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Magali

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martedì 30 ottobre 2018
In questi post uno e due vi aavevo parlato del gruppo di scrittura, si sceglieva una fotografia e sa questa ognuno dei partecipanti doveva trarre ispirazione. E se avete piacere, dalla prossima settimana inizia una saga di racconti divertenti.
(immagine tratta da internet)
Una stella ...
È notte, Gilbert si rigira nel letto senza trovare pace. Sono già due giorni che ha lasciato Parigi per rifugiarsi nel suo angolo di paradiso in Camargue, per riuscire a raggiungere il suo obiettivo.
E’ autunno inoltrato, l’assenza di turisti rende questo luogo assolutamente unico, la natura, ancora rigogliosa, è l’assoluta padrona, i cavalli bianchi si aggirano liberi, i fenicotteri rosa sono ancora presenti negli stagni, il vento, spesso, fortissimo sembra ululare, fischiare, crea echi, rimbalzi, e prendere sonno si trasforma in un’impresa impossibile. Proprio irraggiungibile come quella che aveva spinto Gilbert così lontano da tutti.
Sapeva esattamente dove voleva arrivare, quale fosse il traguardo da conseguire durante questo ritiro, ma, allo stato attuale delle cose, gli appariva veramente un miraggio. Provava, al contempo, un sentimento contrastante, una sorta di recondita certezza, che albergava dentro di lui, perché quella vecchia casa di pietra, in cui sentiva ancora riecheggiare le risate e le anziane voci, riusciva a percepire l’affetto che sempre l’aveva accolto, perchè il mas de famille non l’aveva mai tradito.
Visto che il sonno proprio non desiderava essere il suo compagno, si alzò, spinse l’uscio che si apriva nel giardino e il vento lo fece trasalire di stupore, perché era assolutamente caldo. “Che strano questo ottobre” pensò tra sé e sé alzando gli occhi verso il cielo e, questa volta, la meraviglia che lo invase era immensa. Nel cielo terso, scuro di un blu profondo, illimitato, si vedeva questa moltitudine di colori. Era ignorante, non sapeva se fosse una galassia, una tempesta di stelle cadenti, una costellazione, ma era consapevole che questo vortice iridato lo aveva letteralmente rapito. Si rendeva conto che tutto questo ero anomalo, perché durante le lunghe notti adolescenziali, trascorse a cercare risposte in quel cielo, mai ad occhio nudo aveva osservato un simile spettacolo. Rimase lì attonito, non riusciva a distogliere lo sguardo, si sentiva assorbito da un luogo senza spazio e tempo, poi ad un tratto senti il gatto che, silenziosamente l’aveva raggiunto e si strusciava contro le sue gambe reclamando uno spuntino notturno. Gilbert venne bruscamente riportato alla realtà, ma rientrando in casa aveva con sé un magico bagaglio: un’armonia di colori affollava la sua mente.
Il cielo tempestato di stelle, quel vortice colorato e soffuso gli avevano trasmesso entusiasmo, energia e, senza porsi troppe domande, iniziò a creare, sbucciava, tagliava, tritava, soffriggeva, cucinava dolcemente, mescolava, impastava, annusava, assaggiava … ricominciava da capo, senza sosta fino ad arrivare a ricreare l’assoluta atmosfera che l’aveva ispirato.
Anche questa volta la cucina della sua infanzia non l’aveva tradito, aveva trovato risposta in una notte magicamente stellata, l’aveva portato a creare un’opera unica, un assoluto accordo di colori e profumi, una raffinata sinfonia di sapori, un gusto sublime al palato e aveva certezza che da domani Gilbert sarebbe stato un cuoco stellato.

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