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Magali

Magali
giovedì 31 maggio 2018
Nella metropolitana di Parigi, avevo notato questa pubblicità
A Parigi è uscito a fine dicembre ed è rimasto a lungo nelle sale cinematografiche, a Torino solo due giorni. Kedi, che in turco significa gatto, è un film documentario su Istanbul dove i gatti vivono liberi e sono amati ed accuditi da tutti. Vivono praticamente tra due mondi quello domestico inteso come negozio, officina, porto, casa e quello errabondo, perché girovagano indisturbati per le vie della città. Gli abitanti sono convinti che i gatti portino energie positiva, allevino (il congiuntivo del verbo alleviare è uguale al verbo allevare) lo stress e per questo sono molto amati.
Una delle frasi iniziali del documentario è emblematica: “Istanbul perderebbe una parte della sua anima se non ci fossero più i gatti”.
La regista è Ceyda Torun che con questa sua opera dichiara apertamente il suo amore per questa città e per i magici felini. Per fare le riprese hanno impiegato tre mesi, tanta pazienza e una telecamera adattata per poter filmare ad “altezza” micio. (Le immagini seguenti sono tratte da internet).
Oltre a vedere tantissimi scorci della città e innumerevoli suoi abitanti pelosi, la storia è incentrata su sette gatti.
Bengü - la "femme" fatale

Sari - la despota

Aslan Parçasi – il cacciatore

Psikopat - la psicopatica

Deniz - il mondano

Gamsiz - il giocatore

Duman - il gentleman
Chi ama i gatti  non può che commuoversi nel vedere le vite di questi mici strettamente legate a quelle degli esseri umani, le esistenze si intrecciano fino a diventare quotidiani compagni di vita dalla proprietaria di un negozio di abbigliamento, a un pescatore, agli operai di un officina, al padrone di un ristorante, al pensionato che ha superato un forte esaurimento nervoso iniziando a nutrire i gatti randagi arrivando ad occuparsi di 40 gatti al giorno, che arrivano quando lui li chiama ed a tutti ha dato un nome. Sono ottanta minuti di pura magia, non importa le disponibilità che hai, donare a una persona come ad un animale, non può far altro che alimentare il grande circuito dell'amore. 
Chi desidera vedere il trailer può cliccare QUI.

mercoledì 30 maggio 2018
Questa fotografia l'ho scattata nella metropolitana parigina. Se non si ha fretta, ci sono sempre tanti manifesti da guardare, pubblicizzano libri, spettacoli, fiere, a volte vi sono anche delle vere e proprie esposizioni. 
Mi ha colpito molto la frase: "Possiamo essere felici quando mentiamo a noi stessi?". Io odio le menzogne, le omissioni, i nascondimenti, praticamente le balle, quindi non mi sognerei di mentire a me stessa. Riconosco, però, che questa frase va intesa in senso lato: spesso più che dire bugie a noi stessi, pur essendo coscienti della realtà che ci circonda e non ci piace, mettiamo la "testa sotto la sabbia", facciamo finta di non vedere, cerchiamo di non pensarci, ma lo facciamo esclusivamente per poter sopravvivere. Non sempre si abbiamo la possibilità di cambiare, di fuggire oppure non abbiamo le forze o la voglia ed allora cerchiamo solo di respirare ed andare avanti, volgendo lo sguardo verso qualcosa di bello che ci può dare serenità e carica per proseguire. Un tempo, con molti anni di meno sulle spalle, l'avrei definita vigliaccheria, oggi che il fardello è diventato pesante, non sono più la donna del bianco e nero, semplicemente, perchè ... la vita ha cinquanta sfumature di grigio 😉😄

martedì 29 maggio 2018
Non amo leggere i periodici italiani, ma ho una vicina di casa che cortesemente me li “passa” ed io a mia volta li “passo” a mia sorella, avevo sottomano il settimanale “Gioia” della scorsa settimana e ho dato un’occhiata e tra le lettere a Barbara Alberti c’era questa che vi riporto integralmente:

“sono un tipo all’antica, anche se sono nato nel 1980. Ho una bella moglie innamorata che vede solo me, e questo mi inorgoglisce. Ma sono un uomo che si guarda intorno. Lavoro nella moda, tentazioni tante. Le sono fedele di fondo, ma ogni tanto mi permetto qualche scappatella. Flirt, mai cose importanti, e sto attento a non farmi scoprire. Queste boccate d’aria che mi prendo giovano anche a lei, perché mi rendono più smart a letto; lei ha la massima fiducia in me naturalmente non sa niente, altrimenti credo mi lascerebbe. Immagino che nel vostro covo di femministe la cosa sia malvista, però è la realtà. Si dice che le mogli si accorgono sempre quando sono tradite, ma è una bella: io sono sempre affettuoso e pronto, perché dovrebbe sospettare? Donna che non sa, donna felice. E lei, che sembra tanto sicura di sé, è certa di non essere mai stata tradita senza accorgersene!
                                                                   Un bravo marito
Per questo "bravo" marito tronfio, ottuso, egocentrico, non voglio sprecare parole, perchè non merità il mio tempo, mi auguro solo che al suo fianco ci sia una "brava" moglie.
Provo una grande tristezza per quest'umanità di cui faccio parte e, soprattutto, chissà quanti "bravi" mariti ci sono in giro!
lunedì 28 maggio 2018
In questo post vi avevo parlato delle piccole cose che ci stupiscono, che ci ricodano quando eravamo piccoli e siccome chi mi conosce sa che sono stramba e fuori come un balcone mi sono fatta scattare questa fotografia e scommetto che tutti direte:"Lo facevo pure io!"😊
domenica 27 maggio 2018
Da quando il blog è diventato un appuntamento quotidiano, involontariamente e praticamente acuisco i miei sensi e la macchina fotografica è sempre mia fedele compagna.
Girovagando nel village Montmartre a Parigi, sempre con gli occhi all'insù, ho notato quest'insegna, che mi ha troppo divertito e non potevo che condividerla. 😉
 
sabato 26 maggio 2018
Qui il tempo continua ad essere bizzarro, quindi qualche giorno fa ho ancora potuto accendere il forno. Un'ennesima versione della pasta matta, questa volta con farina manitoba, la mia versione preferita rimane quella integrale.
Io adoro i cipollotti e quindi non potevo non utilizzarli per questa torta che come sempre è buona, la mia cucina lo sapete è essenzialmente casalinga, ma cerco sempre di preparare piatti diversi.
Torta matta con zucchini e cipollotti
Ingredienti per uno stampo di cm 23x16
per la pasta:
250 g di farina manitoba
125 ml di acqua
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
per il ripieno:
2 zucchini
4 cipollotti
250 g di ricotta
1 uovo
formaggio emmental grattugiato
erbe di Provenza
olio di oliva
sale

Preparazione:
per la pasta matta: in un recipiente mettete la farina, il sale e l’olio e aggiungere, poco per volta l’acqua finchè non si otterrà un impasto elastico, ma non troppo compatto. Avvolgere la pasta matta nella pellicola e fatela riposare per almeno 30 minuti.
Pulite i cipollotti, tagliarli nel senso della lunghezza e farli rosolare in padella con poco olio e sale.
Pulite e tagliate gli zucchini a dadini, salatele e fateli cuocere per qualche minuto.
In un recipiente mescolate la ricotta, il formaggio, l’uovo, le erbe di Provenza, aggiungete gli zucchini e amalgamate bene il tutto.
Stendete la pasta matta in una sfoglia sottile, rivestite una tortiera precedentemente foderata con carta forno, bucherellare la pasta con i rebbi di una forchetta e mettete dentro il composto a base di ricotta e zucchini, poi sopra i cipollotti.
Infornate in forno preriscaldata a 180° per 45 minuti. Lasciare raffreddare e servire.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
venerdì 25 maggio 2018
Ringrazio la mia amica Bruna che mi ha segnalato questo articolo che merita proprio di essere letto. Cito la fonte e concordo con ogni sillaba scritta da questa ragazza, sono affermazioni giuste e, spesso, noi donne continuiamo a sottovalutarci ed accontentarci, senza comprendere pienamente il nostro valore.

Trovatevi uno così.
Uno che non sappia trattenersi dal mordersi il labbro quando vi vede arrivare.
Fosse anche la milionesima volta che vi vede arrivare.
Fosse anche in mondovisione mentre vi vede arrivare.
Uno che se ne freghi di tutti. Vi guardi negli occhi. E si morda il labbro pensando che siete sua.
Trovatevi uno così. Uno “So lucky”
Sì, perché è proprio questo che ha detto Harry a Meghan, quando lei lo ha raggiunto all’altare.
“I’m so lucky”
Che tradotto suona tipo “Sono davvero fortunato”
Già. Amiche mie. Il principe di Inghilterra. Un multimilionario. Che potrebbe avere ogni donna del mondo ad un solo schiocco delle falangi reali, vede la donna che ama e le dice “Io sono davvero fortunato (ad averti con me)”
E allora a me sono venuti in mente tutti quegli uomini che trattano le loro donne come colf del Guatemala. Quelli che, non si capisce per quale logica e secondo quale criterio, ritengono che siano fortunate le donne a cui rivolgono parola, quelle che degnano di uno sguardo e, tanto più, quelle che decidono di portarsi a letto o ancora, apriti cielo e vengan giù Gesù e tutti gli Arcangeli a far da testimoni, addirittura di sposare!!! E poco importa se le donne che sposano siano ingegneri, dottoresse, madri e lavoratrici insieme a tempo pieno o quelle che se il tempo non c’è se lo inventano, fisiche aerospaziali o geni della finanza, top model o premi Nobel. Secondo certi uomini quelle donne dovranno gridare al miracolo e definirsi graziate dagli Dei per il solo fatto di averli accanto.
Non si sa perché. Non è dato saperlo.
Cosa vedano nel loro specchio, cosa gli abbiano fatto credere le loro madri tra un pacco di plasmon e una vacanza studio pagata , cosa trovino di così speciale nelle loro mutande, quando si svegliano la mattina e assonnati vanno a fare pipì, per credere di meritare tutta questa riconoscenza al Signore da parte delle loro donne, ci risulterà sempre un mistero insondabile più di quello dei teschi di cristallo.
Uomini così esistono. E poi esiste anche Harry.
Che invece, da Principe D’Inghilterra, sente di essere “So lucky”, perché ha la sua Meghan a fianco.
“So lucky” anche se lei è stata definita da mezzo mondo un’arrampicatrice sociale senza né arte né parte.
“So lucky” anche se mezzo mondo di lei ha detto che sposa solo milionari, perché non ha mai voluto lavorare.
“So lucky” anche se per mezzo mondo lei è troppo vecchia per lui.
“So lucky” anche se mezzo mondo ha condannato il fatto che lei sia divorziata.
“So lucky” anche se mezzo mondo ha criticato le macchie che le caratterizzano il viso.
“So lucky” anche se mezzo mondo l’ha definita nell’ordine: anonima, inutile, sciocca, austera, normale, antipatica.
Lui sente di essere “So lucky”
Perché è questo che fa l’amore.
Non è così?
Ti fa sentire immensamente fortunato d’aver trovato una persona che ai tuoi occhi appare la più speciale del globo terraqueo. Anche se per tutti gli altri non è niente di che. Per te è un benedizione.
La tua benedizione caduta dal cielo apposta per te.
Anche se sei un principe. Anche se lei non è una principessa. Ma una ragazza normale, divorziata, di 37 anni.
E sta tutto lì, il senso, ragazze mie.
Perché se è vero che il valore che decidi di attribuirti dipende solo da te stessa, è altrettanto vero che non puoi decidere che valore ti attribuiranno gli altri. Quelli che diranno di amarti.
Però... Però puoi imparare a capire se l’uomo che hai vicino non si sente “So lucky” proprio per niente. Se ti sminuisce. Se ti umilia. Se ti fa sentire inadeguata o, addirittura, è riuscito a farti credere che dovresti esser tu a ringraziare di aver trovato uno stronzo così.
Uno che potrai ottenere riconoscimenti d’ogni genere, tanto per lui quello che fai sarà sempre “Niente di che”
Uno che avrai trascorso 12 ore a lavoro e poi cercato di arrangiarti con tutto il resto che c’è da fare e alla fine della tua giornata sarai anche abbastanza soddisfatta, finché lui di tutte le cose che sei riuscita a fare ti farà notare l’unica che non è uscita per bene.
Uno che non ti dirà mai che “Sei bella” ma, se proprio quel giorno si sentirà particolarmente generoso, sibilerà tra i denti che “Quella maglietta ti dona”
Uno che ti tradirà. E tu, che magari sei una donna in gamba, penserai che abbia perso la testa per una migliore di te, per poi scoprire che ha buttato all’aria tutto per una sciacquetta che su Facebook scrive “modella presso me stessa” ma nelle foto è sempre a Dubai non si sa mai con chi, ma si sa bene a fare cosa.
Beh... Sai che ti dico? Non è mica colpa tua, sai? Liberati da questa idea.
Liberatevi, mie care ragazze.
Che voi siate giovani, vecchie, alte, basse, magre, grasse, avvenenti o bruttine, intelligentissime o proprio oche, decisamente in gamba o degli assoluti disastri.
Non è importante ciò che siete in realtà, quello che fa la differenza è il punto di vista di chi vi osserva.
Attendete che arrivi qualcuno che vi guardi attraverso le lenti dell’amore. Lenti rosa in grado di ammorbidire qualunque difetto e saper cogliere senza ombra di dubbio la vostra eccellenza. La vostra unicità. La vostra bellezza. I vostri talenti. Tanto speciali da non volerseli far scappare. Tanto speciali da volerli per sempre accanto.
Tanto speciali da sentirsi “So lucky”. E pazienza se siano speciali solo per lui.
Le parole di “mezzo mondo” non avranno nessun potere sui suoi occhi innamorati.
Attendete il vostro “So lucky”, amiche mie.
E poco importa se non sarà un principe.
L’unica cosa che conta è che ogni giorno, che sia in un castello o in un monolocale, sappia farvi sentire una vera principessa.
Francesca Iaia De Rose


giovedì 24 maggio 2018
Lo so mi ripeto, ma l'attenzione ai particolari a Parigi mi stupisce sempre, perchè è una metropoli vasta e con oltre due milioni di abitanti, ed ogni volta mi sembra impossibile che ci sia sempre un dettaglio, basta solo, come dico sempre, guardarsi intorno. Mi è capitato in un vagone della metropolitana, ho alzato gli occhi e notato questo "messaggio", ho trovato stupenda questa frase che vi proprongo.
Io rido meravigliosamente con te. Ecco la straordinaria fortuna.
                                                                 René Char

mercoledì 23 maggio 2018
Scrivendo il blog, preparando le foto che pubblicherò, ho capito il motivo principale, quello al di sopra di tutti gli altri che mi spinge ad amare Parigi: è capace di stupirmi sempre! Ormai le volte che ci sono andata per periodi brevi o lunghi sono innumerevoli eppure scopro sempre qualcosa di inaspettato, insolito, capace di donarmi emozioni.
Come questo angolo nascosto, in pieno centro, in questo impasse, sembra di essere in piena campagna, in un luogo silenzioso, rasserenante.

martedì 22 maggio 2018
Ho visto questo film
Ormai tutti sapete che amo Parigi e appena leggo, vedo, sento qualcosa di inerente ne sono irrimediablmente attratta. Questo film è appena uscito ed è assolutamente strano, diverso, surreale.
Fiona, un'imbranata bibliotecaria che vive in un paesino sperduto nel Canada, riceve una lettera da sua zia Martha, novantenne che vive a Parigi, che contiene una diretta richiesta di aiuto per non finire in una casa di riposo. Fiona non ci pensa due volte e parte alla volta della capitale, arriva con il suo zaino, il suo stentato francese  in soccorso della zia, che è volontariamente scomparsa per paura di essere rinchiusa, avendo perso le speranze circa l'arrivo della nipote. La sua lettera, infatti, ha impiegato parecchio tempo a giungere a Fiona, perchè essendo affetta da demenza l'aveva "imbucata" in un cestino dell'immondizia!
A questi personaggi si unisce anche Dom, un ladruncolo clochard che è al fianco di Fiona nella ricerca di Martha. 
Un film in cui vengono affrontati temi pesanti quali l'emarginazione, la vecchiaia, la morte, ma sempre avvolti da una patina di assurda serenità, si susseguono scene inverosimili, coincidenze impossibili, ma alla fine i  personaggi non possono che trasmetterti una sensazione di tenerezza.
Impagabile la scena del balletto, in cui vengono inquadrati solo i piedi di Martha, che è un ex ballerina, con calzettoni di lana e sandali e del suo vecchio amico in pigiama, che indossa le sue scarpe da ballo, si incontrano al cimitero, si siedono su una panchina e i loro piedi iniziano a muoversi, sembrano prendere vita, cominciano a danzare. Pur senza memoria, pur anziani ricordano tutti i passi e ritrovano, anche se per pochi istanti, una gioia perduta da tempo.
Bisogna avvicinarsi a questo film in punta di piedi, è una pellicola che può apparire noiosa e, forse in alcuni tratti lo è, ma credo che alla fine l'importante sia ciò che la visione ti lascia: un'immensa e desueta poesia.
lunedì 21 maggio 2018
Chi non è mai stato a Parigi, immagina che la maggior parte delle persone sia elegante, che badi all'aspetto esteriore. Devo sfatare questo falso mito: la gente è sciatta o si veste in modo poco curato, nella migliore delle ipotesi è "gente comune". In tutto ciò c'è un aspetto positivo, in questa città puoi andare in giro veramente abbigliato come ti pare che nessuno, dico nessuno volge lo sguardo quando ti incrocia! Amo fotografare gli altri ed ecco una serie di scatti della serie "Paris c'est chic!"

domenica 20 maggio 2018
Quando sono a Parigi, esco, guardo con occhio attento ogni particolare, semplicemente, perchè la sento mia, la amo da sempre e girovagando ... affisso su un portone, ho visto questo segnale!
Penso che questa foto sia azzeccatissima, la trovo perfetta in questo periodo in cui non passa giorno che non piova, in cui veramente siamo un po' stufe di questo tempo bizzarro! Divieto di accesso alle nuvole!


sabato 19 maggio 2018
Questa ricetta è buona come una farinata farcita, ma con pochissimo olio. E' talmente invitante che l'ho anche replicata con una farcitura diversa e credo che sarà il must quest'estate, se Magali ed io riusciremo a vincere il terrore di accendere il forno! 😨🙀
Complice il dono di un'amica francese che ha preparato il pesto con l'ail des ours da noi definito aglio orsino o selvatico, che non avevo mai assaggiato ed era veramente squisito. L'ho gustato con gli spaghetti e il resto in questa preparazione che come potete vedere ha anche un aspetto invitante 😋
Mi raccomando ci troviamo tutti davanti alla televisione per il Matrimonio 😊, noi nel nostro piccolo abbiamo contribuito, ma questa storia la sveleremo più avanti!😉
Finta farinata con pesto e melanzane
Ingredienti per una teglia da 28 cm di diametro
per la pasta:
200 g di farina di ceci
300 ml di acqua
1½ cucchiaio di olio di oliva
½ cucchiaino di sale

per la farcitura:
1/2 melanzana
pesto ail des ours
parmigiano grattugiato fresco

Preparazione:
scaldate il forno a 220°.
Tagliate la melanzana a fette sottili e fatela grigliare, (io utilizzo una bistecchiera in ghisa).
In una terrina mettere la farina di ceci, il sale e l’olio, aggiungete pian piano l’acqua facendo amalgamare dolcemente. Alla fine dovete ottenere un composto fluido e più spesso della pastella delle crêpes. Foderate lo stampo con carta forno, ungetelo con poco olio, versate il composto. (Viene spessa più o meno un cm se preferite più sottile mettete meno composto o usate una teglia più grande).
Cuocete in forno per circa 15 minuti. Trasferite su una griglia.
Distribuite il pesto sulla “focaccia”, poi le melanzane e spolverizzate con parmigiano grattugiato fresco.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
venerdì 18 maggio 2018
A Parigi ci sono molti negozi di fiori e io mi fermo sempre stupita, perchè sono bellissimi e frequentati! Si usa ancora tanto regalarli, ma anche semplicemente acquistarli per se stessi, mi sono imbattuta più di una volta in signore di una certa età che con passo malfermo o addirittura assiste da un girello, si recano dal fiori ed escono soddisfatte stringendo un mazzo colorato! Durante i miei "giri" mi sono imbattuta in questo negozio e non ho potuto non scattare alcune foto per voi ed essendo maggio il mese delle rose ecco questo splendore!

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