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Magali

Magali
venerdì 19 marzo 2010
"Dio fece il cibo, il diavolo i cuochi."
James Joyce


E Magali mi ha chiesto "e i gatti chef"? Le ho dato l’amara notizia che questa categoria non è stata considerata. Lei ha alzato gli occhi al cielo e mi ha guardato sconsolata …


Magali ed io vogliamo salutare affettuosamente due nostre amiche Antonella (in bocca al lupo per domenica! e un miaooo speciale per Matteo da parte di Magali) ed Elisa che ci seguono sempre con tanto affetto e costanza!
Oggi ho ricevuto una mail da Laura, una nostra lettrice che ringrazio, ve ne riporto alcune righe “Inoltre sono convinta che una delle fondamentali funzioni della cucina sia proprio la socializzazione, sia perchè tutti sappiamo che trovarsi intorno ad un tavolo per gustare cibi buoni o comunque interessanti facilita la comunicazione, e sia perchè attraverso lo scambio di una ricetta si consegna qualcosa di sè agli altri.” e indovinate un po’, tutto questo mi ha fatto riflettere sul fatto che prima di iniziare quest’avventura ero un po’ gelosa delle mie ricette, quando qualche mio invitato, me le chiedeva, le davo, ma mi sentivo un po’ privata di qualcosa di estremamente personale. Poi scrivendo sul blog, mi sono resa conto, come dice la signora Laura, che veramente si trasmette qualcosa che va al di là dell’aspetto materiale della ricetta. Ad esempio nessun sugo potrà mai eguagliare quello preparato da mia nonna Maria ed ogni volta che ci penso, la rivedo lì davanti ai fornelli, ancora in vestaglia, che mescola ed “accudisce” la sua magica salsa per ore … ed tutto questo contribuisce a rendere viva la sua presenza.
Condividere il cibo è veramente un momento di unione, che spesso sottovalutiamo. Mia madre era napoletana e a casa nostra c’era sempre qualche amico che si fermava a pranzo … io sono da sempre stata abituata a questa “usanza”, che non è abituale qui a Torino. Soprattutto nelle grandi città, le persone soffrono di solitudine ed io consiglio sempre di invitare qualcuno a cena … Non importa ciò che si prepara, la cosa essenziale è lo stare insieme! Molti, quando desiderano invitarmi, si fanno problemi, perché pensano (poveri illusi!) che io cucini bene, ma ora vi svelo un segreto, a me basta sedermi e “mettere le gambe sotto il tavolo”, e un piatto di spaghetti è più che sufficiente accompagnato da un bicchiere di buon vino (prendete nota prediligo il bianco!).
Quindi se vi sentite soli, proponete a qualcuno di unirvi a voi anche solo per un semplice pasto, vedrete che durante la preparazione starete già meglio e se non sapete chi invitare ci siamo sempre Magali ed io, unico neo, lei è carnivora ed io no!
Ringrazio sempre la mia cara amica verduriera Antonietta, senza i suoi prodotti tante ricette, come quella di oggi, non sarebbero così gustose!


Ed ecco la ricetta del giorno a cui, volutamente, abbiamo dato un aspetto casereccio per esaltarne la semplicità.




In barba a …
Ingredienti:

1 rotolo di pasta sfoglia
500 g agretti o barba del frate
1 cipolla bianca
250 g di formaggio di capra fresco
2 uova
5 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato
sale e pepe
20 g di burro

Preparazione:
pulite, lavate e scolate la barba del frate. Tagliatela in pezzetti lunghi circa 2 cm.
Pelate e affettate sottilmente la cipolla.
In una padella antiaderente fate soffriggere la cipolla con un po’ di olio, aggiungete la barba del frate e fate cuocere per 20 minuti circa, facendo consumare tutto il liquido che sprigiona.
In un’insalatiera lavorate il formaggio di capra fino ad ottenere una crema, aggiungete le uova, il parmigiano, sale e pepe e amalgamate bene.
Stendete la pasta sfoglia in uno stampo imburrato, versate il composto e fate cuocere in forno à 180° per 40 minuti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”

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