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mercoledì 11 luglio 2018
Leggendo - 11 luglio
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pâtes et pattes |
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Capita raramente di temere la fine di un libro, perché sai che ti mancherà, a me è successo con questo
La storia ruota intorno al Brockwell lido di Brixton, lido inteso come piscina all’aperto, ed è proprio a causa della sua imminente chiusura che si incrociano le vite di Rosemary, sua assidua frequentatrice, e Kate, la giovane giornalista incaricata di intervistarla.
Rosemary è una signora di 86 anni che nuota quotidianamente da quando ne aveva sette, è molto attiva, ma dentro di sé prova una latente solitudine che non l’abbandona mai da qualche anno, da quando è rimasta vedova del marito George unico grande amore della sua vita. Un rapporto fatto di rispetto, risate, complicità, condivisione di passioni come la musica e il nuoto, una vita a due praticamente perfetta.
Kate ha vent’anni lavora per un quotidiano locale, si sente sola da quando si è trasferita a Londra al punto da essere assalita da improvvisi e devastanti attacchi di panico, che la portano a chiudersi sempre più in se stessa.
Il libro è incentrato sull’amicizia tra Rosemary e Kate, nonostante la notevole differenza di età tra loro si instaura un rapporto speciale che cambierà reciprocamente le loro vite, ed insieme a tutti gli abitanti del quartiere lotteranno affinchè “non si stacchi la spina al lido”.
Io amo nuotare e nuoto assiduamente tutto l'anno e ho ancora più apprezzato la descrizione della sensazione di leggerezza, libertà che si prova immergendosi nell'acqua, spesso, fresca e di quanto sia bellissimo sentire i muscoli del proprio corpo dapprima pesanti e irrigiditi diventare sempre più lievi fino ad arrivare ad una completa comunione con l'acqua circostante. Anche d'inverno alle 6,30 mi "butto" in piscina, ma chi come me pratica questo sport comprende che tutto questo non è un sacrificio, ma una necessità. Vero Iucci?😉
Io amo nuotare e nuoto assiduamente tutto l'anno e ho ancora più apprezzato la descrizione della sensazione di leggerezza, libertà che si prova immergendosi nell'acqua, spesso, fresca e di quanto sia bellissimo sentire i muscoli del proprio corpo dapprima pesanti e irrigiditi diventare sempre più lievi fino ad arrivare ad una completa comunione con l'acqua circostante. Anche d'inverno alle 6,30 mi "butto" in piscina, ma chi come me pratica questo sport comprende che tutto questo non è un sacrificio, ma una necessità. Vero Iucci?😉
Non racconto l'epilogo, ma vi posso solo dire che più volte mi sono commossa e consiglio vivamente di entrare a far parte della vita di Rosemary e Kate, perché alla fine, sono sicura, come me sentirete la loro mancanza e leggerete l’ultima pagina avvolti dalla sensazione di aver letto un buon libro.
Vi riporto alcuni stralci che ho "sottolineato" nel corso della lettura:
Mentre cammina, Kate immagina che da qualche parte nella città ci sia una sua simile seduta da sola in camera a mangiare burro di arachidi dal vasetto. Si chiede se qualcuno di quegli estranei riuscirebbe a capirla se gli dicesse ciò che non riesce a dire in famiglia – che certi giorni non ha nessuna voglia di alzarsi dal letto e che ha dimenticato come ci si sente quando si è felici.
Ovviamente non ammetterebbe mai di essere sola. Quando hai vent’anni o poco più non dovresti essere sola. Quando hai vent’anni o poco più dovresti stringere amicizie per la vita, avere fidanzati sbagliati, fare vacanze spericolate a base di tequila succhiata dall’ombelico del partner e Spassartela Alla Grande. Kate vede su Facebook gente che festeggia compleanni e va fuori a cena e ha l’aria di divertirsi un sacco. Sullo schermo del suo cellulare sembrano tutti spumeggianti. È come se la vita fosse stata tutta distribuita e per lei non fossero rimaste neanche le briciole. O almeno è così che si sente. Non dice a nessuno che a volte si sente come un triste orsacchiotto sgualcito, dimenticato sotto un sedile della metro. Vorrebbe solo che qualcuno la prendesse e se la portasse a casa.
“Perché nuoti?”
Rosemary scoppia a ridere.
“Chiedermi perché nuoto è come chiedermi perché mi sveglio la mattina. La risposta è la stessa”.
Erano una coppia, come le virgolette. Si adattavano l’uno all’altra e insieme avevano meno paura e si sentivano meno soli. George aveva paura di essere nessuno; con lei era qualcuno. Rosemary aveva paura di essere lasciata indietro; lui la teneva per mano e la portava con sé.
I loro amici li conoscevano come Rosemary-e-George, George-e-Rosemary. Esistevano in coppia come sale-e-pepe.
“Come stiamo?” disse George sorridendole.
“Come i vecchi, ecco come stiamo.”
“Quand’è successo?”
“Oh, non lo so. Mi sa che eravamo troppo impegnati a vivere per rendercene conto.”
“Già, la vecchiaia ci ha preso alle spalle.”
“Ma forse non stiamo davvero invecchiando; forse sono tutti gli altri che stanno ringiovanendo.”
“Hai ragione, dev’essere così.”
“È una cosa di cui mi sono accorta in modo particolare negli ultimi mesi. È strano come la gente si renda conto di quant’è speciale una cosa solo quando rischia di perderla. Non conosco nessun altro posto che sia paragonabile al nostro lido. Fuori la vita può essere difficile e stressante, ma quando sei al lido è come se andasse tutto bene. Chi ci va per la prima volta resta sbalordito trovando tutta quella calma rispetto al resto di Brixton. È per questo che è così speciale: è un posto dove puoi rifugiarti senza lasciare la comunità in cui vivi. Alcuni lo chiamano Brixton Beach, perché molti bambini di Brixton non conoscono nessun’altra spiaggia. D’estate è pieno di gente. I genitori si sdraiano sugli asciugamani o nuotano in piscina con i figli. Ci vanno persone di ogni età: ragazzi che cercano di stupirsi a vicenda tuffandosi in acqua, bambini che imparano a nuotare nella parte dove si tocca, uomini d’affari che vogliono scrollarsi di dosso le loro preoccupazioni. E, ovviamente, ci vado anch’io.”
“Quando è morto, mi sono seduta nella sua poltrona e ho cercato di sentirlo intorno a me. So che può sembrare una cosa stupida, ma non mi vergogno di averla fatta. E comunque, purtroppo, non ha funzionato. Ho provato a farla funzionare, ma non ci sono riuscita. Perché, molto semplicemente, George non c’era più. Ma quando sono al lido lo sento. Ogni particolare di quel posto me lo ricorda.”
George è nel modo in cui la nebbia mattutina si posa sull’acqua, è nello spiazzo bagnato e negli armadietti dei colori vivaci, è nel fiato che le manca di colpo quando entra in acqua, ricordandole che è ancora viva. Ricordandole di restare viva.
“Forse è vero che la piscina incassa poco. Forse sono solo una vecchia ridicola. Ma non posso lasciare che il lido scompaia. Non posso lasciare che il mio George scompaia.”
“Rosemary l’ho conosciuta per lavoro, ma con lei non sembrava mai che si trattasse di lavoro. L’avevo incontrata per scrivere la sua storia, ma lei mi ha chiesto di raccontarle la mia. Mi ha aiutato a trovare la strada. Senza Rosemary non avrei scoperto questo lido. Senza Rosemary non avrei conosciuto tutti voi e non avrei trovato il mio posto in questa città. Senza di lei, sarei ancora smarrita.”
Vi riporto alcuni stralci che ho "sottolineato" nel corso della lettura:
Mentre cammina, Kate immagina che da qualche parte nella città ci sia una sua simile seduta da sola in camera a mangiare burro di arachidi dal vasetto. Si chiede se qualcuno di quegli estranei riuscirebbe a capirla se gli dicesse ciò che non riesce a dire in famiglia – che certi giorni non ha nessuna voglia di alzarsi dal letto e che ha dimenticato come ci si sente quando si è felici.
Ovviamente non ammetterebbe mai di essere sola. Quando hai vent’anni o poco più non dovresti essere sola. Quando hai vent’anni o poco più dovresti stringere amicizie per la vita, avere fidanzati sbagliati, fare vacanze spericolate a base di tequila succhiata dall’ombelico del partner e Spassartela Alla Grande. Kate vede su Facebook gente che festeggia compleanni e va fuori a cena e ha l’aria di divertirsi un sacco. Sullo schermo del suo cellulare sembrano tutti spumeggianti. È come se la vita fosse stata tutta distribuita e per lei non fossero rimaste neanche le briciole. O almeno è così che si sente. Non dice a nessuno che a volte si sente come un triste orsacchiotto sgualcito, dimenticato sotto un sedile della metro. Vorrebbe solo che qualcuno la prendesse e se la portasse a casa.
“Perché nuoti?”
Rosemary scoppia a ridere.
“Chiedermi perché nuoto è come chiedermi perché mi sveglio la mattina. La risposta è la stessa”.
Erano una coppia, come le virgolette. Si adattavano l’uno all’altra e insieme avevano meno paura e si sentivano meno soli. George aveva paura di essere nessuno; con lei era qualcuno. Rosemary aveva paura di essere lasciata indietro; lui la teneva per mano e la portava con sé.
I loro amici li conoscevano come Rosemary-e-George, George-e-Rosemary. Esistevano in coppia come sale-e-pepe.
“Come stiamo?” disse George sorridendole.
“Come i vecchi, ecco come stiamo.”
“Quand’è successo?”
“Oh, non lo so. Mi sa che eravamo troppo impegnati a vivere per rendercene conto.”
“Già, la vecchiaia ci ha preso alle spalle.”
“Ma forse non stiamo davvero invecchiando; forse sono tutti gli altri che stanno ringiovanendo.”
“Hai ragione, dev’essere così.”
“È una cosa di cui mi sono accorta in modo particolare negli ultimi mesi. È strano come la gente si renda conto di quant’è speciale una cosa solo quando rischia di perderla. Non conosco nessun altro posto che sia paragonabile al nostro lido. Fuori la vita può essere difficile e stressante, ma quando sei al lido è come se andasse tutto bene. Chi ci va per la prima volta resta sbalordito trovando tutta quella calma rispetto al resto di Brixton. È per questo che è così speciale: è un posto dove puoi rifugiarti senza lasciare la comunità in cui vivi. Alcuni lo chiamano Brixton Beach, perché molti bambini di Brixton non conoscono nessun’altra spiaggia. D’estate è pieno di gente. I genitori si sdraiano sugli asciugamani o nuotano in piscina con i figli. Ci vanno persone di ogni età: ragazzi che cercano di stupirsi a vicenda tuffandosi in acqua, bambini che imparano a nuotare nella parte dove si tocca, uomini d’affari che vogliono scrollarsi di dosso le loro preoccupazioni. E, ovviamente, ci vado anch’io.”
“Quando è morto, mi sono seduta nella sua poltrona e ho cercato di sentirlo intorno a me. So che può sembrare una cosa stupida, ma non mi vergogno di averla fatta. E comunque, purtroppo, non ha funzionato. Ho provato a farla funzionare, ma non ci sono riuscita. Perché, molto semplicemente, George non c’era più. Ma quando sono al lido lo sento. Ogni particolare di quel posto me lo ricorda.”
George è nel modo in cui la nebbia mattutina si posa sull’acqua, è nello spiazzo bagnato e negli armadietti dei colori vivaci, è nel fiato che le manca di colpo quando entra in acqua, ricordandole che è ancora viva. Ricordandole di restare viva.
“Forse è vero che la piscina incassa poco. Forse sono solo una vecchia ridicola. Ma non posso lasciare che il lido scompaia. Non posso lasciare che il mio George scompaia.”
“Rosemary l’ho conosciuta per lavoro, ma con lei non sembrava mai che si trattasse di lavoro. L’avevo incontrata per scrivere la sua storia, ma lei mi ha chiesto di raccontarle la mia. Mi ha aiutato a trovare la strada. Senza Rosemary non avrei scoperto questo lido. Senza Rosemary non avrei conosciuto tutti voi e non avrei trovato il mio posto in questa città. Senza di lei, sarei ancora smarrita.”
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