pâtes et pattes

Vi lascio la perla di questa settimana e ... proseguiamo

30 - Aspirazione senza attaccamento

Vivere significa perseguire degli obiettivi. Per un salutare interesse e per gentilezza nei tuoi confronti è naturalenaturale e bello cercare sicurezza, successo, comfort, divertimento, creatività Che si esprime in salute fisica e mentale, connessione, rispetto, amore, autorealizzazione e sviluppo spirituale.

La domanda è se valga la pena perseguire queste mete con stress e accanimento, cioè detto con una sola parola, con attaccamento oppure fare degli sforzi che siano caratterizzati da un atteggiamento di pace interiore in quanto la ricompensa è rappresentata dal viaggio stesso, a prescindere dalla destinazione: potremmo riassumere tutto ciò con il concetto di aspirazione.

L’attaccamento si basa sulla bramosia, definita in senso ampio, che contiene in sé e fa scaturire molti tipi di sofferenza dalle forme più sottili a quelle più intense. D’altro canto l’aspirazione, cioè il lavorare duramente per raggiungere i tuoi obiettivi, indipendentemente dai risultati, ti fa sentire bene e ti aiuta espanderti e a crescere senza doverti preoccupare di eventuali brutte figure. Paradossalmente, mantenere con leggerezza i tuoi obiettivi migliora le possibilità di conseguirli, mentre esservi attaccato, e qu indi temere il fallimento sopra ogni cosa diventa un ostacolo per raggiungere il massimo della performance.

Se per tutta la vita rimani seduto sul divano e non ti curi di niente di importante senza perseguire alcuna meta particolare puoi evitare di ricadere nell’attaccamento, altrimenti se hai obiettivi da raggiungere la sfida consiste nel restare fermo nel tuo percorso, con dedizione disciplina, centrato nella tua aspirazione senza bramosia.

Come

Aspirare a qualcosa è riconducibile al piacere, mentre l’attaccamento E riconducibile al volere. Il piacere ovvero desiderare ciò che è piacevole e non gradire ciò che non lo è, è normale e non costituisce un problema. Quest’ultimo sorge quando scivoliamo nella bramosia e nella tensione inerente al volere: ossia volere che ciò che è piacevole continui e ciò che è spiacevole finisca. Quindi impara a riconoscere le differenze tra piacere e volere sia nel tuo corpo, che nelle tue emozioni, come anche nei tuoi atteggiamenti e nei tuoi pensieri. Penso che scoprirai che il piacere ti farà sentire aperto, rilassato e flessibile, mentre il volere ti farà sentire teso, sotto pressione, contratto e ossessionato.

Allora, vedi se puoi stare nel piacere senza scivolare nel volere:

Lungo il cammino fai attenzione alla convinzione, diffusa, secondo la quale non essere accanitamente motivati per raggiungere i propri obiettivi, vuol dire appartenere alla specie dei perdenti. Ricorda che puoi fare degli sforzi notevoli per conseguire le tue mete, senza per questo cadere nell’attaccamento verso i risultati.