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Magali

Magali
domenica 17 gennaio 2016
Oggi è la festa del gatto, ma Magali, giustamente, afferma che qui per lei è sempre una goduria!
Visto che scrivo sul blog una volta la settimana, le cose da dirvi si ammucchiano ... nelle vacanze natalizie sono andata al cinema, ovviamente vicino casa mia, questo film che ci tenevo veramente molto a vedere
Bellissimo, ma, onestamente, non mi aspettavo fosse di una tristezza senza pari.
Estraniandomi dal senso di angoscia latente che mi ha pervaso, sono uscita, da questa visione, nettamente migliore. Mi sono sentita simile a quella cultura così differente dalla nostra, in cui l’essere conta più dell’apparire, in cui la pazienza, la delicatezza, la “lentezza”, la sensibilità, l’educazione sono valori fondamentali. L’importanza di ascoltare la natura, i messaggi di saggezza che è in grado di trasmettere uniti ad una gioia che si trasforma in forza vitale per affrontare l’esistenza. Le persone anziane sono ascoltate, dei loro consigli si fa tesoro. La trama è semplice, ma il film tocca veramente le corde più sottili dell’anima ed alla fine l’insegnamento della signora Toku, spinge il protagonista a liberarsi della tristezza e rassegnazione che albergano in lui ed a buttarsi nell’avventura della vita.
Tutto questo a noi è oscuro in questa nostra società in cui crediamo veramente che il possedere sia la cosa primaria, senza preoccuparci che la migliore ricchezza è data solo da noi stessi, da quello che possiamo apprendere nel corso della nostra vita, alla sensibilità che possiamo acuire solo attraverso il ritorno alle cose semplici. Questo film accresce veramente il desiderio di allontanarsi da tutto ciò a cui siamo abituati, ma la domanda che sorge spontanea è saremmo veramente in grado di resistere lontano dalle nostre abitudini?
Ed ora andiamo in cucina: ho scoperto che le patate dolci hanno la pasta di colore diverso, qui in Italia le trovo bianche, come quelle che ho usato in questa ricetta, mentre in Francia sono di colore arancio intenso. Praticamente non le mangio mai e proprio per questo motivo ho desiderato cucinarle. I ricordi risalgono a quando ero bambina le mangiavo semplicemente bollite oppure, non so se anche da voi, ci sono stai anni in cui si usava metterne una parte in acqua e dall'altra parte spuntavano delle foglioline verdi simili all'edera e rampicanti.
Alla fine ho cucinato questo piatto che si può benissimo abbinare a del riso bollito, delle uova strapazzate, del pollo, quindi ce n'è per tutti i gusti. Le patate dolci hanno, secondo me, il gusto della castagna e sono veramente buone!
Contorno un po’ diverso
Ingredienti :
500 g di patate dolci
300 g di zucchine
1 cipolla bianca grande
50 g di uva sultanina
Una tazza di tea nero
Prezzemolo tritato fresco
½ cucchiaino di cannella in polvere
1 pizzico di peperoncino
Olio di oliva

Preparazione :
mettete a macerare l’uvetta nel tea.
Pelate le patate e tagliatele a tocchetti.
Pulite le zucchine e tagliatele a pezzettoni.
Pulite al cipolla e tritatela.
In un’insalatiera mettete la cipolla tritata, le patate, le zucchine, le spezie, l’uvetta (strizzata e asciugata), il sale, aggiungete un pochino di olio e mescolate bene il tutto.
Trasferite le verdure in una pirofila, precedentemente unta, coprite con un foglio di alluminio, bucherellate con uno stuzzicadente e mettete in forno preriscaldato a 180° per un’ora circa.
Mescolate di tanto in tanto.
E come dice Magali « leccatevi i baffi ! »

5 commenti:

marina ha detto...

Scrollarsi da dosso gli orpelli...prendere la giusta distanza dalle cose...è un lavoro che costa tanta fatica ma altrettanto necessario. E si comincia da noi stessi, la qual cosa scoraggia e spesso fa desistere. Ma alla fine come scrivi tu il risultato è appagante come nessuna cosa materiale riuscirà mai a darti. Passiamo alla ricetta di questa domenica: eccezion fatta per cipolla e tea il resto mi è concesso e dunque credo proprio che proverò di gran carriera questo contorno!

Loredana ha detto...

Per prima cosa auguri alla pelosotta, ma tanti tanti.
Suggerimento prezioso, cercherò questo film, direi che come messaggio mi ci ritrovo abbastanza, per quanto riguarda la tua domanda, penso che pochi sarebbero in gredo di scelte radicali, ma è possibile modificare qualcosa nel proprio agire per riuscire ad essere coerenti con certi messaggi.
La patata dolce non l'ho mai provata, sarebbe ora di allargare un po' i miei orizzonti mangerecci!

Buona settimana , un abbraccio

elenuccia ha detto...

Nooo ieri era la festa del gatto e io non lo sapevo?!??? cavoli avrei dovuto coccolare la Maggie il doppio. Che bella la tua principessa, così fiera ed elegante. Una vera regina.
Sai che quel film mi è proprio sfuggito? non ne ho proprio sentito parlare. E mi dispiace perchè lo sarei andato a vedere volentieri, amo il cinema giapponese. Molti dicono che è noioso ma io lo trovo molto introspettivo e fa sempre riflettere. Pensa che a differenza di te io ho cominciato a mangiare le patate dolci sono l'anno scorso. In casa mia non erano mai entrate.

Acquolina ha detto...

Bellissima Magali, è davvero fortunata! Quel film mi incuriosiva ma non sono riuscita a vederlo, interessanti le tue riflessioni. Sai che non ho mai mangiato le patate dolci? dovrò rimediare

sississima ha detto...

hai ragione, un contorno particolare, ma ho delle patate dolci che non aspettano altro che di essere utilizzate!! Un abbraccio SILVIA

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