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domenica 28 ottobre 2012
Polpette dell'altro gusto
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pâtes et pattes |
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In questi giorni a Torino si sta svolgendo il
Abito a Torino e non vado al Salone del Gusto.
Credo, che la maggior parte dei visitatori che in questi giorni hanno affollato il "Salone del Gusto" di Torino, si è recato principalmente per assaggiare e scoprire novità locali o gusti di altri paesi. Su questo non c'è nulla di negativo, ma è limitativo, perchè il significato di questa kermesse è ben altro. Innanzitutto conoscere la realtà, lo scempio che stanno compiendo "i grandi" ai danni dell'umanità.
Credo, che la maggior parte dei visitatori che in questi giorni hanno affollato il "Salone del Gusto" di Torino, si è recato principalmente per assaggiare e scoprire novità locali o gusti di altri paesi. Su questo non c'è nulla di negativo, ma è limitativo, perchè il significato di questa kermesse è ben altro. Innanzitutto conoscere la realtà, lo scempio che stanno compiendo "i grandi" ai danni dell'umanità.
Ho avuto il grande piacere di assistere ad una conferenza tenuta, qualche mese fa, da Carlo Petrini, fondatore di "Slow Food", che ho riassunto per voi, alla facoltà di Economia e Commercio e mi ha subito conquistato con la sua schiettezza, il suo parlare diretto con forte accento e intercalato da qualche parola in dialetto piemontese, riuscendo ad incantare una platea di oltre 400 ragazzi che lo hanno ascoltato in religioso silenzio.
Nonostante il suo interloquire gioviale ha esposto concetti terribili, resi ancor più angoscianti se si pensa che questo rappresenta la verità:
"I terreni producono cibo, il cibo governa il ventre delle popolazioni e se si vuole dominare, bisogna dominare il ventre delle popolazioni, questo è sempre avvenuto. Oggi non è più necessario conquistare i terreni, basta avere la proprietà delle sementi, attualmente l’80% dei semi sono in mano a 5 multinazionali, ciò significa che con una politica di costruzione di ibridi. i contadini non seguono più una pratica millenaria, che consisteva nel produrre i semi dai frutti, ora dal raccolto, effettuato con i semi acquistati dalle multinazionali, non si riesce più a produrre i semi. “Terra madre” sta cercando di riscattare le banche dei semi gestite dai contadini, affinchè la proprietà sia delle comunità, il seme è l’essenza della vita e deve essere un bene comune, non nelle mani di pochi che vogliono solo governare il mondo in base a questa logica.
Bisogna rendersi conto, che stiamo perdendo la fertilità dei suoli, i suoli si stanno impoverendo a causa dell’utilizzo della chimica negli ultimi centoventi anni.
I prodotti chimici che, in prima fase avevano aumentato il volume della produzione dei raccolti, ma superato un certo limite, l’utilizzo è diventato lesivo della fertilità dei suoli. Negli ultimi 20 anni Il suolo non è più fertile e ci troviamo in una situazione fortemente problematica, visto che si ha sempre un maggior incremento di popolazione a livello mondiale.
Nei prossimi anni mancherà l’acqua sul pianeta, sostanzialmente la causa principale delle future guerre a livello planetario sarà la carenza d’acqua, oggi, ad esempio, tra Israele e Palestina esiste una battaglia sulla questione del fiume Giordano, che è un fiume accentratore di interessi sia delle popolazioni israelite che palestinesi. Quando la Turchia realizzerà grandi dighe sui fiumi che bagnano la Siria e l’area circostante, ci saranno tensioni durissime, perché l’acqua è l’elemento principale per la produzione agricola.
Inoltre l’irrigazione convenzionale, in zone come l’Africa, determina che il 75% dell’acqua non tocca il terreno perché evapora prima, questo significa che in situazioni particolari come quelle del continente africano, bisogna utilizzare impianti a goccia, dove l’acqua entra immediatamente nel terreno e bagni in maniera differenziata, altrimenti l’evaporazione prima di toccare terra è elevatissima, ma, senza andare tanto lontano, anche la nostra agricoltura ha uno sperpero idrico inimmaginabile. Per non parlare della salubrità di queste acque.
Un altro rilevante problema è quello che dal 1900, vale a dire da 110 anni il pianeta ha perso il 75% della biodiversità, provate a immaginare cosa vuol dire aver convissuto con migliaia e migliaia di specie genetiche, di frutta e verdura, di razze animali che scompaiono nell’ordine del 75% in un solo secolo. Inoltre, è inammissibile, che appartenendo ad un paese potenzialmente agricolo, mangiamo frutta e verdura proveniente dai paesi più strampalati e, spesso, fuori stagione.
Ci siamo chiesti, perché non ci sono più giovani che vogliono fare i contadini? Perché le prospettive, ad esempio, sono queste: il latte viene loro pagato 28 cent al litro il latte, 9 centesimi al kg le carote, quindi se contiamo la fatica e gli scarsi guadagni, ecco la risposta.
Un altro dato di importanza rilevante è che in Italia buttiamo 4000 tonnellate di cibo edibile. I dati sono della FAO. Un miliardo della popolazione mondiale soffre la fame, quindi il 45% di cibo viene sprecato. Nei paesi del nord attraverso la perdita di valore del cibo, l’incuria, nei paesi poveri si spreca altrettanto perché non ci sono le infrastrutture che garantiscono il trasporto delle merci alimentari. Le comunità di pescatori del Senegal non riescono a portare il cibo nei villaggi interni perché non hanno impianti di refrigerazione e le strade non sono adeguate e quindi le derrate alimentari marciscono. Ogni minuto questa nostra umanità deve prendere atto della morte per fame di due bambini ogni minuto.
Ognuno di noi deve partire dal presupposto che può fare qualcosa nel suo piccolo: non sprecare, fare acquisti a chilometri zero, riciclare gli avanzi."
Carlo Petrini
"I terreni producono cibo, il cibo governa il ventre delle popolazioni e se si vuole dominare, bisogna dominare il ventre delle popolazioni, questo è sempre avvenuto. Oggi non è più necessario conquistare i terreni, basta avere la proprietà delle sementi, attualmente l’80% dei semi sono in mano a 5 multinazionali, ciò significa che con una politica di costruzione di ibridi. i contadini non seguono più una pratica millenaria, che consisteva nel produrre i semi dai frutti, ora dal raccolto, effettuato con i semi acquistati dalle multinazionali, non si riesce più a produrre i semi. “Terra madre” sta cercando di riscattare le banche dei semi gestite dai contadini, affinchè la proprietà sia delle comunità, il seme è l’essenza della vita e deve essere un bene comune, non nelle mani di pochi che vogliono solo governare il mondo in base a questa logica.
Bisogna rendersi conto, che stiamo perdendo la fertilità dei suoli, i suoli si stanno impoverendo a causa dell’utilizzo della chimica negli ultimi centoventi anni.
I prodotti chimici che, in prima fase avevano aumentato il volume della produzione dei raccolti, ma superato un certo limite, l’utilizzo è diventato lesivo della fertilità dei suoli. Negli ultimi 20 anni Il suolo non è più fertile e ci troviamo in una situazione fortemente problematica, visto che si ha sempre un maggior incremento di popolazione a livello mondiale.
Nei prossimi anni mancherà l’acqua sul pianeta, sostanzialmente la causa principale delle future guerre a livello planetario sarà la carenza d’acqua, oggi, ad esempio, tra Israele e Palestina esiste una battaglia sulla questione del fiume Giordano, che è un fiume accentratore di interessi sia delle popolazioni israelite che palestinesi. Quando la Turchia realizzerà grandi dighe sui fiumi che bagnano la Siria e l’area circostante, ci saranno tensioni durissime, perché l’acqua è l’elemento principale per la produzione agricola.
Inoltre l’irrigazione convenzionale, in zone come l’Africa, determina che il 75% dell’acqua non tocca il terreno perché evapora prima, questo significa che in situazioni particolari come quelle del continente africano, bisogna utilizzare impianti a goccia, dove l’acqua entra immediatamente nel terreno e bagni in maniera differenziata, altrimenti l’evaporazione prima di toccare terra è elevatissima, ma, senza andare tanto lontano, anche la nostra agricoltura ha uno sperpero idrico inimmaginabile. Per non parlare della salubrità di queste acque.
Un altro rilevante problema è quello che dal 1900, vale a dire da 110 anni il pianeta ha perso il 75% della biodiversità, provate a immaginare cosa vuol dire aver convissuto con migliaia e migliaia di specie genetiche, di frutta e verdura, di razze animali che scompaiono nell’ordine del 75% in un solo secolo. Inoltre, è inammissibile, che appartenendo ad un paese potenzialmente agricolo, mangiamo frutta e verdura proveniente dai paesi più strampalati e, spesso, fuori stagione.
Ci siamo chiesti, perché non ci sono più giovani che vogliono fare i contadini? Perché le prospettive, ad esempio, sono queste: il latte viene loro pagato 28 cent al litro il latte, 9 centesimi al kg le carote, quindi se contiamo la fatica e gli scarsi guadagni, ecco la risposta.
Un altro dato di importanza rilevante è che in Italia buttiamo 4000 tonnellate di cibo edibile. I dati sono della FAO. Un miliardo della popolazione mondiale soffre la fame, quindi il 45% di cibo viene sprecato. Nei paesi del nord attraverso la perdita di valore del cibo, l’incuria, nei paesi poveri si spreca altrettanto perché non ci sono le infrastrutture che garantiscono il trasporto delle merci alimentari. Le comunità di pescatori del Senegal non riescono a portare il cibo nei villaggi interni perché non hanno impianti di refrigerazione e le strade non sono adeguate e quindi le derrate alimentari marciscono. Ogni minuto questa nostra umanità deve prendere atto della morte per fame di due bambini ogni minuto.
Ognuno di noi deve partire dal presupposto che può fare qualcosa nel suo piccolo: non sprecare, fare acquisti a chilometri zero, riciclare gli avanzi."
Carlo Petrini
Credo che la parte più interessante del “Salone del Gusto” siano le conferenze, ma, purtroppo, la moltitudine di persone che l’avrà affollato si sarà accalcata tra gli stand per assaggiare le specialità e sarà andata a caccia di chissà quali novità.
Io ho preferito rimanere con Magali nella mia tana, dove cerchiamo di mettere in pratica, nel nostro piccolo, non sprecando, comprando derrate di stagione, possibilmente dai contadini, aiutando materialmente il nostro prossimo a far sì che umani e pelosi che ci seguiranno trovino un ambiente migliore e non debbano subire lo spregio di ammalarsi per l’aria che respirano e il cibo che mangiano.
Vi lascio anche questa mini guida di Torino, che ho trovato in rete, per scoprire questa vecchia madama riservata, dai fasti reali e per apprezzarne altri gusti.
La preparazione di oggi è dettata dal fatto che, a volte, per casa girano come fantasmi cibi che nessuno ha voglia di mangiare come il pane, che diventa raffermo, e le costine, che sì fanno tanto bene bollite condite con poco olio, ma non sono molto invitanti …
Così abbiamo rivisitato una vecchia ricetta e siamo liete di partecipare a questo contest, anche se chiamarlo così ci sembra riduttivo Un giorno di ordinario appetito di ActionAid e Simplyfood e a quello de la ginestra e il mare
Ed ecco la nostra preparazione:
Polpette dell’altro gusto
Ingredienti per 4 persone:
200 g di mollica di pane raffermo
2 uova
70 g di parmigiano grattugiato o altro formaggio stagionato
basilico tritato (del mio balcone)
150 g di costine bollite avanzate (peso da cotte)
mezzo spicchio di aglio tritato (a piacere, io non lo uso)
sale
2 dl di latte
1,5 dl d’acqua
olio per friggere (io utilizzo quello di oliva)
Preparazione:
in un’insalatiera mettete dell’acqua e il latte, mettetevi a bagno la mollica di pane tagliata in pezzi grossolani.
Tritate le costine, preventivamente bollite e strizzati.
Tritate la mollica di pane strizzata.
In un’insalatiere sbattete le uova con una presa di sale, aggiungete il parmigiano, il basilicoe l’aglio (a piacere). Aggiungete a la mollica di pane e le costine. Impastate con le mani e formate delle polpette.
Scaldate l’olio in una pentola antiaderente e fate dorare le polpette.
Scolatele su un foglio di carta assorbente e servite caldo.
Potete servirle così “in bianco” oppure in salsa di pomodoro.
E come dice Magali "leccatevi i baffi!".
Etichette:
verdura
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3 commenti:
Cara Helga,è terribile e inquietante leggere quello che potrebbe essere il futuro dell'umanità.
Approvo in pieno le tue scelte, anche quelle di non far parte di certe kermesse!
te lo confesso io spesso riciclo gli avanzi, non mi sembra giusto sprecare e non ci trovo niente di disdicevole.
Le tue polpettine sono molto invitanti e sicuramente sostenibili.
Volevo segnalarti che il link riporta al mio blog, ti lascio quello giusto:
http://www.ordinarioappetito.it/
Mentre il banner si riferisce al contest de La ginestra e il mare: http://laginestraeilmare.blogspot.it/2012/09/patate-di-patate-e-vi-propongo-una-sfida.html
Buona domencia
loredana
qui i baffi me li lecco io con queste deliziose polpette, un abbraccio SILVIA
Mi puoi scusare? Riesco a passare soltanto adesso...lo so sono imperdonabile!
La tua ricetta è semplicemente perfetta!
Davvero invitanti queste polpettine!
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