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mercoledì 3 aprile 2019
Leggendo - 3 aprile
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pâtes et pattes |
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Oggi vi parlo di questo libro
Un giallo in cui l'investigatore è Tabor Suden, taciturno, anacrostico, ma ostinato al punto di non mollare mai la ricerca della persona scomparsa, anche quando diventa difficile, senza speranza e solo flebili indizi. Un'anima tormentata dalle vicissitudini personali che lo spingono ad un'empatia nei confronti del "ricercato" per comprendere meglio il perchè dell'allontanamento dalle certezze della quotidianità e, soprattutto, il "dove" il fuggiasco possa avere trovato rifugio.
Non si arrende, tiene duro anche se tutti credono che lo scomparso sia morto, perchè allontanatosi da oltre tre anni, ma Tabor va avanti, spinto dalla sua determinazione.
La storia, in questo libro, non è fondamentale un marito, un oste che conduceva una vita abitudinaria, all'apparenza banalmente normale e serena scompare e la moglie, pur essendo passato molto tempo, decide di cercarlo avvalendosi di un'agenzia investigativa, in quanto le ricerche della polizia si sono rivelate inconcludenti.
I libri io li inizio e li abbandono o vado avanti fino alla fine, questo è stato differente ed era la prima volta che mi capitava, l'ho inziato parecchi mesi fa, poi lo abbandonavo e ne leggevo un altro, poi lo riprendevo andavo avanti e poi lo abbandonavo ... ho cercato di trovare un aggettivo che lo definisse e quello che mi è sembrato più appropriato è stato "scontroso". Lo so non si addice ad un susseguirsi di pagine, ma è così. Al contempo sono rimasta affascinata dalla rudezza di Tabor, il suo essere schivo, minimale in tutto, con il suo bagaglio di pensante sofferenza sulle spalle, l' intransigente ricerca del proprio doloroso passato, ma la sua disponibilità e dedizione nell'aiutare gli altri. Nel corso della lettura emergono tante anime tormentate, infelici, incapaci di adattarsi alla vita, alle sue regole, alcuni alla ricerca di un'utopica serenità.
Se avete determinazione vi consiglio di leggerlo, perchè per me non merita tanto la "storia", ma lo sfondo umano ed interiore che emerge in ogni pagina.
Dimenticavo una stranezza nel libro si citano liquori italiani come Averna, Ramazzotti e Fernet, e questo particolare in una Germania in cui scorrono fiumi di birra mi ha colpito.
Come d'abitudine vi riporto alcuni stralci che mi hanno colpito:
“C’è un mio collaboratore, Kreutzer, che ha un appartamento di quattro vani a Haidausen,” disse lei con la voce che rimbombava nella tromba delle scale. “La stanza degli ospiti è grande, quasi quaranta metri quadrati, potrebbe andar bene come prima sistemazione. A Kreutzer fa piacere avere ospiti ogni tanto.”
“In altre parole mi consiglia la coabitazione,” replicò Süden. “Qual è il vantaggio? Un russare assistito?”
“La maggior parte dei matrimoni non sono molto più di un russare assistito.”
Da quando la conosceva, lei aveva un carattere solitario, tendenzialmente collerico, con un’aura di tristezza attorno. Spesso aveva immaginato di prenderla per mano e farla correre a perdifiato, svuotandole i polmoni dal peso che li opprimeva fino a riempirle il cuore di allegria.
“I mesi non finivano mai,” ripeté. “Suo marito si sedeva ogni sera sulla poltroncina senza dare spiegazioni ma, sul lavoro, era come prima. Lei però fin dalla mattina sapeva come sarebbe finita la giornata, senza pericolo di sbagliarsi.”
“Andò avanti così per un anno,” riprese Ilona Zacherl. “Ha idea di quanto può essere lungo un anno se alle sei di mattina sai già come sarà a mezzanotte?
“Ti trascini per tutto il giorno senza aspettarti nulla. Le ore sono sempre più uguali, sai a cosa porteranno. Guardi l’orologio e il tempo non passa, è sempre la stessa ora. Lavori con la sensazione di non muoverti di un centimetro. È snervante. I clienti non si accorgevano di nulla, a parte gli habitué, che pensavano che lui fosse diventato un po’ strano ma non se ne facevano un problema. La birra era la stessa, la gente poi si accontenta, soprattutto dopo le dieci di sera. Sono tutti presi da se stessi, la cosa importante è che le ordinazioni arrivino.
“In altre parole mi consiglia la coabitazione,” replicò Süden. “Qual è il vantaggio? Un russare assistito?”
“La maggior parte dei matrimoni non sono molto più di un russare assistito.”
Da quando la conosceva, lei aveva un carattere solitario, tendenzialmente collerico, con un’aura di tristezza attorno. Spesso aveva immaginato di prenderla per mano e farla correre a perdifiato, svuotandole i polmoni dal peso che li opprimeva fino a riempirle il cuore di allegria.
“I mesi non finivano mai,” ripeté. “Suo marito si sedeva ogni sera sulla poltroncina senza dare spiegazioni ma, sul lavoro, era come prima. Lei però fin dalla mattina sapeva come sarebbe finita la giornata, senza pericolo di sbagliarsi.”
“Andò avanti così per un anno,” riprese Ilona Zacherl. “Ha idea di quanto può essere lungo un anno se alle sei di mattina sai già come sarà a mezzanotte?
“Ti trascini per tutto il giorno senza aspettarti nulla. Le ore sono sempre più uguali, sai a cosa porteranno. Guardi l’orologio e il tempo non passa, è sempre la stessa ora. Lavori con la sensazione di non muoverti di un centimetro. È snervante. I clienti non si accorgevano di nulla, a parte gli habitué, che pensavano che lui fosse diventato un po’ strano ma non se ne facevano un problema. La birra era la stessa, la gente poi si accontenta, soprattutto dopo le dieci di sera. Sono tutti presi da se stessi, la cosa importante è che le ordinazioni arrivino.
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suden: il mistero dell'oste scomparso
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