro e dentro c'era il trasportino di Magali, una borsa con dentro altre borse della spesa, una lettiera da viaggio che tengo per le emergenze e una borsa rigida per surgelati. Il colmo è stato quando mi chiede di aprire quest'ultima😱, che ovviamente non ritornando da fare la spesa era vuota. Non credo abbiano capito fosse una ghiacciaia, la guardavano stranita. Alla fine uno esclama "Ma lei ha un sacco di gabbie!". Io con santissima pazienza, gli spiego che la mia casa è di 42 metri quadrati e il mio bagagliaio funge da ripostiglio per le cose ingombranti che non uso abitualmente". Hanno guardato pure sotto l'auto😵 continuando ad armeggiare con le loro torce.
Alla fine ho spiegato che volevo tornare indietro per riprendere la strada che non avevo visto e loro mi hanno detto che dovevo andare avanti, ho dovuto assecondarli e ho allungato di 30 km😲
Finalmente, avendo trovato tutto in regola, non avendo commesso infrazioni, mi hanno dato il permesso di andare e il primo pensiero che mi si è affacciato alla mente è stato: "Ma ho proprio la faccia da delinquente!"😧 e poi subito dopo è giunto il seguente:"Oppure ho incontrato tre koglioni?" (scusate il francesismo, ma non trovavo termine più calzante!)
 Ho riportato i fatti esattamente come si sono svolti, lascio a voi libera interpretazione😂
lunedì 9 settembre 2019
La storia sarebbe lunga, la faccio breve: sabato mattina ho cercato di prendere un gattone, quasi domestico, per farlo sterilizzare. Solo che lui si è spaventato e mi ha morsicato la mano destra. La foto risale a ieri (quindi il giorno dopo il morso).
Ho dolore a piegare le dita, non posso neanche aprire una bottiglia, perchè non riesco a fare forza, ma, per fortuna porto sempre con me una scorta di medicine, visto i miei epici spostamenti, e ho subito seguito i consigli preziosi e tempestivi di un'amica, che ringrazio molto, in modo da iniziare subito una cura. Ci vorrà tempo e ho dovuto, per questo, avendo solo una mano "buona" a disposizione, rinviare il mio rientro a Torino. 
Vi racconto tutto questo, perchè mi fa riflettere sul fatto che, alla mia veneranda età, agisco impulsivamente, senza pensare. Questa non è un'helgata, ma di più una vera minkiata, scusate il francesismo, ma rende benissimo il concetto.
La riflessione si è ampliata al fatto di come, spesso, entro nella spirale dell'indecisione, mi affanno e, poi, gli eventi prendono il sopravvento e la scelta diventa obbligata.
E poi ho rivalutato il fatto di quanto siamo fortunati ad avere a disposizione i nostri arti! In questi giorni tutto il poco che riesco a fare con la mano destra mi provoca un dolore atroce, non riesco ancora a distendere tutte le dita ... e non vedo l'ora che tutto riprenda a funzionare come prima.
Anche scrivere al pc è difficoltoso, ma non potevo mancare il nostro appuntamento ... perchè voi non lo sapete, ma il ritrovarvi (qualcuno c'è) per me è importante e della vostra presenza vi ringrazio, perchè voi ci siete, io ci sono!

domenica 8 settembre 2019
Da questo angolo al limitare del paese, un tramonto con lo sfondo del simbolo della Camargue formato dalla croce, il cuore e l'ancora, vi auguro
Buona Domenica!

sabato 7 settembre 2019
Io adoro i fichi e sono fortunata, perchè la veterinaria qui ne ha due immensi e mi accorda il permesso di raccoglierli.
Ecco la ricetta di questa torta, che ho fatto qualche settimana fa ed è stata gradita. La pasta brisé la potete comprare confezionata, io ho preferito farla in casa, qui sotto trovate tutte le indicazioni.
Fichezia
Ingredienti er uno stampo di 24 cm di diametro:
per la pasta brisée:
100 g di farina
50 g di burro
3,5 cl di acqua
1 cucchiaio di zucchero
1 pizzico di sale
per la farcitura:
1 cucchiaio abbondante di polvere di mandorle
1 cucchiaio raso di Maizena
1 cucchiaio di zucchero di canna
6 fichi maturi
un po’ di latte e zucchero di canna

Preparazione:
per la pasta brisée: nel robot mettete la farina, il burro freddo di frigo, l’acqua fredda, lo zucchero e il sale. Avviate alla massima potenza e nel giro di pochi minuti si formerà una palla. Avvolgete nella pellicola alimentare e mettete in frigo fino al momento di utilizzare.
Preriscaldate il forno a 200°.
Mescolate la polvere di mandorle, lo zucchero e la Maizena.
Lavate e asciugate bene i fichi, privateli del peduncolo e tagliateli in tre fette un po’ spesse.
Dividete il miscuglio mandorle, zucchero e Maizena sulla pasta, lasciando un bordo libero di circa 3 cm.
Disponete i fichi sulla pasta e spolverizzate con un cucchiaio di zucchero.
Ripiegate il bordo della pasta suii fichi.
Spennellate il bordo con il latte e lo zucchero di canna.
Infornate per 30 minuti circa.
A cottura ultimata togliete dal forno e fate raffreddare su una griglia.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

venerdì 6 settembre 2019
Se avete piacere di scoprire meglio Les Saintes Maries de la mer, per vedere il video del comune CLICCATE QUI
giovedì 5 settembre 2019
Dedico la perla odierna ai molti che si prodigano per gli altri che, forse disperdono le loro energie in direzioni, scopi e obiettivi fallimentari in partenza, semplicemente perchè non possiamo influire su tutto, non possiamo pretendere che gli altri facciano tesoro dei nostri errori, quindi dobbiamo fare un passo indietro ridefinire i nostri traguardi, i cammini in cui le nostre energie ci daranno un giusto premio, semplicemente perchè sono strade in cui il cambiamento è possibile. Mi metto in cima alla alla lista, perchè vi assicuro che non bisogna arrivare al punto di non avere più energie per se stessi, perchè è inutile e ingiusto. Buon cammino cari amici e ricordate di fare quello che potete nella direzione giusta😘
Perla 35 - Fai quello che puoi
Alcuni ricercatori hanno dimostrato che nei cani è incredibilmente facile produrre un' “impotenza appresa“, però, successivamente, portarli a disimparare la loro passività impotente richiede un training di gran lunga maggiore. Lo stesso accade con gli essere umani. Anche noi, infatti, possiamo imparare facilmente sviluppare un' “impotenza appresa“ molto difficile da disimparare. Pensa ad alcune situazioni in cui ti sei sentito pressato da forze esterne e come questo ti abbia influenzato. L’impotenza appresa favorisce la depressione, l’ansia, pessimismo, uno scarso senso del valore di sé, nonchè minore motivazione a sforzarsi per raggiungere gli obiettivi.
Immagina un cerchio contenente le situazioni in cui hai influenza e un altro che contenga quelle che invece ti preoccupano. Nell’area in cui i due cerchi si sovrappongono vi è un luogo fertile dove tu puoi fare realmente la differenza rispetto a quelle situazioni che sono importanti per te.
Qualche volta vi sono cose che ci stanno veramente a cuore, ma che tuttavia non possiamo cambiare personalmente. Non sto dicendo affatto di ignorarle o di restare indifferenti, dovremmo, invece focalizzarci su quello che possiamo realmente fare e renderci conto che cercare di controllare le cose che sono al di fuori del nostro campo di azione ci farà piantare i semi dell’impotenza, causandoci sofferenza e minando la nostra capacità di esercitare l’influenza reale che abbiamo. Chiedi a te stesso come distogliere il tuo tempo, il tuo denaro, la tua energia, la tua attenzione, la tua preoccupazione da situazioni senza sbocco e come spostare tutte queste risorse dove veramente potrebbero fare la differenza. Poi fai un inventario dei punti di forza principali, delle altre risorse che possiedi. Il tuo raggio di influenza reale, probabilmente, è molto più ampio di quanto pensi!
Considera quanto potresti attingere da queste risorse per compiere azioni efficaci e benefiche che non hai mai fatto prima o che addirittura, non hai nemmeno preso in esame. In particolare, pensa ad azioni che potresti fare interiormente, nella tua mente, Per provare a cambiare il mondo o il tuo corpo. Infatti, di solito, la mente rappresenta il luogo dove puoi esercitare la maggiore influenza, dove i risultati sono più durevoli, dove hai anche le maggiori opportunità di efficacia e le maggiori possibilità di disimparare i meccanismi di “impotenza appresa“. Ad esempio potresti impegnarti per spingere le tue reazioni emotive verso una direzione migliore in maniera permanente o sviluppare maggiore consapevolezza e cordialità. Tutto questo, infatti, è completamente alla tua portata. 
Fai che questa frase diventi il tuo punto di forza “Fai quello che puoi, con quello che hai, nel tempo a disposizione, nel luogo dove sei“.
Questo è qualcosa che tutti noi possiamo fare.
mercoledì 4 settembre 2019
Ho visto questo film in Francia
"Yesterday" di Danny Boyle regista di molte opere, le più famose Trainspotting, The millionaire, Steve Jobs.
In "Yesterday" l protagonista Jack Malik è un magazziniere in un supermercato che, al contempo, cerca di tentare la carriera di cantante, ma con scarsissimi successi. In seguito a un blackout mondiale ha un incidente in bicicletta e uscito dall'ospedale si ritrova con i suoi tre amici del cuore che lo incitano a cantare loro una canzone e lui intona proprio "Yesterday" e loro si emozionano in maniera toccante e Jack si rende conto che non conoscono i Beatles. Tornato a casa inizia a fare ricerche in internete e vede che il quartetto di Liverpool non è assolutamente conosciuto, come se non fosse mai esistito.
Inizia così a ricordare tutte le parole e gli accordi delle loro canzoni, a cantarle al punto di diventare famoso e cantare persino nei concerti di Ed Sheeran (anche lui partecipa al film).
Non è un musical, nè la biografia dei Beatles, ma una "dichiarazione" d'amore al gruppo e durante la proiezione sono riproposti i loro più popolari successi, non vi svelo il finale, ma vi esorto ad andare a vederlo, in Italia uscirà il 26 settembre, è divertente, è un tuffo nel passato pur rimanendo nel presente e un messaggio per le nuove generazioni per far conoscere loro gli unici, gli inimitabili "Beatles".
martedì 3 settembre 2019
Oggi vi parlo di questo libro
"I gemelli di Piolnec" di Sandrine Desombes: il prologo rivela la sparizione dei gemelli Solene e Raphael, di soli undici anni, nell’agosto 1989 a Piolnec, in Vaucluse, una regione del sud della Francia, dove si sta svolgendo la festa dell’aglio. Tre mesi più tardi Solene viene ritrovata morta, vestita con un abito bianco e una coroncina di fiori, senza segni di violenza ed appare come un angelo. I poliziotti tra cui Jean Wimez iniziano le ricerche per trovare il colpevole e l’altro gemello ancora in vita, ma purtroppo la ricerca risulta vana e questo diventerà il fardello di Jean per tutta la vita, anche quando andrà in pensione sarà ossessionato da questo caso irrisolto.
Trent’anni più tardi la storia si ripete, alti bambini spariscono a Piolnec dalla stessa scuola frequentata in passato dai gemelli. Da qui nasce una psicosi e una caccia al colpevole inizia per il capitano Julien Fabregas, indaga sui casi e non vuole assolutamente commettere gli errori di Jean e si avvale, appunto, della sua collaborazione risvegliando in lui tutti i ricordi opprimenti che pesano sulla sua coscienza.
Altro personaggio sempre presente, oltre a Jean e a Fabregas, nello scorrere del romanzo è Victor il padre dei gemelli, che nel corso di questi anni ha perduto i suoi figli e la moglie suicidatasi anni dopo. A questi si intrecciano le vite di altri personaggi sempre descritti con arguzia e maestria.
Questo libro si rivela un vero thriller psicologico, Sandrine Destombes cattura il lettore, attraverso i suoi capitoli corti lo avvince nel proseguire creando una cornice affascinante dalla quale è difficile sottrarsi e l’unica soluzione sarebbe leggerlo tutto d’un fiato.
Mi è piaciuto molto lo stile di scrittura, la suddivisioni in capitoli brevi e a sé è molto comoda se non si legge il libro tutto in una volta, sono riuscita a comprendere l’epilogo quando sono giunta alla lettura dell’80% del libro, per quanto mi riguarda pur piacendomi, l’ho trovato un po’ angosciante per i risvolti psicoanalitici.
lunedì 2 settembre 2019
Era da tempo che non esternavo le mie riflessioni e vorrei condividere questo post con molte mie amiche.
Odio la fine ... L'estate che se ne va, gli addii ... 
Mi ritrovo un po' spenta, perchè intorno a me tanto dolore, insofferenza, dispiacere, insoddisfazione, mentre io desidero, voglio, pretendo, sì avete letto bene pretendo leggerezza, risate, colore ... perchè respiro, sono viva ed è un'offesa al mondo trascorrere il tempo a disposizione senza tutto cio'.
Non so, se avete notato, (non accuso nessuno e mi metto in cima alla lista), ma si parla solo di problemi ... e ke palle! 
Mi sono resa conto, parlo ovviamente solo ed esclusivamente a titolo personale, che al di là dell'età che si ha, bisogna avere un obbiettivo da raggiungere ed impegnarsi per questo. Più si vive staticamene, peggio è, perchè come diceva NM, l'ormai nota famosa filosofa dei poveri, "Meno fai e meno faresti" oppure, per ovviare al mal di vivere, bisogna muoversi, viaggiare, avere contatti.
Si io, proprio io, che fin da piccola ero proprio un orso, per il mio carattere scontroso, adesso, pur amando e ricercando la solitudine, mi rendo conto che uscendo, avendo scambi con il prossimo (sono molto riservata, ma attacco bottone anche con i sassi) sto molto meglio, penso di meno e incontro gente simpatica. 
Stravolgo la mia teoria della solitudine ad oltranza? Non lo so, unica certezza è l'essere pervasa da un'inquietudine che mi spinge al cambiamento ... puo' darsi che come ne "L'alchimista" iniziero' un viaggio metaforico o reale per ritrovarmi, consapevolmente, al punto di partenza, ma adesso sono spinta dall'impulso di "colorare" diversamente l'ordinario, perchè, credetemi, è possibile.
A riprova di cio' vi lascio zucchini gialli e melanzane bianche, fornitemi dai miei verdurieri tailandesi, e ricordate che tutto puo' succedere!😁
domenica 1 settembre 2019
Ottima Domenica e buon inizio mese a tutti voi!

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