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Lettori fissi

Magali

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mercoledì 13 giugno 2018
Oggi vi parlo di questo libro
Stoner è stato pubblicato nel 1965 e non ha ottenuto molto successo, ma ripubblicato nel 2003 incominciò ad ottenere il successo dei lettori che cominciano a porsi domande sul senso della vita, sull’essere soddisfatti della propria esistenza e sulla propria capacità di modificarla.
William Stoner è figlio di agricoltori che hanno sempre accettato il proprio destino, vivendo anzi solo sopravvivendo, ed è un uomo qualunque che conduce una vita altrettanto qualunque.
Ha un attimo in cui dà una svolta al suo vivere laureandosi e scoprendo la sua vocazione per l’insegnamento a cui si dedica con passione, si sposa con la prima donna che incontra, che si rivela cattiva e indisponente, ha anche un’amante occasionale, contrasti con un collega prevaricatore ed arriva, così, alla vecchiaia e alla pensione a cui mai arriverà.
Dopo quell’unico momento iniziale di svolta, durante la vita Stoner ha alcune occasioni di cambiamento, ma non le coglie, come tanti noi, non ha il coraggio di mutare, di affrontare l’incerto che lo avrebbe portato, forse, ad un miglioramento. Il lettore si identifica con i suoi timori, le sue miserie, ma anche con le sue grandezze, il suo stoicismo, la sua sopportazione, lui ha la capacità di rigenerarsi nella letteratura, in una religione fatta a modo suo, si costruisce un suo mondo, contribuisce ad una pubblicazione, che prende in mano con difficoltà negli ultimi istanti di vita.
Le ultime pagine sono semplicemente struggenti e non ho potuto che sentirmi addolorata nel “lasciar andare via” il Professore che durante il romanzo è stato capace di trasmettermi dolcezza, tenerezza, intransigenza nei confronti di se stesso, mi ha avvolto nella sua tristezza di uomo debole, capace di rinunciare alla felicità, forse per codardia o chissà per non far male al proprio prossimo. Un'esistenza come tante, ma un libro assolutamente unico.

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