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Magali

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martedì 13 agosto 2019
Oggi vi parlo di questo libro
Lottie, architetto, e il marito Quentin, giornalista, rimasti senza lavoro decidono di affittare la loro bellissima casa londinese, in attesa che il mercato immobiliare risalga per poterla vendere, e trasferirsi in campagna.
Nel Devon Lottie ha trovato una casa senza pretese ad un affitto molto conveniente. La coppia è in fase di divorzio, ma deve restare unita e vivere sotto lo stesso tetto per fronteggiare la crisi economica fino a quando non si potrà mettere in vendita la casa londinese. Si trasferiscono tutti insieme in questa grande casa dove ognuno avrà il suo spazio: la coppia "scoppiata", Xan il figlio diciottenne di Lottie avuto da un incontro occasionale in gioventù, le due figlie di otto e sei anni, avute da Quentin, Stella e Rosie, tutti accomunati da un'alea di tristezza, incertezza e frustrazione per questo radicale cambiamento di vita.
Come figure rilevanti del libro si uniscono i genitori di Quentin: Hugh Bredin, vecchio poeta, e Naomi, ceramista, che vivono anch'essi in campagna a poca distanza dalla "nuova" sistemazione del figlio, e Marta, specco chiamata oma (nonna in tedesco), la mamma di Lottie, una pianista un po' folle di origine tedesca.
Il libro scorre velocemente e cattura il lettore, non posso che esprimere un giudizio positivo, l'ho amato fino a pochi capitoli dalla fine. Non mi è piaciuto per nulla il risvolto giallo, non mi ha convinto, l'ho trovato assolutamente inutile e superfluo. Avrei preferito una narrazione inerente la psicologia dei personaggi e le loro interelazioni personali. Anche l'epilogo troppo rapidamente "mieloso" si discosta troppo dalla difficoltà e dagli attriti che la coppia vive per oltre trecento pagine.
Merita, comunque, al di là di queste mie osservazioni, di essere letto.

Come d'abitudine vi lascio alcuni stralci che mi hanno colpito:
L’amore non è amore se muta quando scopre mutamenti, o inclina ad allontanarsi se l’altro si allontana. Personalmente ho sempre pensato che fosse una stronzata, aggiunge Hugh.

A parte il locale per macellare il maiale sotto la stanza di Xan, adesso usato per tenerci aspirapolvere, mocio e secchi, l’ambiente più triste di Home Farm è la cucina. A novanta gradi rispetto alla casa, dev’essere stata una piccola stalla, ma è stata trasformata in cucina in modo orrendo. Se solo ci fosse un lucernaio sul soffitto! Se solo ci fosse una finestra in fondo… Essere in grado di vedere sempre come le cose dovrebbero essere è la maledizione particolare degli architetti.

Non hanno nessuna aspettativa tranne quella del freddo, del buio e dei litigi senza fine; e non appena le bambine sono a scuola i litigi esplodono violenti.
Gli abissi di cattiveria in cui possono sprofondare due persone che un tempo si amavano non sono uno spettacolo gratificante. Alla fine della giornata sono entrambi esausti.

Si scambiano uno sguardo, un po’ perplessi da quanto riescono a essere educati. Ma perché le buone maniere non dovrebbero far parte del matrimonio? pensa Lottie. Diciamo per piacere e grazie a tutte le altre persone che fanno parte della nostra vita, ma per qualche motivo non l’uno all’altra.

Marta diceva severamente: “Stai salendo una scala, e per passare al livello successivo ti servirà tutto l’impegno che riesci a racimolare. Ma ci riuscirai, e a quel punto ti chiederai perché ti sembrava tanto difficile, fino al prossimo gradino, e a quello dopo. Non avere paura! Non ascoltare la voce che ti dice non ci riesco, solo quella che ti dice ci riesco. La vita è una lotta. Chiunque viva adesso, o abbia mai vissuto, precipita nella disperazione molte volte, come un nuotatore che cade nel mare in tempesta e deve nuotare o affogare. Per nuotare, tutto quello che devi fare per adesso è imparare a suonare questa breve composizione musicale, questa bellissima composizione. Sii convinto che ci puoi riuscire e ci riuscirai”.

Fiducia e onestà devono essere la base di un buon matrimonio, altrimenti che senso ha?

Hugh è steso sulla chaise-longue di bambù, quando non si trascina in bagno ciabattando; poi l’acqua schizza dappertutto e Naomi deve andare a ripulire. Perfino in quei momenti inveisce contro di lei.
Quentin, senza preoccuparsi di abbassare la voce, chiede: “Come riesci a tollerare il suo carattere schifoso?”.
“È come l’aceto intorno a un cetriolo,” risponde Naomi. “Lo conserva.”

“Oh, i problemi non se ne vanno solo perché si verificano in un posto bellissimo. Però un luogo diverso può farti vedere i problemi in modo diverso, non è vero?”

“La tua tendenza a tenere tutto sotto controllo in modo ossessivo viene interamente da lei.”
“No, è una cosa mia, perché è l’unico modo in cui mi sento più sicura,” ha obiettato Lottie.
“Vedi la vita come un noioso gioco di società al quale devi sempre vincere, mentre per me è una corda fatta di migliaia di minuscoli filamenti attorcigliati insieme,” ha detto Quentin. “Non puoi sapere quale si rivelerà importante.”
“Se non tenessi tutto sotto controllo in modo ossessivo, come dici tu, non avresti carta igienica in casa. Non è importante anche quella?”

“Non è necessario che si muoia soffrendo,” ha risposto Anne. “Siamo qui per questo. Il cancro dà alle persone il tempo di sistemare i loro affari e di accettare l’idea di lasciare questo mondo.”
“Secondo te ce n’è un altro?”
“Posso solo dire ciò che ho provato,” ha detto Anne. “Quando una persona muore, qualcosa che prima c’era lascia la stanza. Dove va, questo è il problema.”
“Incontro al nulla, ho sempre pensato.”
“Niente diventa niente. L’universo non funziona così.”

Non può tornare alla sua condizione precedente, e non può illudersi di potersi nuovamente fidare di Quentin. Deve diventare una persona nuova per poter sopravvivere, una persona che non ha paura di essere sola, forse per sempre, e una persona che ha in mano le redini della propria vita.

“Te ne pentirai se chiedi il divorzio,” le aveva detto all’inizio. “Morirai sola se divorzierai da me.”
Di fronte a quelle parole era tornata in sé.
“Non c’è solitudine peggiore di un matrimonio fallito,” aveva risposto Lottie. “Sembra proprio che tu non capisca: non permetterò a nessuno, mai, di darmi per scontata, non lo permetterò né a te né ad altri.”

L’albero abbattuto col tempo potrebbe ricrescere,
quasi tutte le piante spoglie rinnovano frutti e fiori;
l’uomo che più soffre può trovar sollievo dal dolore,
la terra più arida con qualche acquazzone può ristorarsi;
mutano i tempi e il destino cambia rotta,/da infausto a propizio, da peggiore a migliore.

Non sempre scorre il mare della Fortuna,
essa sottrae i suoi favori ritraendosi lontano;
le sue maree vanno e vengono in tempi uguali,
il suo telaio tesse le tele più grezze e le più fini;
ciascuna gioia immensa ha la sua fine,
ogni atrocità può volgersi al meglio.

Non sempre è autunno, non sempre primavera,
non c’è notte senza fine o giorno eterno;
l’uccello più
affranto trova una stagione per cantare,
la tempesta più violenta potrebbe presto trasformarsi in calma;
così Dio ha mitigato ogni cosa grazie ai cambiamenti,
in modo che l’uomo speri di rialzarsi, e tema di cadere.

Un colpo di fortuna può restituire quel che la sfortuna ha tolto;
la rete che non prende pesci grossi cattura i piccoli;
tutti in qualcosa trovano ostacoli, nessuno in tutto;
pochi hanno tutto il necessario, ma nessuno realizza tutti i desideri;
gioie senza dolori non toccano a nessun uomo.
Chi ha di meno, ha qualcosa; chi di più, non ha mai tutto.
Citazione da Times Go by Turns di Robert Southwell

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