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Magali

Magali
sabato 27 febbraio 2010
Innanzitutto devo ringraziare Cristina, del negozio UNITED COLORS OF BENETTON in via Di Nanni 68 a Torino, che pur non conoscendoci, ci ha fatto veramente una cortesia. Le ho detto che aveva contribuito ad inserire nell’universo bel un gesto ed innescato una serie di pensieri positivi. Grazie!
Oggi vi presento Bimbo è il cane della zia di una mia cara amica, divide la sua vita con Lola, una micina, e Luisa, l’umana! Vivono un po’ in Germania e un po’ di tempo sul lago di Como. Li conosciamo virtualmente, ma questo trio ci è apparso subito speciale! Magali ha deciso di pubblicare la sua foto, perché noi non amiamo solo i gatti e poi lui ha una faccia simpatica!


Stasera non vi affliggo con le mie parole, ma con quelle di un articolo che ho conservato che avevo ritagliato dal quotidiano La Stampa nel 2006.

Amore universale
Lui tedesco, bruno, serio, fin troppo alto per la sua età. Lei italiana, bionda, prorompente, non si può dire che passi inosservata. Camminando sul bordo della strada che costeggia le colline di Sanremo, quando la bionda scivola, precipita nel canale di scolo, trappola di cemento armato. Un muro liscio di quattro metri la separa dalla salvezza : lei prova a scalarlo con le unghie, ma crolla al suolo senza altra speranza che lui.
Lui, il tedesco, la conosce appena, ma sa che l’amore è dare, dare sempre e per primi, non importano le conseguenze e le ricompense. Corre in cerca di una casa dimenticate nel bosco e grida aiuto. Nessuno lo sente e allora continua a gridare: incessante, tenace. Ogni tanto torna al canale e guarda e guarda giù: resisti bionda, ti salverò. all’alba qualcuno nella casa si affaccia, pensa che sia uno scocciatore, uno zingaro, un mendicante affamato. Gli butta qualcosa dalla finestra, forse del cibo, ma il tedesco scuote la testa e continua a gridare.
Finalmente nella casa capiscono e chiamano i vigili del fuoco. Lui li guida fino allo scolo, li osserva calarsi lungo la parete ed estrarre la bionda bagnata e tutta tremante. Ma quando i pompieri lo invitano a salire sull’ambulanza con lei, il tedesco tentenna, attretra, si sottrae. Ha agito in nome dell’amore assoluto, quello che non chiede nulla in cambio se non la libertà. Si riempie i polmoni con l’aria del mattino e la rincorre ungo i sentieri che solo lui conosce, fino a scomparire all’orizzonte. Lascia la speranza che tutti, una volta nella vita, si possa palpitare allo stesso ritmo celeste del tedesco e della bionda. Anche se loro, va detto, sono due cani.


Massimo Gramellini

Ed ecco la ricetta del giorno, buona, buona, buona!


Torta pere e cioccolato
Ingredienti:
200 g di farina
50 g di cacao amaro
80 g di olio di oliva (o 150 g di burro per un impsto più morbido)
2 uova
5 pere medie
160 g di zucchero
un cucchiaio di maizena
50 g di cioccolato fondente

Preparazione:
impastate la farina con il cacao amaro, l’olio di oliva, 80 g di zucchero e 2 uova fino ad ottenere una pasta omogenea, formate una palla, avvolgetela nella pellicola e fate riposare in frigorifero per 30 minuti.
Tagliate, da ogni pera, una fetta dalla parte centrale spesse 3 mm. Fate bollire 2,5 dl d’acqua con 40 g di zucchero e cuocetevi le fette di pera per 10 minuti.
Tagliate le pere a pezzi piccoli e fate cuocere in una casseruola con un dito d’acqua e 40 g di zucchero, finchè saranno morbidi, frullateli e fate addensare la purea con un cucchiaio di maizena diluita in 2 cucchiai di acqua fredda per 5 minuti.
Togliete la pasta frolla dal frigorifero, stendetela e mettetela in uno stampo imburrato, bucherellatela e cuocete in forno caldo a 180° per 20 minuti. A fine cottura togliete dal forno e fate raffreddare. Spennellate la base di pasta frolla con il cioccolato fondente sciolto a bagno maria e mettete a rapprendere in frigorifero per 10 minuti. Riempite la base con la purea di pere, disponete sopra le 5 fette di pera sgocciolate.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”.

venerdì 26 febbraio 2010
L’altro giorno mio marito mi ha detto che, pur non capendo nulla di cucina, trova ugualmente gradevole collegarsi e visitare il mio blog, perché gli piace leggere quello che scrivo prima della ricetta.
Il fatto che l’antepiatto (queto termine è stato coniato da Magali, che l’ha copiato da antefatto!) sia apprezzato mi è stato confermato proprio oggi anche da una cara Amica che mi segue assiduamente e tutto questo … indovinate un po’ … mi ha fatto riflettere!
Chi mi conosce personalmente sa che ciò che sto per scrivere corrisponde a verità: sono una persona molto disponibile nei confronti del mio prossimo, ascolto con pazienza gli affanni altrui e quando posso far qualcosa di pratico non mi tiro mai indietro.
Ultimamente ho imparato a dire veramente a “muso duro” (pure questa espressione me l’ha suggerita Magali) quello che penso anche cose spiacevoli ai diretti interessati con una schiettezza che non credevo essere in grado di avere, mi sono resa conto che le persone non si offendono per questo mio comportamento, so perfettamente di non avere il dono della verità assoluta e che le mie parole non cambieranno il mondo, ma spero, dal più profondo, che lo migliorino. Sono come si suol dire una goccia nell’oceano, ma vi garantisco che, anche se faticoso, so che avendo seminato tanto, forse non dalle persone a cui ho fatto direttamente del bene, ma da un’altra parte inaspettatamente mi arriva qualcosa di bello.
Anche solo un sms, parole toccanti, mi ripagano, mi fanno credere, che in qualche angolo sparuto c’è, ogni tanto, qualcuno che mi pensa con affetto e mi manda un pensiero positivo.
Non voglio apparire a tutti i costi la fanatica del sorriso stampato sulle labbra, e mio marito vi può confermare che a volte sembro veramente un orso intrattabile, che se ne sta nella sua tana, ma se qualcuno ha bisogno io ci sono, le nostre zampe sono sempre tese e, nel nostro piccolo, Magali ed io cerchiamo di far sì che questo mondo, attraverso i nostri gesti, le nostre parole e le nostre ricette, sia un po’ più …


Pasticcio di carciofi
Ingredienti per 4 persone:

5 carciofi
il succo di un limone
400 g di passata di pomodoro
1 mozzarella
basilico
2 spicchio d’aglio
olio di oliva
3 cucchiaio di parmigiano grattugiato
sale

Preparazione:
pulite i carciofi, tagliateli in quarti ed eliminate l’eventuale barba, e metteteli in un’insalatiera con l’acqua acidulata con il succo di limone per evitare che anneriscano.
Scolateli e affettateli finemente.
Pelate lo spicchio di aglio e fatelo soffriggere in un padella antiaderente con un po’ d’olio di oliva.
Aggiungete i carciofi, il sale e il pepe. Fate cuocere per 15 minuti. Togliete dal fuoco.
Pelate l’altro spicchio d’aglio e fatelo soffriggere in un’altra padella aggiungete la passata di pomodoro, il sale e il basilico e fate cuocere per 20 minuti. Togliete dal fuoco.
Scolate e asciugate la mozzarella, tagliatela a piccoli pezzi.
In un’insalatiera mescolate bene i carciofi, il sugo e la mozzarella.
Imburrate una pirofila, mettetevi la preparazione cospargete di parmigiano e mettete in forno a 200° per 20 minuti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”.
giovedì 25 febbraio 2010
Oggi vi racconto la storia dei miei capelli …
praticamente è da settembre che non riesco ad avere un colore di capelli che mi soddisfa … uniforme …
Mi sono tornate alla memoria le parole di mia madre, che mi diceva quando avevo una ventina di anni: “tu non sei una persona paziente, ma ricordati che la vita ti insegnerà ad esserlo”. Ed, in situazioni molto meno banali di questa, ho imparato ad esercitare questa qualità.
Memore di questo alla fine mi sono resa conto, che nella vita, bisogna, a volte, mettersi da parte accettare gli eventi e non cercare di modificarli con ostinazione, tanto se non è il tempo giusto, non si arriva all’obbiettivo desiderato.
Sono testarda di natura e per questo le ho provate tutte, ma ora ho deciso di smettere ed accettare.
Sono viva, respiro, ho una casa, da mangiare, la salute va bene, ho degli affetti sinceri, una pelosotta magica, un carattere ironico e quindi … va benissimo così. Anche io qualche inconveniente, come tutti, oggi mi si è rotto un dente, ma non vi affannate è già stato "riparato" dal mio dentista, che ringrazio per il suo pronto intervento. Quindi, ora, prima di continuare, essendo per metà napoletana, è d'obbligo il gesto scaramantico delle corna! A parte gli scherzi
ho riflettuto e mi sono resa conto che, nei più svariati frangenti della nostra vita, ci ostiniamo, vogliamo che le cose vadano come desideriamo e se ciò non accade questo disturba il nostro quotidiano.
Allora ho rispolverato queste parole, che io per prima, dovrei avere sempre sotto gli occhi.

Preghiera tibetana della serenità

Concedimi la serenità di sopportare le cose che non posso cambiare
Il coraggio di cambiare quelle che posso cambiare
E la saggezza per cogliere la differenza

Oggi vi scrivo questa ricetta che cucinava mia nonna, poi mia madre, non so se sia quella ufficiale, io quando ero carnivora ne ero ghiotta, oggi la mangia chi mi sta vicino e vi garantisce che è buonissima! Condizione essenziale: amare le cipolle!
E, visto i tempi di cottura, mi riallaccio al discorso iniziale della pazienza.


Genovese - piatto della pazienza
Ingredienti per 4 persone:

1 kg di tenerone
800 g di cipolle bianche
2 carote
1 bottiglia di vino bianco secco (750 ml)
un dado vegetale
olio di oliva

Preparazione:
pelate le cipolle, tagliatele a metà e mettetele a bagno in acqua fredda per un’ora circa.
Scolatele e affettatele finemente con la mandolina.
Pelate e tagliate a pezzi le carote nel senso della lunghezza.
Mettete un po’ di olio nella casseruola e fate rosolare la carne a fuoco vivo ed aggiungete il dado e scioglietelo bene.
Aggiungete le cipolle, le carote alla carne e coprite completamente con il vino.
Fate cuocere per due ore e mezza circa, finchè la carne non sia cotta ed il vino consumato completamente.
Con le cipolle condite la pasta del tipo rigatoni o penne, come secondo servite la carne con un po’ di sugo alle cipolle.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”.

mercoledì 24 febbraio 2010
Innanzitutto ringrazio chi ha raccolto quanto ho scritto sul post di ieri, sono contenta che almeno una persona mi abbia manifestato il suo assenso scrivendomi delle parole toccanti "anch'io mi sento diversa dagli altri e voglio esserlo ... non sopporto la mediocrità e chi non ha idee" . Grazie anche solo un' altra come noi, significa molto. Magali ed io non siamo sole sulla strada della diversità e questo ci fa molto piacere!
Siamo anche convinte, la pelosa con il suo passato da randagia e io con il mio, che, purtroppo, anche il passare attraverso la sofferenza dà la forza di avere il coraggio di manifestare il proprio pensiero non condiviso dalla massa.
Si suol dire che il buongiorno si vede dal mattino e credo sia vero.
Stamattina ho sentito aprirsi la porta della camera da letto, che lascio sempre socchiusa, e dopo poco ho sentito il solletico dei baffetti di Magali sulla fronte! E vi dirò, che per essere una signorina, ne ha fin troppi!
Dovete sapere che lei dorme per conto suo e non è solita chiamarmi al mattino mi raggiunge in cucina appena mi alzo. Stamattina ho sentito il suo nasotto umido sulla mia guancia e mi sono resa conto che la sua presenza è fonte di gioia inesauribile.
Nel corso della giornata ho acquisito sempre più la consapevolezza di essere una persona fortunata, perché posso dedicare tempo ed attenzione all’osservazione della realtà che mi circonda e trarre anche, dagli accadimenti in apparenza banali e per altri non degni di nota, una lezione di vita.
Oggi ero nello spogliatoio della piscina ed una donna, non molto anziana, non superava sicuramente la sessantina non si ricordava più quale armadietto avesse chiuso con il suo lucchetto e non poteva, così, recuperare i suoi indumenti.
Si sentiva veramente smarrita e limitata, perché aveva questa dimenticanza.
Tutto ciò mi ha profondamente colpito ed ho pensato che ogni qualvolta che stiamo per lamentarci di qualcosa senza importanza, evitiamo di farlo … Tante cose si risolvono … Bisogna rendersi conto che dobbiamo farlo solo per cose importanti …
Poi perché dobbiamo riempire l’universo di lamentele superflue? Questa frase è rivolta principalmente a me stessa, ultimamente ho scocciato il mondo intero con i miei capelli (ma questa è un’altra storia che vi racconterò prossimamente).
Tutto può cambiare, si possono attraversare periodi più o meno duri, ma passano … credetemi.
Non vi affannate, come passano le stagioni, così anche i crucci vanno via!
Prima di passare alla ricetta del giorno Magali vuole aggiungere "cara Tiziana io l'ho scampata bella, perchè Helga è allergica ai gatti e come, ormai tutti sanno, non a me! Fabio per fortuna mi ama alla follia e spesso mi coccola, anche se sono molto gelosa di PUBLI!".
Ed ora ecco la ricetta del giorno, vi diamo alcune segnalazioni per eventuali varianti.
Premetto che potete usare anche una panna da cucina non acida.
Per le crepes potete usare anche la farina di grano saraceno, che di solito si usa per fare le crepes salate in Francia, unico inconveniente che rimangono un po’ più spesse.

Crepes al salmone
Ingredienti per 12 crepes:

125 g di farina
2 uova
200 g di latte
20 g di burro
una presa di sale
100 g di salmone affumicato
200 g di spinaci bolliti e tritati
50 g di panna acida

Preparazione:
in un’insalatiera mescolate le uova con la fatina e il sale, dopo aggiungete dolcemente il latte e il burro fuso. Sbattete bene il composto.
In una padella antiaderente su un fuoco vivace passate velocemente il burro. versate due cucchiai di composto e quando la padella è ben calda muovete in modo che tutto il fondo sia ricoperto da uno strato fine di preparazione.
Fate cuocere qualche minuto da ogni lato.
Mettete un cucchiaio di panna acida, gli spinaci e un po’ di salmone.
Ripiegate i lati come nella foto.
Preparate così tutte le crepes.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
martedì 23 febbraio 2010
Stasera voglio iniziare io con un saluto speciale a due nostre nuove e care amiche!

Mentre cucinavamo questo piatto che è simile, ma non uguale, Magali ed io abbiamo pensato che anche noi due siamo diverse dai nostri simili.
Magali non graffia mai, non salta sul tavolo, non dà allergia e sotto la sua folta pelliccia si nasconde una cuoca filosofa.
Helga dice sempre ciò che pensa, anche se sgradevole, non mette il denaro come valore primario dell’esistenza e cerca di vedere sempre il lato positivo della vita.
Tutto questo ci fa sentire diverse dalla massa, fino al punto di desiderare, a volte, di essere invece simili.
I simili vivono molto meglio non devono sempre giustificarsi con tutti per il proprio comportamento, le proprie opinioni e desideri. Difficilmente si mettono in discussione, perché loro sono nel giusto, sono tanti e questo li rende forti.
Ho avuto durante la mia vita il privilegio di conoscere una persona speciale, con cui ho diviso parte del mio cammino, un giorno discutevamo proprio su questo argomento e mi disse una frase semplice, ma diretta e che spesso mi torna alla mente: “ci si sente diversi e, a volte incompresi, fin quando non si incontrano persone a noi simili”.
L’importante è non arrendersi, il cercare dei nostri simili per attivare con loro uno scambio proficuo di idee, questo ci fortifica, migliora e ci fa progredire nel nostro percorso evolutivo.
Lo so ciò che ho scritto stasera è un po’ ingarbugliato, ma sono sicura che qualcuno “che si sente diverso” si identificherà sicuramente e voglio dire a questo qualcuno, che se dentro di lui sente, di porsi delle domande e di dover scegliere la strada più impervia, sappia che non è solo, la pelosotta ed io la condividiamo con lui e pian piano diventeremo sempre più numerosi!
Oggi vi presento una ricetta che mi ha mandato la mia amica Amelia (visitate il suo blog La fiamma di Amelia dove potrete ammirare le sue bellissime ed originali creazioni). Il nome della ricetta mi sembra molto azzeccato, in quanto sembra un ragù di carne, ma in realtà a base di soia, è adatto ai vegetariani e non …


L’apparenza inganna
Ingredienti per 4 persone:

320 g di spaghetti
1 cipolla rossa
50 g di fiocchi di soia
4 dl di brodo vegetale (potete usare un dado)
1 lattina di pelati (io ho usato del pomodoro fresco, che congelo sempre a settembre)
1 bicchiere e mezzo di vino rosso
un cucchiaino di sale
un cucchiaino di zucchero
peperoncino spezzettato
basilico tritato
olio di oliva

Preparazione:
cuocete i fiocchi di soia nel brodo vegetale, circa 10 minuti dall’ebollizione. A fine cottura scolateli bene.
Pelate ed affettate finemente la cipolla e mettetela in una padella o un salta pasta con un po’ di olio di oliva.
Aggiungete la soia, zucchero e sale, aggiungete il vino e fate evaporare dolcemente. Aggiungete i pomodori pelati a pezzettoni e mescolare di tanto in tanto. Fate cuocere per circa 45 minuti, a metà cottura aggiungete il basilico. Tenete presente che più cuoce meglio è.
Fate cuocere gli spaghetti al dente, scolateli e fateli saltare nel sugo.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”.
lunedì 22 febbraio 2010
Se guardate in alto sotto le orme dell'intestazione troverete la prima di una serie di pagine che rimarranno fisse per tutta la durata del blog. Abbiamo deciso di iniziare con la storia di Magali, ovviamente è lei che ha scelto questo argomento.
Oggi ho riflettuto molto sul fatto che la creazione del mio blog ha innescato il rinsaldarsi di vecchie amicizie, il crearsi di una serie di conoscenze dai volti sconosciuti, con cui abbiamo delle affinità e condividiamo emozioni.
Magali ed io siamo convinte che nulla accade mai per caso (leggendo la sua storia avrete un’ulteriore riprova di questo) quindi chiunque fa parte del nostro cammino è perché ha qualcosa da trasmetterci per arricchirci a livello emotivo, per costruire qualcosa insieme o anche perché solo leggendoci può colorare un po’ il suo quotidiano.
Non abbiamo la presunzione di scrivere cose eclatanti, le nostre parole possono apparire banali, ma sono frutto del nostro vivere e di tutta la strada che abbiamo percorso finora per essere così come siamo: la pelosotta Magali e la sua assistente Helga. Una strana coppia, che spera di riempire un po’ il cuore, di tutti coloro che ci seguono, di dolcezza e speranza nella vita. In attesa della primavera abbiamo creato questo stuzzichino che va benissimo per iniziare in modo diverso una cenetta tra amici.


Fiori appetitosi
Ingredienti per 6 persone:

1 barbabietola
1 mozzarella
1 scatoletta di tonno sott’olio
1 manciata di capperi sott’aceto
20 g di burro
2 cucchiai di panna da cucina

Preparazione:
tagliate a fette la barbabietola e poi datele la forma di un fiore.
Scolate e asciugate la mozzarella, tagliatela a fette e poi in piccoli dischi.
Aprite la scatoletta di tonno e scolate bene l’olio, tritatelo con i capperi (precedentemente sciacquati) al mixer o con la mezzaluna.
Mettetelo in una scodella ed aggiungete il burro e la panna, amalgamate bene fino ad ottenere un impasto morbido.
In un piatto mettete i fiori di barbabietola, poi il disco di mozzarella e, con la siringa, la mousse di tonno.
Potete spalmare la mousse di tonno avanzata su del pane tostato da accompagnare ai fiori.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”.

domenica 21 febbraio 2010
Oggi ho riflettuto molto sul fatto che, nella vita, se riusciamo a fare qualcosa che amiamo siamo più sereni. Lo so voi penserete “bella scoperta” ed avete ragione, ma credo sia molto più difficile scoprire ciò verso cui siamo portati, piuttosto che perseguirlo. Tempo fa ho letto “Il codice dell’anima” di James Hillman, un libro bellissimo in cui l’autore esprime il concetto che siamo noi a scegliere i nostri genitori per diventare ciò a cui siamo destinati. Noi siamo quello che siamo solo perché siamo stati generati da determinate persone, li abbiamo scelti per avere la certezza di essere quello a cui eravamo destinati. Possiamo essere mediocri, far parte di un gruppo o emergere per particolari talenti, chi ci genera rientra nel nostro destino ed è designato a far sì che noi diveniamo ciò che dobbiamo essere. Questo grazie alle vicende della famiglia o alla sensibilità e all’incitamento dei nostri genitori.
Rifletto sul come sono e so che non potrei essere altrimenti se, non fossi stata generata da mio padre e mia madre, se, purtroppo, grazie a loro, non avessi sofferto, come è stato, se non avessi dovuto crescere prima del tempo, se non avessi acuito la mia sensibilità non sarei Helga. Ora, dopo tanto peregrinare, so che siamo qui per percorrere un cammino, che ci piaccia o no, anche l’essere umano più insignificante vive un’evoluzione e più la sofferenza è forte e lacerante, più veloce e il progresso evolutivo.
Riuscire a comprendere, quale sia il proprio talento , fa star meglio, è come arrivare in un porto sicuro, se si è individuato un obbiettivo bisogna solo organizzarsi per raggiungerlo e non ci si sente smarriti come su una barca alla deriva senza la conoscenza della propria destinazione. Ed è altrettanto pesante proseguire consapevoli del fatto di non essere sulla strada giusta.
Immaginate, banalmente, come si può obbligare un melo a produrre pere, impossibile! E come può essere sereno un essere umano se, costretto, a fare ciò verso cui non è portato?
Io credo che il consiglio che si possa dare a chi si ama, qualsiasi età abbia, sia di riuscire a comprendere il proprio talento, anche se a noi sembra assurdo, perché solo così saremo circondati da persone felici.
Oggi la pelosotta ed io abbiamo molto riflettuto e poco cucinato!
La domenica non abbiamo mai molta voglia di preparare cose elaborate e quindi oggi vi presentiamo un piatto all’insegna della super semplicità, ma vi assicuriamo che è molto appetitoso!


Frittata patate e cipolle
Ingredienti per 4 persone:

3 patate medie
3 cipolle grandi
4 uova
olio di oliva
sale

Preparazione:
Pelate e affettate finemente con la mandolina le patate e le cipolle.
In una padella antiaderente con un po’ d’olio d’oliva fate cuocere a fuoco basso le patate e le cipolle per una ventina di minuti aggiungendo il sale. A fine cottura togliete dal fuoco.
In un’insalatiera sbattete le uova con il sale, aggiungete le patate e le cipolle.
In una padella antiaderente fate riscaldare un po’ di olio di oliva e mettete a preparazione..
Fate cuocere a fuoco basso e dopo circa dieci minuti, quando la preparazione ha preso consistenza, giratela dall’altro lato con l’aiuto di un coperchio e fate cuocere per altri 10 minuti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”.

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