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Magali
venerdì 2 luglio 2010
151 - Indivia e caprino
Pubblicato da
pâtes et pattes |
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Questo libro narra di una giovane donna , cameriera in un ristorante di Tokio, che, una sera tornando a casa, nella quale viveva con il suo fidanzato, la trova completamente vuota, priva dei suoi ricercati utensili da cucina, dei mobili, del denaro ed ovviamente del compagno, unica eccezione un recipiente di terracotta della nonna utilizzato per il nukadoko (pasta fermentata a base di crusca di riso).
Il trauma è così violento che perde completamente la voce. Appigliandosi con tutte le sue forze all’unico suo bene rimasto, decide di ritornare al paese natio. Il recipiente è il solo collegamento tangibile con le sue radici.
Lì decide di aprire, con l’aiuto della madre che le presta il denaro ad un interesse elevatissimo, un ristorante “Il lumachino”. Questo è un posto speciale è lei, Ringo, che decide il menù per i suoi clienti che possono essere anche solo una o due persone e loro gustando le prelibatezze studiate, curate e cucinate appositamente, vedono concretizzarsi la cosa che più desiderano al mondo.
Il cibo assume una connotazione magica …
Non so ancora come finirà il libro, non è importante …
La narrazione scorre piacevolmente ed invoglia a conoscere chi sarà il prossimo cliente del Lumachino, chiamato così perché, in questo luogo, il cibo va assaporato lentamente, a scoprire il suo sogno …
Le parole arrivano dritte al cuore e alimentano in me nuove passioni, scoperte di un mondo lontano ricco di una cultura affascinante, in cui la tradizione rappresenta veramente una certezza, un’ancora di salvezza nei momenti più disperati.
Vorrei avere anche io la capacità di far scorrere le frasi dolcemente, di far incantare chi mi legge e soprattutto di trasmettere serenità ed al contempo entusiasmo e desiderio di intraprendere nuovi progetti, di trasformare anche il dolore lacerante in qualcosa di costruttivo.
Il trauma è così violento che perde completamente la voce. Appigliandosi con tutte le sue forze all’unico suo bene rimasto, decide di ritornare al paese natio. Il recipiente è il solo collegamento tangibile con le sue radici.
Lì decide di aprire, con l’aiuto della madre che le presta il denaro ad un interesse elevatissimo, un ristorante “Il lumachino”. Questo è un posto speciale è lei, Ringo, che decide il menù per i suoi clienti che possono essere anche solo una o due persone e loro gustando le prelibatezze studiate, curate e cucinate appositamente, vedono concretizzarsi la cosa che più desiderano al mondo.
Il cibo assume una connotazione magica …
Non so ancora come finirà il libro, non è importante …
La narrazione scorre piacevolmente ed invoglia a conoscere chi sarà il prossimo cliente del Lumachino, chiamato così perché, in questo luogo, il cibo va assaporato lentamente, a scoprire il suo sogno …
Le parole arrivano dritte al cuore e alimentano in me nuove passioni, scoperte di un mondo lontano ricco di una cultura affascinante, in cui la tradizione rappresenta veramente una certezza, un’ancora di salvezza nei momenti più disperati.
Vorrei avere anche io la capacità di far scorrere le frasi dolcemente, di far incantare chi mi legge e soprattutto di trasmettere serenità ed al contempo entusiasmo e desiderio di intraprendere nuovi progetti, di trasformare anche il dolore lacerante in qualcosa di costruttivo.
Indivia & caprino
Ingredienti per 6 persone:
2 indivia belga
100 g di formaggio fresco di capra o tipo Philadelphia
30 g di prezzemolo
aglio (secondo il vostro gusto)
sale
Preparazione:
prendete le foglie più grandi dell’indivia, lavate e asciugate.
Lavate, asciugate e tritate finemente il prezzemolo.
In una scodella mescolate il formaggio con il prezzemolo, sale e aglio tritato (se volete metterlo).
Riempite le foglie di indivia.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
Etichette:
antipasto - stuzzichino
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