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Magali
Sapore d'amore
Pensando a questo contest, mi sono balenati alla mente tanti piatti, ma ce n’è uno che è veramente incomparabile, rappresentativo di quanto una persona con modeste capacità ed ingredienti umili abbia potuto cucinare qualcosa che mi è restato dentro come “sorgente” d’amore.
Un piatto che, pensate, non mangio da oltre 35 anni, dai tempi in cui mio nonno me lo preparava. Un omino che sembrava uscito da un film western, scappato di casa a soli dieci anni e vissuto nella Foresta Nera non si sa come …
Nonno Giochele, questo era il suo soprannome, lo ricordo ancora quando spadellava e mi serviva quello che, per me, era il dolce che solo lui sapeva preparare, era il suo modo di trasmettermi la sua storia, le sue origini, il suo amore durante i nostri rari incontri.
Questo mi fa riflettere sul fatto che è più facile scambiarsi frasi cattive, ira, rancore, l’amore è difficile trasmetterlo, “passarsi” l’affetto è raro, a volte, complicato, invece Nonno Giochele, nella sua riservatezza, riusciva a farlo egregiamente preparandomi il suo schmarren.
Non ho fatto in tempo a dirlo a Magali, che lei si è messa subito all’opera, visto che io non avevo mai cucinato questo dolce e sono convinta che, sicuramente, sarà come mangiare al “ristorante dell’amore ritrovato”.
Con la ricetta di oggi partecipiamo al contest a cui hanno dato vita
zuccherando e mamma papera ed al primo contest di qui si cucina con amore
Ecco la nostra partecipazione!
Sapore d’amore
Ingredienti per 4 persone:
300 g di latte
4 uove
Mezza fialetta di vaniglia
2 cucchiai di zucchero
100 g di albicocche secche morbide
3 cucchiai di marmellata di ciliegie
Zucchero a velo
Burro per la padella
Preparazione:
mescolate lo zucchero e la farina, versare a filo il latte, aggiungete la vaniglia, unite al composto un uovo alla volta. Dividete il composto in due parti in una aggiungete le albicocche tagliate in quattro parti, mescolate. Nell’altra parte di composto aggiungete l’uvetta, precedentemente ammorbidita in acqua calda, scolate ed asciugate.
Ungete con il burro una padella e cuocete l’impasto.
Praticamente verranno due “frittate dolci”.
Spolverizzate quella con le albicocche con lo zucchero vanigliato e guarnite quella con l’uvetta con la marmellata.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
Un fiore di quinoa
Ho pensato al mio sogno di abitare a Parigi, sicuramente questo desiderio racchiude un’altissima percentuale di utopia, ma Magali, saggiamente, mi ha detto che coltivare i sogni è bellissimo, stimolante, è come vivere un’eterna magia, che ti avvolge dolcemente.
A questo proposito, ieri mi sono trovata in un contesto in cui io ero l’unica persona “vecchia”, sì c’ero proprio solo io, in mezzo a tantissimi giovani, li ho osservati, ho visto molti visi scoraggiati, tesi, demotivati e mi sono sentita veramente fortunata nell’avere l’età che ho, nel non dover preoccuparmi di trovare un’occupazione, e, onestamente, spero, per loro, che siano in grado di volare lontano da tutto questo sfacelo che lo circonda, anche se solo con la fantasia, e pensare anche a sogni impossibili, ma gioiosi, che la loro mente non sia sempre focalizzata su quel gravoso fardello rappresentato dalla ricerca di un lavoro, che possano trovare in qualche angolo profondo del loro essere la speranza, che riescano a trasformarla in tenacia, per far sì che i loro desideri possano un giorno realizzarsi. Auguro a loro, una volta diventati adulti, di avere la possibilità di credere, sognare, porsi nuovi stimolanti traguardi, di non accontentarsi dello scontato scorrere del tempo, ma di cercare di renderlo nuovo e rinnovato come un cristallino zampillo d’acqua.
Un fiore di quinoa
Ingredienti per due persone:
un bicchiere scarso di quinoa
due carote
200 g di broccoli (solo le cimette)
2 cucchiai di panna acida
olio extravergine di oliva
sale
Preparazione:
Fate cuocere la quinoa in due volte il suo volume di acqua fredda, salate a fine cottura. Portate ad ebolizione, coprite e lasciate cuocere per circa 12 minuti, finchè i semi della quinoa non siano “esplosi” (praticamente si devono aprire), se vedete che manca acqua aggiungetela finchè non arrivate alla cottura.
Togliete dal fuoco, aggiungete un cucchiaio di olio, mescolate e fate raffreddare.
Fate bollire in acqua bollente salata, in due pentole differenti, i broccoli e le carote debitamente puliti.
Passate le carote al robot aggiungete un cucchiaio di panna e, se necessario, sale.
Passate i broccoli al robot aggiungete un cucchiaio di panna e, se necessario, sale.
In una cocotte unta mettete la quinoa, al centro posizionate uno stampino, io ho usato un fiore, e lungo il suo perimetro mettete la mousse di broccoli, poi mettete al centro uno stampino più piccolo e riempite con la mousse di carote.
Mettete in forno a scaldare per qualche minuto prima di servire.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
Riflessioni
In questo periodo ho affiancato mio nipote negli studi … e tutto questo mi ha portato ad una riflessione.
Ora l’esame in questione è matematica o meglio analisi matematica, che già, ai miei tempi, avevo dato alla fine del mio corso di studi e mi era costato parecchia fatica, l’abbiamo ristudiata insieme alle superiori ed ora rieccola qui all’università. E, pensate un po’, su quattro esami preparati è stato l’unico non superato!
Ho pensato che, praticamente, è sempre lì pronta ad aspettarmi … tutto questo mi ha portato a paragonare questo frangente all’esistenza.
Tutte le situazioni non accettate, non risolte, in qualche modo ritornano, sono proprio lì che ti aspettano dietro l’angolo … ognuno di noi ha qualcosa che ha lasciato per strada, pensando di averlo definito o semplicemente messo a tacere, ma non è così, prima o poi si ripresenterà e se voi non gli darete “udienza”, sarà sempre in agguato ad aspettarvi inesorabilmente. Questo mi ha portato a definire le cose della mia vita che rimando e che mi ritrovo davanti, io faccio finta di nulla, ma sono lì ad aspettarmi tra una disequazione e uno studio di funzione, attendono di essere risolte.
Per essere in sintonia con l’atmosfera attenta, studiata e calcolata di questi giorni, ho stilato un nutrito elenco a cui mi ripropongo di dare esaustiva risposta, di svolgere adeguatamente il compito per non ritrovarmi ancora una volta con un limite tendente ad infinito.
Non potevo ...
Oggi non potevo ...
Colgo l'occasione per augurare Buon Compleanno a Karin!
Ed allora cari pelosotti seguite il mio esempio!
Cuore infranto
Per me è molto difficile riuscire a comprendere gli umani, per quanto mi sforzi, li trovo sempre molto complicati, ma ormai è ribadito che i gatti sono esseri superiori.
Ringrazio tutti coloro che mi seguono nonostante le mie assenze, vi aspettiamo prossimamente con i nostri pensieri, di cui prendiamo nota quotidianamente con mano e zampotta!
Con questa ricetta partecipo al contest di cuocicucidici e devo dire che mi sono impiastricciata tutte le zampotte, mi sono veramente impegnata!
Ed ecco la ricetta!
Cuore infranto
Ingredienti per 4 persone:
per la pasta brisé:
200 g di farina
100 g di burro
7 cl di acqua
2 cucchiaini di zucchero
1 pizzico di sale
30 g di cacao amaro
per la crema:
120 g di cioccolato fondente
120 g di cioccolato bianco
2 cucchiai di zucchero
200 ml di panna
Burro per la teglia
Preparazione:
per la pasta: nel robot mettete la farina, il burro freddo di frigo, l’acqua fredda, lo zucchero e il sale. Dividete il composto in due in una metà aggiungete il cacao. Mettete nel robot i due composti separatamente, avviate alla massima potenza e nel giro di pochi minuti si formerà una palla. Avvolgete nella pellicola alimentare e mettete in frigo fino al momento di utilizzare.
Pelate le pere, togliete i semi, tagliatele in metà. Mettetele in una scodella con tre cucchiai di limone.
Fate bollire l’acqua con tre cucchiai di limone e la bustina di vaniglina. Mettete le pere e fate bollire per qualche minuto. Scolate e fate raffreddare. Tagliate ogni metà in quattro parti.
Togliete la pasta brisé dal frigorifero e stendetela. Foderate due stampi imburrati precedentemente, copriteli con un foglio di carta forno e con fagioli secchi, fate cuocere in forno a 180° per 20 minuti. Togliete dal forno e fate raffreddare.
In un pentolino fate sciogliere il cioccolato fondente, 1 cucchiaio di zucchero e 120 ml di panna.
In un altro pentolino fate sciogliere il cioccolato bianco, 1 cucchiaio di zucchero e 80g di panna.
Mettete la crema “bianca” sulla torta “nera” e la crema “nera” su quella “bianca”.
Mettete in frigorifero per due ore.
Togliete dal frigorifero e tagliate le torte con uno stampo a cuore, tagliate ogni cuore a metà ed unitelo con quello del colore opposto.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
Biscotti del cuore
Eccomi qua di tutta fretta per augurare Buon San Valentino a tutti! Spero di avere il tempo di ritornare presto su questi schermi!
Con questa ricetta partecipo al contest di cuocicucidici e chissà se una gatta chef riuscirà a vincere, ho fatto anche un’altra ricettina e spero di avere il tempo di scriverla per domani!
Ed ecco qui la ricettina, a me è sembrata un'idea carina.
Biscotti del cuore
Ingredienti:
200 g di farina
25 g di cacao amaro
150 g di burro
2 uova
Preparazione:
impastate la farina con 80 80 g di zucchero e 2 uova fino ad ottenere una pasta omogenea, dividete l’impasto in due ed ad una metà aggiungete il cacao. Formate due palle ed avvolgetele nella pellicola e fate riposare in frigorifero per 30 minuti.
Togliete la pasta frolla dal frigorifero, stendetela e con lo stampo a cuore tagliate i biscotti. Al centro di ognuno, con uno stampo più piccolo, tagliate un cuoricino che sistemerete all’interno del cuore bianco o nero.
Infornate a 180° per 15 minuti.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”.
Maria Cristina
Ci segue fin dagli albori con costanza e pazienza, ama i gatti e, questo è già un punto a suo favore, ha anche lei un blog di cucina blog Pane Burro e Zucchero
E’ una persona sofisticata, amante delle cose “esteticamente” belle, ma al contempo molto alla mano.
E’ una persona dinamica, intraprendente che ama sperimentare: luoghi, gusti, sapori, colori …
Ha viaggiato molto e questo fa sì che tra una ricetta e l’altra “ci scappi” la foto di qualche viaggio!
Le sue foto sono bellissime anche quando ritraggono la sua amata campagna dove, quando può, trova rifugio per qualche giorno lontano dalla città.
Per lei gli oggetti del passato, i ricordi, le radici sono importanti, i suoi occhi, attraverso i suoi scatti, riescono a cogliere e trasmettere magia e sono convinta che solo una persona dalle qualità eccellenti possa fare questo.
Giudicate voi i suoi paesaggi!
Ed ecco la sua partecipazione:
Lo faccio qui.
Allora cara Magali dì alla tua amica bipede che non si sogni di interrompere il blog perché farebbe un mucchio di orfani.
Dille però che posti meno di frequente altrimenti le sembrerà un lavoro e non più un divertimento.
Questo è il mio consiglio. Ma se vuole continuare a sfidarsi...Certo coinvolge anche te, che dovrai darti da fare ancora...
Magari si convince invece, è ciò che vi auguro.
E per il 2011 auguro a te tante nanne calde nel lettone di Helga e Fabio e tanti pescetti succulenti nella ciotola tutti i giorni. A Helga tutto ciò che desidera di più per sè e i suoi familiari.
Un abbraccio grande grande e lungo un anno intero.
Cristi di Pane, burro e zucchero
Anonimo
Ecco ora vi presento
Uno spirito contento
Un anonimo lettore
Che mi ha scritto con fervore
E’ persona divertente
Soprattutto intelligente
Ha una mente sopraffina
Ed è abile in cucina
Ogni giorno mi ha inviato
Un sostegno accorato
Una perla di saggezza
condita da gaiezza
Dopo ore di lavoro
Le sue parole son tesoro
Son la giusta conclusione
Per smorzare la tensione
Mi fan rider da morire
Mi ricordan e fan capire
Che la vita in allegria
È la migliore che ci sia
Mi congedo, lo ringrazio
E mi scuso di ‘sto strazio
In risposta al mio appello
Mi ha inviato uno stornello
Voi potete giudicare
Senza farvi influenzare
Che dialettica fluente
Senza esser irriverente!
Ed ecco la sua bellissima partecipazione!
Un anno di blog
Era quasi, mi ricordo, in arrivo il nuovo anno,
che mi giunse la notizia tra il faceto e un po’ d’affanno,
che una vecchia conoscente, di nome Helga o giù di lì,
si era messa in avventura con la gatta Magalì,
nel volere cucinare, sin d’allora ed ogni giorno,
qualche cosa di companatico e finanche di contorno.
Tale idea del cucinare mi pareva un po’ balzana,
tanto più che la ragazza non sembrava … Suor Germana.
Soprattutto mi colpiva, più che l’idea, il fatto
che volesse cucinare … con l’ausilio del suo gatto!
Fu così che, in ogni caso, per curiosità ho iniziato
a collegarmi col computer al nuovo sito battezzato
‘Pates et pattes’ alla francese, nel cercare forse un blasone,
o anche solo per proporre più elegante un minestrone!
V’è da dire innanzitutto che ogni cibo presentato,
oltre ad aver un gran nome … per lo più ben azzeccato,
si prestava ad essere spesso facilmente cucinato,
risultando ogni ingrediente ben descritto ed indicato
(ad eccezion di tal ‘pasta brick’ che sol lei - credo - ha comprato…)
Oltre poi a fotografare realizzato ogni piatto,
la ‘ragazza’ ha cominciato a riportare qualche fatto,
della sua vita vissuta o da altri raccontata,
mescolando perle di vita … ad un’insolita frittata.
Alle foto del mangiare succedeva, non di rado,
che la Helga vi accostasse anche quelle: “…di dove vado”.
E così la si sapeva in giro a volte per la Francia,
sempre attenta, anche di lì, a nutrirci un po’ la pancia.
Aggiungeva poi le foto della chiesa visitata,
o dello scorcio di un albero con la punta arrotondata.
O di quel bel localino con l’ingresso pittoresco,
o del dolce lì in vetrina con il nome … in tedesco.
Di tal che poi accadeva nel suo blog di ritrovare,
più che la ricetta on line da copiare o da assaggiare,
la notizia della gita più recente ormai compiuta,
per vederne il reportage tra un flambè o una fonduta.
Dopo aver fotografato il suo gatto in ogni foggia,
e quel che vede dal balcone, anche quando c’è la pioggia,
altre foto ha poi aggiunto d’ogni tipo e situazione,
tal da far dimenticare la ricetta del salmone.
E così mi succedeva che nel provar la carbonara,
mi ritrovavo a meditare sulla vita dolce o amara,
a tentar di ragionar su fatti brutti o belli,
e dimenticar la ricetta del risotto coi piselli.
E così, di giorno in giorno, nel vagar di piatto in piatto,
è successo quel che ognun non può dir non aver fatto:
di pensare che la Helga oltre che ben cucinare,
in fondo in fondo, soprattutto, compagnia riusciva a dare.
Nel mandare tanti auguri all’amica al compleanno …
ricordando la vicina …. o l’amico con l’affanno.
Ripetendo a chi leggeva o anche sol gettava un occhio,
che è importante un bel pensiero … tra una zuppa ed un finocchio.
Poco importa se alla fine a cucinar sia stato il gatto,
poco importa che a pensarlo io mi senta un poco matto.
Ciò che conta veramente,
nel mio cuore e nella mente,
è che un anno sia passato,
tra un ragù ed un frullato.
Sia passato così in fretta,
tra un bel piatto e una forchetta,
e che Helga sia sembrata, anche un po’ nella mia vita,
una patatina fritta … che lascia il sale sulle dita!
Anonimo