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Magali

Magali
giovedì 31 dicembre 2015
Ecco la nostra vigilia
Ora pensiamo all'anno che verrà!
Ho deciso di non fare alcun proposito, ho chiesto la realizzazione di due piccoli desideri, entrambi riguardano la salute, per il resto sono assolutamente contenta di quello che ho, se nulla muta va benissimo così. Poi se arriva la realizzazione di qualche sogno, certo che non la rispedisco al mittente!
Non so cosa voi volete da questo bisesto 2016, mi raccomando fate in fretta, avete qualche monento per pensarci prima che scocchi l’ora zero!
Come d’abitudine per “cominciare” l’anno (ci pensate che sono ormai 6 anni di blog?) ho scelto una foto, che ho scattato quest'estate, ricca di colori, allegra, poetica come desidero sia quest’anno!

domenica 20 dicembre 2015
Sono stanca ... quest'anno, molto di più degli altri, il web e i social networks pullulano di foto di cibo, soprattutto le donne, non fanno altro che pensare e proporre menù luculliani. So già che il 7 gennaio ci saranno invocazioni del tipo "sono ingrassata, oggi inizio la dieta". Che senso ha? 
Io mangerò come tutti gli altri periodi dell'anno, perchè questa è la mia abitudine di vita.
Anche per quanto riguarda i regali, sono controcorrente, non amo riceverne, e se dovessi esprimere un desiderio in merito, vorrei trovare sotto l'albero (che non ho neanche fatto) oltre alla scontata salute (di cui ho parecchio bisogno in questo periodoo) e serenità, mi piacerebbe provare un'emozione diversa, anche in ambito culinario, qualcosa che non ho mai fatto prima, un ricordo da conservare nella mente e nel cuore. Quindi visto che non festeggio ricopro il ruolo di "pecora fucsia", perchè è troppo divertente!
Desidero, però, tramite Magali esternare a voi tutti auguroni di cuore.
Bando alle chiacchiere qui di seguito trovate una ricettina ottima anche per un pensiero natalizio, io l'ho aromatizzata con il Calvados, ma potete scegliere ciò che preferite!
Tartufi al Calvados
Ingredienti per 35 tartufi:
185 g di cioccolato fondente al 50% di cacao
125 g di panna da cucina
20 g di miele
1 cucchiaio di Calvados
35 g di burro morbido
cacao amaro quanto basta per spolverizzare

Preparazione:
fate fondere il cioccolato a bagnomaria fino ad ottenere un composto liscio.
Fate riscaldare la panna con il miele finchè no sobbolle, versatela in tre volte, mescolando ogni volta, sul cioccolato fuso. Il composto deve essere molto liscio, aggiungete il Calvados e mescolate.
Attendete un attimo che il composto si intiepidisca e aggiungete il burro a piccoli dadi , mescolate finchè il tutto sia ben fluido.
Foderate uno stampo con la pellicola alimentare (io ne ho usato uno di 15 cm X 15 cm, versatevi il composto, fate raffreddare a temperatura ambiente e poi riponete in frigorifero per una notte.
Il mattino seguente prendete un foglio di carta forno, spolverizzate con il cacao amaro setacciato e “sformate” il dolce. Spolverizzate con il cacao anche la parte superiore e tagliate in strisce e poi a quadretti (Non importa che siano tutti precisamente uguali).
Pulite sovente la lama del coltello, perché il composto rimane abbastanza morbido. Spolverizzate ancora con il cacao facendo in modo che ogni “faccia” del tartufo ne sia ricoperto.
Non importa che siano tutti precisamente uguali.
Li potete conservare in una scatola di latta o un contenitore foderati di carta forno in un luogo fresco.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
domenica 13 dicembre 2015
Durante il mio ultimo viaggio a Parigi sono andata a vedere questa mostra di Philippe Halsman intitolata 
ÉTONNEZ-MOI!

Questo fotografo americano debutta a Parigi intono agli anni 30 e, successivamente tra il 1940-1970, raggiunge, con il suo studio newyorkese, l’apice del successo.
Philippe Halsman
Rimangono nella memoria i suoi stupendi ritratti.
 
Egli, nel corso della sua carriera, inventa la “jumpology”, immortalando personaggi noti nell’atto di saltare, perché è convinto che “quando si salta, la maschera cade e si svela la vera personalità”. Impiegò ben 5 anni a convincere Marilyn Monroe e dovette saltare ben 200 volte prima di ottenere uno scatto accettabile!

 
Vi assicuro che, sembra facile saltare in alto, ma non lo è! All’esterno dell’esposizione c’era uno spazio per provare ed io, potevo esimermi? Assolutamente no!
 
Questa è una ricetta di Benedetta Parodi e la “morte sua” è servirla accompagnata da mascarpone. Buona, buona, e poi tanto per smaltire basta fare quattro salti!!! Comunque non dovete saltare per nulla se usate il cioccolato 70% di cacao.

Torta Barozzi
Ingredienti:
250 g di cioccolato fondente (io ho usato quello 70% di cacao)
80 g di burro
100 g di mandorle
1 fondo di caffè (il caffè che resta nel filtro della moka dopo aver fatto il caffè)
4 uova
150 g di zucchero
1 bicchierino di rum
un pizzico di sale

se desiderate mascarpone per "accompagnare"

Preparazione:
sciogliere il cioccolato in un pentolino con il burro, poi aggiungete il fondo di caffè e mescolate bene sul fuoco. Togliete dal fuoco.
Sbattete i tuorli con lo zucchero, poi unite il rum.
Tritate le mandorle al mixer e aggiungetele al composto di uova.
Incorporate il cioccolato leggermente raffreddato al composto di tuorli e mandorle e amalgamate.
Montate a neve gli albumi con un pizzico di sale e incorporateli al resto dell’impasto mescolando delicatamente dal basso verso l’alto.
Versate l’impasto in una teglia foderata con carta forno imburrata.
Mettete in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti circa.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”


domenica 6 dicembre 2015
Dicembre atmosfere felici, luci, negozi aperti ...
Per fortuna non solo la sola a non amare questo periodo dell'anno, non è per andare "controcorrente", ma le ragioni che mi spingono a pensarla così sono molte, lunghe e noiose!
Quindi vi lascio solo la ricetta, una bevanda veramente ottima da sorseggiare durante questi freddi pomeriggi! Magali, invece, ha già provveduto ad assicurarsi una folta pellicciotta!
Chai tea
Ingredienti:
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di pepe nero in grani
1 cucchiaino di cardamomo
1cucchiaino di chiodi di garofano
1 cucchiaino di zenzero fresco
1 cucchiaino di té nero in polvere
2 cucchiaino di zucchero di canna
600ml di latte

Preparazione:
mettete tutte le spezie in un pentolino con il latte e lo zucchero. Portate ad ebollizione poi abbasssate la fiamma e fate cuocere per 20 minuti a pentola scoperta.
Rimuovete il bastoncino di cannella e versate nelle tazze con un mestolo. Se non amate trovare pezzi di spezie mentre bevete, filtrate il té prima di versarlo, ma la regola vuole che le spezie rimangano dentro. Quelle piú pesanti restano comunque nel fondo della pentola. Se vi piacciono potete masticarle mentre bevete. Sono buonissime.
Le varianti possono essere la cannella in polvere invece che quella intera, il miele al posto dello zucchero, il latte di soya al posto del normale, l'aggiunta di anice o semi di finocchio. Provate con questa poi fate le vostre variazioni a seconda delle spezie di vostro gradimento.
Ottima per le giornate invernali come quella di oggi. Da bere a qualsiasi ora. Se non tollerate molto il latte provate a dividere metá acqua con metá del latte.
domenica 29 novembre 2015
La vita continua, ma il mio cuore è sempre là ...
Marie-Agnès Gillot
Oggi vi parlo di Daniela, del suo blog “calme et cacao”, capace di stregarti per l’atmosfera magica che si respira. Da lei ci si sente “accolti”.
Ho partecipato con molto piacere alla sua iniziativa “la danza delle scatole di latta”. Era sufficiente inviarle una mail affinchè lei potesse abbinarti ad un’altra persona, con l’intento di inviarsi reciprocamente una scatola di latta, nuova o usata, con dentro una ricetta.
Ho avuto molti ripensamenti prima di acquistare la scatola per la mia compagna di danza, per fortuna ero a Parigi e così avevo un attimino più di tempo, e ne ho scelto una che mi ha subito colpito per i suoi colori “caramellosi”.
A lungo ho meditato su quale ricetta scegliere, ero indecisa tra tre:
una a detta di tutti è il mio cavallo di battaglia, l’altra è la ricetta che dopo sei anni di blog è piaciuta di più alle mie papille e la terza è la ricetta del cuore.
Questo è uno scambio che sa di magia, si invia una scatola con una ricetta ad una persona sconosciuta, alla quale si deve necessariamente trasmettere un “pezzetto” di sé, perché la vita è fatta di attimi, momenti, emozioni, quindi la mia scatola non poteva che contenere la ricetta del cuore.
Il dolce per eccellenza della mia infanzia, che racchiude i bei momenti, un’atmosfera gioiosa, un profumo unico che ogni volta è capace di farmi tornare indietro nel tempo …
La mia scatola racchiude tutto questo …
Ringrazio tantissimo Serena, per la scatola che ho ricevuto, per la ricetta e il pensiero per Magali, e spero, di cuore, che il mio “strudel” possa donarle tanti attimi felici.
Ringrazio anche tanto Daniela per averci donato un po’ di magia, per averci fatto tornare indietro nel tempo facendoci provare emozioni infantili che danno gioia e riscaldano il cuore.
Eccomi qui a riproporvi la ricetta (che non avevo mai preparato) che ho ricevuto e la bellissima scatola, Serena mi manda così un ricordo di New York, città che ho sempre desiderato, ma non ho mai visitato, in cui sono convinta mi troverei benissimo!
Spero che un po’ della magica atmosfera sia arrivata fino a voi!
Ed ecco la ricetta che mi ha inviato Serena, fa da sfondo la bellissima scatola unita ad essa.
Brownies al cioccolato e lamponi di Serena
Ingredienti per uno stampo rettangolare 22X28 cm:
200 g di cioccolato fondente
200 g di burro
200 g di zucchero di canna integrale
4 uova
200 g di farina 00
¼ di cucchiaino di lievito per dolci
40 g id cacao amaro
200 g di lamponi freschi
2 pizzichi di fleur de sel
½ cucchiaino di essenza naturale di vaniglia

Preparazione:
accendete il forno a 160°.
Fondere il burro e il coccolato a pezzi in un pentolino antiaderente su fiamma bassissima, ricordandovi di girare spesso, così da far legare bene tra loro i due ingredienti.
Mettete n una ciotola le uova con lo zucchero e lavorate brevemente.
Aggiungete la farina, il lievito, il cacao amaro, il sale e la vaniglia.
Lavorate gli ingredienti e aggiungete a filo il cioccolato fuso.
Mescolate fino ad ottenere un composto liscio, lucido e privo di grumi.
Foderate lo stampo con un foglio di carta forno, trasferiteci dentro il composto al cioccolato, cospargete tutto con i lamponi premendoli appena nell’impasto e infornate per circa 40/45 minuti.
Il brownies non deve risultare asciutto, pertanto quando farete la prova dello stecchino, verficate che non ne venga fuori completamente asciutto.
Sfornate il dolce e fatelo raffreddare nello stampo prima di tagliarlo a quadretti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
domenica 22 novembre 2015
Ho addosso una tristezza, per me inusuale, che mi fa chiudere a riccio ancor di più.
La vita continua, giustamente, ma per le persone sensibili, non è semplici. In questi giorni ancor di più si sentono solo discorsi banali sugli accadimenti avvenuti di recente. Io più spesso mi domando di quanto in realtà ci dovremmo preoccupare di come conduciamo la nostra vita, la quotidianità, del significato profondo che dovremmo attribuirle, invece di preoccuparci di una nostra possibile e drammatica fine.
Perdonatemi non riesco a scrivere di più, ma vi invito solo a riflettere.
Da un po’ di tempo avevo preparato questa ricetta per partecipare al contest di Flavia
Pur essendoci tantissime ricette che mi attiravano nel blog della bravissima Elena, essendo appena tornata da Parigi, avevo scelto d'istinto questa ricetta, a dimostrazione che questa città alberga sempre nel mio cuore. Entrare nel blog di Elena, ci si sente a proprio agio, perchè ci sono veramente un'infinità di ricette per tutti i gusti e da lei si respira un'aria di tranquillità che ti avvolge unitamente ai profumi che sprigiona la sua cucina!


Croque madame agli spinaci
Ingredienti per 2 persone:
4 fette di pane a cassetta Poilane
20g di Parmigiano Reggiano
80g di spinaci surgelati (purtroppo!)
2 cucchiaini di olio evo
1 uovo
1 cipollotto
1 cucchiaio di latte
sale e pepe

Preparazione:
tostate il pane sulla griglia, in modo da renderlo croccante.
Passate gli spinaci in padella con 1 cucchiaino di olio, aggiustate di sale.
Farcite il pane mettendo gli spinaci passati e sottili scaglie di parmigiano.
In una scodella sbattete l'uovo con il latte, aggiustare di sale e pepe.
In una padella stufate con 1 cucchiaino di olio e un poco di acqua il cipollotto affettato per 5-10 minuti, poi unite il latte con l'uovo e strapazzate.
Nel frattempo passare al microonde la croque per 1 minuto in modo che il formaggio interno si sciolga.
Decorate la croque con l'uovo strapazzato, aggiungete anche altre scaglie di grana e pepe appena macinato.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
sabato 14 novembre 2015
Scrivo con il cuore colmo di affanno, dolore, empatia per i parigini.
Chi mi conosce sa che ormai, da oltre trent’anni Parigi è la mia città, il luogo in cui mi sento al sicuro, dove anche provata da sofferenze improvvise e terribili, ho sempre trovato conforto per il mio cuore e la mia anima.
Ogni angolo mi è noto, giro speditamente in ogni luogo, senza timore. Ieri sera violenza, paura, terrore hanno inondato la mia città. I miei amici, fortunatamente, stanno bene, ma quanti innocenti sono morti? Piango per degli sconosciuti, persone per me senza volto, ma la cui uccisione pesa sul mio cuore.
Sono consapevole che le parole siano inutili, abusate, ma sono l’unico strumento di cui dispongo per esternare il mio sdegno. Scrivo tutto ciò, perché sto male, perché voglio gridare che non è giusto, che non possiamo vivere sottomessi e nel terrore.
Ero a Parigi, l’altra settimana sul metrò affollato ho pensato più volte di quanto sarebbe stato semplice compiere una strage, di come una grande città sia vulnerabile ed è vero lo è, siamo impotenti, ma abbiamo il diritto di vivere e di farlo in piena libertà come abbiamo sempre fatto finora, ovunque noi siamo.
I francesi sono un popolo nazionalista, unito, stanotte i parigini hanno aperto la loro porta a chi non poteva rientrare a casa propria dimostrando ancora una volta la loro solidarietà. Io, da loro, ho sempre ricevuto un aiuto, una parola, un sorriso e spero con tutto il cuore di continuare ad essere accolta come lo sono stata finora e di riuscire a percepire ancora questa città come il mio “porto sicuro”.
martedì 10 novembre 2015
Eccoci qui, questa volta più rilassate, a partecipare all'MTC
I vincitori della sfida del mese precedente sono i mitici Monica e Luca che ci  hanno rapito con la creazione del pollo matriosca, magistralmente immortalato! Una coppia ha vinto e quindi anche il tema del mese deve essere doppio: sugo a cottura lenta e pasta ripiena.
Magali ed io, durante la cottura del sugo, abbiamo avuto il tempo di ringraziare tutti i santi del calendario, appeso in cucina, per le regole dettate dalla redazione! Finalmente ci siamo sentite leggere e i miei gusti hanno avuto la meglio. Ero a Parigi, quando ho letto il tema mensile, e in "un lampo, lampante" ho avuto l'illuminazione. Ho pensato che i ravioli fatti in casa hanno assunto, oggigiorno, il posto d'onore di piatto della festa, perchè diciamocelo pure fra di noi, quanti si mettono così senza motivo ad impastare, sfogliare e riempire? In realtà questo tipo di pasta veniva preparato dalle famiglie contadine con gli avanzi.
Il tema doveva essere anche un piatto ispirato alle feste, ma vi confesso, che per motivi che sarebbe troppo lungo narrare, mi ritrovo a festeggiare il Natale solo con l’Ultradoppio e Magali, e per me invece è sempre stata una ricorrenza da compagnia numerosa, quindi per questo a casa mia, me ne assumo la piena responsabilità, si vive proprio in sordina, fuggendo sempre più spesso in Francia dove, per fortuna, il 26 dicembre non è festa!
Quindi alla fine ho creato questi ravioli con un ripieno con ingredienti "pensati", ma che, potrebbe tranquillamente essere fatto di avanzi, e ho preparato un sugo che come diceva mia Nonna ha pippiato per due ore.
Per il ripieno ho utilizzato patate dolci a pasta arancione che trovo solo in Francia e visto che ero lì ho comprato anche i formaggi! Solo alla fine quando abbiamo pappato, si è avuta la conferma del gusto della pasta unito al sugo e, devo dire, che tutti abbiamo apprezzato.
Ho seguito la ricetta della sfoglia di Monica e Luca (dividendo le dosi per cinque) e la sempre stupenda infografica di Daniela.
Come Alice aveva il giorno del "Buon non compleanno", io vi presento i miei ravioli della "non festa", perchè al di là della retorica, le ricorrenze, le date importanti non sono scandite dal cibo, ma da emozioni e ricordi che albergano dentro ognuno di noi.
Un'idea per far "asciugare" i ravioli: io prendo lo stendibiancheria, ci metto sopra una tovaglia che non uso più e la fisso lungo il perimetro con le mollette da bucato, poi sopra infarino un pochino e metto i ravioli, così asciugano ben bene, visto che sotto passa l'aria, non essendo poggiati su un piano pieno.
Ravioli
Ingredienti per i ravioli (ne ho fatti 60 + 3 gatti):
300 g di patate dolci a pasta arancione
70 g di formaggio di capra fresco
40 g di formaggio roquefort
2 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato
40 g di erba cipollina
1 uovo
1 cucchiaio di aceto balsamico
50 g di gherigli
noce moscata grattata
sale
pepe

Sugo a cottura lenta:
50 g di fiocchi di soia
4 dl di brodo vegetale
500 g circa di passata di pomodoro fresco, che congelo sempre a settembre
1 bicchiere e mezzo di vino rosso (io ho utilizzato del dolcetto)
1 carota
1 gamba di sedano
1 cipolla
1 rametto di rosmarino
prezzemolo
olio di oliva
un pizzico di zucchero
sale

per la pasta di Monica e Luca:
160 g di farina debole
80 g di semola rimacinata di grano duro
1 uovo medio a temperatura ambiente
acqua q.b.
un pizzico di sale


Preparazione:
cuocete i fiocchi di soia nel brodo vegetale, circa 10 minuti dall’ebollizione. A fine cottura scolateli bene.
Pelate ed affettate finemente la cipolla, pulite prezzemolo, carota, gamba di sedano e rosmarino, tritate il tutto finemente con la mezzaluna. Mettete in una casseruola con dell’olio e fate soffriggere.
Aggiungete la soia, zucchero e sale, aggiungete il vino e fate evaporare dolcemente circa 30 minuti. Aggiungete la passata di pomodori, mettete un coperchio e fate e mescolare di tanto in tanto. Fate cuocere, a fuoco basso, per circa 1 ora e mezzo, mescolando di tanto in tanto. Tenete presente che più cuoce meglio è.
Sulla spianatoia fate la fontana con la farina, al centro aggiungete l’uovo, un pizzico di sale ed iniziate ad impastare. Man mano che impastate aggiungete l’acqua fino ad ottenere una pasta liscia e omogenea, aggiungete l’acqua pian piano, facendola assorbire prima di aggiungerne altra, lasciate l’impasto a riposare sulla spianatoia coperto a campana con una ciotola per lo meno 30 minuti prima di stenderlo per fare i ravioli.
Per il ripieno: fate cuocere le patate dolci in acqua, pelatele e passatele. Tagliate finemente l’erba cipollina utilizzando una forbice.
Sgusciate le noci e tritate i gherigli.
In una scodella mescolate bene, con l’aiuto di una forchetta, il formaggio di capra, il roquefort e il parmigiano, in modo da formare una crema che aggiungete alle patate. Mescolate e aggiungete l’uovo, i gherigli, l'aceto, la noce moscata, sale e pepe, amalgamate bene il tutto.
Riprendete l’impasto lasciato riposare, tagliatene un pezzetto ed iniziate a stenderlo con la sfogliatrice fino ad arrivare al penultimo passo (alcuni li ho fatti anche più sottili arrivando all’ultimo passo), quindi l’ho stesa sullo stampo spolverato di abbondante semola, ho messo il ripieno, coperto con la seconda sfoglia, ho premuto bene sui bordi per saldare la pasta ed ho premuto bene sui bordi per saldare la pasta ed ho tagliato i ravioli con la rotella dentellata.
Io ho utilizzato uno stampo per ravioli da 12 (un po’ più grossi di quelli di Monica e Luca e),
Fate cuocere i ravioli in acqua abbondante salata, io li ho fatti cuocere 6 minuti, scolateli con l’aiuto di una schiumarola, conditeli con il sugo e spolverizzateli con il parmigiano.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”.

domenica 8 novembre 2015
E' sabato sera sono tornata da qualche ora, ho ricette già fatte da proporvi, ma devo scriverle e sono stanca, quindi oggi solo tante foto, scatti tra settembre e novembre della mia amata città! Ne ho ancora tante da mostrarvi con la speranza di non annoiarvi. Quando sono lì e ho un po' di tempo libero, cammino tantissimo, mi guardo sempre intorno, scatto foto, chiacchiero con gli sconosciuti, perchè i parigini sono persone con le quali è facilissimo attaccar discorso, se mangi un croissant per strada qualcuno ti augura "Bon appetit", ti parlano del tempo mentre aspetti il bus che non arriva, ti chiedono indicazioni sul metrò da prendere, insomma qualsiasi occasione è buona per far "due parole".
La foto di Magali, per me, è impagabile.

domenica 1 novembre 2015
Più volte vi ho parlato della mia amica Laura, per voi non ha un volto, ma è stata presente sul blog parecchie volte, perchè mi "passa" delle ricette che io sperimento, perchè ottime e di sicura riuscita. Visto che questo è il periodo della zucca, che soprattutto io amo molto, ecco qui questa torta salata proprio di "stagione". Io ho utilizzato la “solita pasta” voi potete utilizzare la brisé o quella che preferite. Per l'ultradoppio carnivoro è stata servita accompagnata a dello speck.


Torta salata di Laura
Ingredienti:
per la pasta per una tortiera di cm 23 di diametro:
250 g di farina
125 ml di acqua
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
1 cucchiaino raso di bicarbonato di sodio

Per il ripieno:
500 g di zucca pesata sbucciata e cruda (io ho utilizzato la “Modenese” meno acquosa)
3 foglie di alloro
200 g di ricotta
1 uovo
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
la scorza grattugiata di un limone
60 g di mandorle tritate
sale
pepe

40 g di mandorle a lamelle (io le ho utilizzate grattugiate)

speck

Preparazione:
per la pasta: in un recipiente (io ho utilizzato un comune robot da cucina) mettete la farina, il bicarbonato di sodio, il sale e l’olio e aggiungere, poco per volta l’acqua finchè non si otterrà un impasto elastico, ma non troppo compatto. Avvolgere la pasta matta nella pellicola e farla riposare per almeno 30 minuti.
Pulite la zucca tagliatela a pezzetti, aggiungete un pochino di sale e le foglie di alloro e fate cuocere al vapore.
Una volta cotta frullatela e mettetela in un’insalatiera, aggiungete la ricotta, il parmigiano e amalgamate bene. Aggiungete l’uovo, la scorza del limone e le mandorle (60 g), regolate di sale e pepe, mescolate bene il tutto.
Stendete la pasta in una sfoglia sottile, rivestite una tortiera precedentemente foderata con carta forno, bucherellare la pasta con i rebbi di una forchetta e mettete il composto. Livellate bene e spolverizzate con le mandorle restanti.
Infornare a 180° per 25-30 minuti. Lasciare raffreddare e servire.
Chi lo desidera la può servire con delle fette di speck.
E come dice Magali "leccatevi i baffi!"
domenica 25 ottobre 2015
Non so se avete sentito la nostra mancanza all'inizio della sfida, credevate che questa volta non saremmo state presenti (pure noi) e invece eccoci qua a partecipare, consentiteci, temerariamente all'MTC
Abbiamo seguito le istruzioni di Patrizia vincitrice del mese scorso e la grafica di Daniela. Il tema era il pollo ripieno, ma prima bisognava disossarlo ...
 
Post scritto dal 5 al 25 ottobre.
Il pollo …
A chi avrà la pazienza di “ascoltare” racconto com’è andata. Appena letto il tema del mese, l’ho comunicato all’ultradoppio, che ha subito apprezzato la ricetta “carnivora”.
Gli ho chiesto la gentilezza di passare a casa di sua mamma per vedere se ci fosse un trinciapollo, lui zitto zitto ritorna con il suddetto utensile e un apposito coltello dalla lama lunga, lunga tutti e due nuovi di zecca.
Dopo aver letto attentamente i vari passaggi dico a me stessa non tanto “Non ce la posso fare” ma “Perché farlo?”
Magali si rifiuta subito di sostituirmi adducendo scuse del tipo “Non riesco con le zampotte a lavorare così di fino”, l’ultradoppio, dopo aver letto il procedimento, non se la sente, quindi non rimane nessun altro.
Vado al negozio e cambio “gli attrezzi” alquanto impressionanti per una vegetariana incallita (la mia scelta risale al 1995) con una bella copertona di pile.
Quindi desisto …
L’altra notte sogno mia madre, passata a miglior vita come si suol dire (sarà poi vero?) vent’anni fa, che mi mostra il pollo già pronto farcito e cucito … ‘sto sogno mi lascia perplessa e mi dico “La fama dell’MTC ha superato i confini del tempo e dello spazio!”
Continuo a desistere …
Dopo qualche giorno mi viene in mente una cottura inusuale, non so se già utilizzata da qualche altro sfidante, perché ho solo visto di sfuggita le foto su FB, ma non ho letto nel dettaglio le ricette, ma imperterrita
Continuo a desistere …
Mentre riordino trovo tutti i fogli tratti dal blog (Patrizia e Daniela) diligentemente stampati a inizio mese, poi mentre nuoto, le migliori intuizioni le ho in piscina, mi balena un’idea, un filo conduttore, legato alla Francia, terra da me tanto amata.
Continuo a desistere …
La ricetta sta prendendo forma: farcitura, cottura, salsa, manca il contorno.
Continuo a desistere …
Contorno trovato, venerdì pronta esco per andare a comprare il pollo, poi ci ripenso.
Continuo a desistere …
Oggi sabato mattina mi alzo di buon ora, vado dal mio macellaio, vedo quel pollo con ancora il capo, i bargigli e torno indietro
Continuo a desistere …
Ma non vado a casa, mi dirigo, come posseduta, verso il supermercato, entro e … ho comprato il pennuto che non aveva più nè penne nè testa, né zampe, sono arrivata anche al punto di parlargli mentre lo mettevo nel carrello, e,poi, dico a me stessa “Non ti preoccupare, prima di salire in casa lo butti”.
Tornata a casa l’ultradoppio mi chiede se fossi già andata al mercato, io pian piano tiro fuori dalla sporta “la bestia” subito battezzata Ignazio, dal santo odierno come d’abitudine, lui mi guarda attonito, poi appena si riprende si rende conto che non abbiamo né trinciapollo, né coltello adatto … io ormai determinata vado dai gentili signori che abitano di sopra e chiedo se hanno un trinciapollo, vedo uno sguardo terrorizzato e mi appresto a spiegare che non voglio eliminare la loro vicina che da mesi con il suo rumore mi rende le notti insonni, ma devo partecipare all’MTC, loro continuano a guardarmi stravolti, ma poco importa, con l’utensile in mano scendo trionfante e, al contempo, spaventata.
Racimolo tutti i possibili coltelli e armata di tutto punto inizio … è stato terribile, l’ultradoppio che fotografava e che al contempo mi dava istruzioni tratte dalla “Treppolli” di Patrizia con infografica di Daniela, la Treccani al confronto non è nessuno, io ho fatto del mio meglio, lo so Ignazio non è perfetto è pure un po’ sbilenco, ma “ogni scarafone è bello ‘a mamma soia”. Molti, sapendo che sono vegetariana da 20 anni, non condivideranno la mia scelta di partecipare, ma io cucino sempre la carne per i carnivori di casa, questa prova è stata dura ve l’assicuro, un’esperienza che non ripeterò sicuramente, ma il mio esserci è l’espressione del mio carattere tenace, l’MTC è una gara e come tale va presa, una sorta di impegno con il resto della “truppa”, questa volta il “vento” non tirava propriamente a mio favore, come nella maggior parte della mia vita, ma volgarmente “ho stretto le chiappe”, e come in altri frangenti, spesso con il cuore in gola, mi sono rimboccata le maniche e sono andata avanti.
Ci sono una marea di foto a testimoniare che è tutta “farina del mio sacco”; alla fine ho detto all’ultradoppio: “Basta con gli scatti, ‘sto pollo è stato più fotografato di Cindy Crawford!”. Lui a lavoro finito ha detto: “Sei stata coraggiosa, sono soddisfatto di te” e io posso concludere che il mio pollo Ignazio è stato un gran filosofo e spero di avergli dato degne esequie e ringrazio l’ultradoppio per le foto e "l'affettamento" e Magali per il sostegno.
Ho preferito la cottura al sale, perché ho pensato che il pollo con tutta la sua pelle sarebbe risultato meno grasso che arrosto, non ho aggiungo albumi al sale, in quanto proprio il grasso sprigionato dal pollo durante la cottura ha reso la crosta da rompere bella morbida.
Pollo Ignazio
Ingredienti:
un pollo eviscerato di 1,2 kg - il mio Ignazio
200 g di spinaci lessati
220 g di salame cotto in unica fetta
un uovo
la mollica di un panino raffermo
una carota
1 cucchiaio di Calvados
2 kg di sale grosso
una manciata di erbe di Provenza

Per il contorno 4 tortini:
una mela cotogna
una noce di burro
due patate
100 g di panna da cucina
60 g di Cantal
sale
pepe
per il caramello:
4 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di acqua
½ cucchiaino di sale

Per la salsa:
150 g di panna da cucina
40 g di brodo fatto con gli scarti del pollo
1 cucchiaino di senape di Digione (me lo sono dimenticato)
1 cucchiaino di maizena
3 cucchiai di calvados
sale
pepe

Preparazione:
per il pollo ho proseguito seguendo le istruzioni di Patrizia e Daniela, riportate alla fine della ricetta.
Per il ripieno: eliminate dagli spinaci lessati tutto il liquido, metteteli nel robot con il salame cotto tagliato a pezzi e tritate finemente, aggiungete la mollica rafferma di un panino, rinvenuta in acqua e strizzata, il cucchiaio di calvados e l’uovo, amalgamate il tutto. Non ho aggiunto né sale, né pepe, perché il salame cotto era speziato il giusto.
Pulite la carota.
Mettete il ripieno nel pollo al centro posizionate la carota, ricucite.
Mescolate due chili di sale con una manciata di erbe di Provenza, in una pirofila mettete un fondo di sale facendolo andare anche sui lati posizionate il pollo e ricoprite abbondantemente.
Mettete in forno preriscaldato a 180° e fate cuocere 1 ora e mezza.
Tolto dal forno attendete trenta minuti e poi procedete a togliere la crosta del sale, con un pennellino togliete tutti i cristalli.
Avvolgete in carta forno e poi alluminio e conservate in frigorifero fino al giorno successivo così sarà più semplice affettarlo.
Per i contorno:
pelate la mela cotogna tagliatela a tocchetti, in una padella fate sciogliere una noce di burro e fate cuocere le mele che diventeranno caramellate.
Pelate le patate affettatele a rondelle e fate cuocere in acqua bollente salata per tre minuti. Scolatele.
In un pentolino mettete la panna fate scaldare, aggiungete il formaggio grattugiato, mescolate finchè non si scioglie e regolate di sale e pepe.
Nelle formine mettete strati di patate alternate alla composto e fate cuocere per 10 minuti in forno a 180°.
Sformate e sopra mettete qualche dadino di mela caramellata precedentemente scaldata in padella.
In una padella mettete lo zucchero, l’acqua, il sale, quando si è sciolto, quindi caramellato, togliete dal fuoco mescolate con il cucchiaio di legno finchè non si solidifica un pochino e poi passatelo velocemente sui tortini.
Per la salsa: in un pentolino mettete la panna e il brodo di pollo, mescolate e fate scaldare, aggiungete la maizena con il calvados, mescolate finchè non si addensa aggiungete sale e pepe.
Tagliate a fette il pollo, scaldatelo in forno coperto da un foglio di alluminio.
Servitelo accompagnato dal tortino e dalla salsa.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”


Infografica di Daniela
Istruzioni di Patrizia
1. Prendete il vostro busto di pollo eviscerato, pulito e fiammato per eliminare eventuali residui di piume. Rinfreschiamo subito un po' di anatomia andando a lussare entrambe le cosce. Con il busto del pollo dritto di fronte a voi, dovrete infilare il pollice della mano sinistra (se non siete mancini) nella cavità intestinale fino a toccare l'articolazione dell'anca. Con l'altra mano tirate indietro la coscia rompendo l'articolazione. Il femore deve uscire dalla cavità dell'anca. Fate la stessa cosa con l'altra coscia.
2. Dovete togliere la forcella dello sterno. E' una delle operazioni più delicate: ruotate il pollo sempre in posizione supina, con il petto verso di voi. Spingete indietro delicatamente la pelle della cavità del collo. Toccate la polpa del petto intorno alla cavità e potrete percepire la forcella. Incidetela con la punta del coltello.
3. Con il coltello raschiate la carne intorno alla forcella in modo da farla apparire, quindi con delicatezza recidetela al vertice con il trinciapollo, facendo attenzione a non bucare la pelle.
4. La forcella è libera anche se l'osso lungo è ancora all'interno e verrà eliminato successivamente.
5. Adesso ruotate nuovamente il pollo e mettetelo con il petto a contatto con il tagliere. Tenetelo schiacciato con una mano ed incidete nel centro della spina dorsale scendendo dal collo alla coda. Qui troverete resistenza all'inizio ma poi proseguendo sarà molto più agile. Aprite quindi il pollo a libro. Via via che procedete nel lavoro, asciugatevi bene le mani cercando di averle sempre prive di grasso che inevitabilmente potrebbe rilasciare il volatile. Il coltello deve essere sempre ben fermo nella vostra mano.
6. Procedendo dall'alto verso il basso e dalla colonna verso l'interno, fate scorrere la lama del coltello appoggiandola alla cassa toracica ed incidendo in profondità, cercando i raschiare bene la polpa dalle costole. Procedete con calma da una parte e poi dall'altra.
7. A questo punto avrete quasi terminato la parte più difficile. La gabbia toracica sarà quasi completamente staccata dal petto. Resterà lo sterno che potrete sollevare e staccare dal basso verso l'alto. Una volta inciso nella lunghezza, si staccherà completamente il resto dell'ossatura. Toccate il bordo del petto all'altezza del collo ed eliminate la parte lunga della forcella sempre incidendo con la punta del coltello. Tenete la carcassa da parte.
8. Adesso grattate via la polpa dalle ossa delle anche e staccate l'osso dalla giuntura della coscia con il trinciapollo. L'osso lungo della coscia sarà invece lasciato al suo posto per mantenere una bella forma finale.
9. Tagliate con il trinciapollo le ali all'altezza dell'articolazione. Quindi rimuovete il resto dell'ala in corrispondenza delle giunture. Spingete con il dito la pelle dell'ala all'interno della cavità che si sarà formata dopo l'eliminazione dell'osso.
10. Il vostro pollo è disossato. Palpate con le mani la carne di tutta la superficie per sentire se qualche piccola scheggia di osso sia rimasta ed eventualmente eliminatela. Procedete a stendere il ripieno con cura.
11. Sollevate i lati del volatile per richiuderlo, fate coinciderei lembi di pelle con grazia e procedete alla cucitura. Cominciate dal collo e scendete cucendo senza tirare troppo la pelle perché con la cottura, tenderà a gonfiarsi e ritirarsi con il rischio di spaccarsi e rovinare tutto il vostro paziente lavoro. Potete usare filo da cucina o filo di seta a vostro piacere.
12. Una volta cucito il vostro polletto avrà più o meno questo aspetto. Legate le cosce per mantenere la forma in cottura.
13. Inumidite un largo foglio di carta da forno ed avvolgetevi stretto il pollo chiudendolo come un caramellone.
14. Avvolgete il caramellone in un lungo foglio di alluminio e legatelo con dello spago per dare definitivamente una forma cilindrica al vostro pollo. Adesso potete mettere in frigo per 2/3 ore o se preferite, per tutta la notte fino al momento di cuocerlo. Per la cottura bollita (ad esempio per la galantina), potrete lasciare il vostro pollo direttamente avvolto come indicato.
15. Per la cottura al forno, eliminate la carta, condite l'esterno del pollo massaggiandolo con sale e pepe quindi strofinatelo con piccoli fiocchi di burro che serviranno a mantenere morbida la pelle durante la cottura.
16. Una volta cotto, questo sarà più o meno l'aspetto del vostro pollo. Qualora capitasse la piccola sventura di rompere la pelle, non succede niente. Si va avanti e si porta in fondo l'operazione. Sarà probabilmente meno aggraziato ma avrete sempre raggiunto un grande traguardo. Non sarà uno strappo che pregiudicherà la bontà e la riuscita della ricetta. Ricordatelo!

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