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Magali

Magali
lunedì 30 aprile 2012
Mentre preparavo questa torta, ho riflettuto sul fatto che, a volte, il cibo racchiude una propria storia. Questa torta è legata allo spirito di squadra, all’affetto che lega noi a tutti i collaboratori di mio marito, al viaggio di lavoro che spesso unisce i nostri destini … E’ veramente un dolce che trasforma l’immateriale in materiale, ad ogni boccone si percepisce che l’affetto magicamente inizia a prendere forma, ci si sente subito avvolti da una sensazione di benessere, è veramente un toccasana per mente e cuore! I ragazzi che lavorano con mio marito ne sono molto ghiotti ed, ogni qualvolta, si va a Parigi, sulla via del ritorno, c’è un autogrill, in cui solitamente facciamo colazione al mattino prestissimo, e loro hanno l’abitudine di iniziare la giornata con questo dolce. E così,ogni volta che mio marito ed io andiamo in Francia, riusciamo sempre a trovare qualche pasticceria e a portar loro una fetta di questo dolce che io in Italia, o per lo meno dove abito, non ho mai visto. Non è una torta che colpisce per il suo aspetto, anzi direi banale, ma ha un gusto particolare e poi come ho scritto, proprio nel post precedente, è una torta che va benissimo per le mie imperfette capacità pasticcere! Non l’avevo mai preparata finora, ma i miei giudici hanno detto che ho superato la prova alla grande! Tengo molto a Benedetta, perchè con la sua amica Martina, tempo fa mi coinvolsero in un contest a squadre, in cui mi sono divertita moltissimo e ho conosciuto persone molto piacevoli e quindi non potevo non proporre un'altra partecipazione (chissà se mai domani "sul filo di lana" arrivo con un'ennesima!)  al contest


Questa volta Magali ha lasciato fare tutto a me, perchè non aveva voglia di impiastricciarsi le zampotte ed ecco cosa sono riuscita a preparare con la sua insostituibile supervisione! (A me la pasta è riuscita bene, ma se preferite potete aggiungere dell'acqua e fare una pasta brisé)


Torta al caramello
Ingredienti:
Per la base:
115 g di burro ammorbidito
175 g di farina
55 g di zucchero

Per il ripieno:
175 g di burro salato (se usate quello dolce aggiungete due pizzichi di sale)
200 g di zucchero di canna
170 g di panna da cucina

Preparazione:
preriscaldate il forno a 180°.
Mescolate gli ingredienti con le mani, stendetela con il matterello e foderate uno stampo da torta. Punzecchiate con una forchetta, foderate con un foglio di carta forno e mettete dei legumi secchi, infornate per 20-25 minuti. Togliete dal forno e fate raffreddare. Mettete su un piatto da portata. Mettete lo zucchero in una casseruola e in un’altra mettete la panna con il burro. Girate finchè lo zucchero diventi caramello, intanto la panna e il burro sono arrivati ad ebollizione. Versateli nel caramello. E’ il solo modo di fermare la sua cottura. Togliete dal fuoco e versate lentamente nella base. Quando si sarà raffreddato mettete in frigorifero.
Il giorno dopo togliete dal frigorifero e servite a temperatura ambiente.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
sabato 28 aprile 2012
Chi segue o ha partecipato al contest dell'MTC, sa perfettamente che questo mese è scoppiata la frangipane-mania. Dopo aver pubblicato la ricetta al mango, c'era qualcosa che mi tormentava, avete presente come un ritornello che continua a tornarti in mente, non so dovevo tentare un'altra versione, ad un certo punto si è accesa la lampadina su cosa fare, ma poi ho dovuto studiare come fare ed alla fine, all'ultimo momento, eccomi qua con un'eccentrica versione, un po' imperfetta, come me ovviamente!

Con questa ricetta partecipo anche al contest della mia carissima amica Beny "Dimmi che mi vuoi bene e vinci un contest" e questo è dedicato a Magali che, per sopportarmi, mi vuole proprio bene!

Ho seguito le preziose indicazioni di Ambra per quello che riguarda la crema alle mandorle, per il guscio una semplice pasta brisé ovviamente aggiungendo qualche personalizzazione. Tutto è nato con l'acquisto di gocce di cioccolato che non si fondono in forno e con il creare qualcosa di molto originale per Benedetta , da quel momento e con quell'intento è iniziato il tormentone di come utilizzarle in modo un po' estroso e di come dar spazio alla mia fantasia, che normalmente è sempre sopita (o no?). Magali è stata praticamente bersagliata: ogni giorno le ponevo il quesito: "Ma oltre ai biscotti, che me ne faccio di 'ste gocce?". Per giorni la povera pelosotta si rifugiava in qualsivoglia angolo della casa per non essere sottoposta a tale supplizio, finchè ho avuto l'illuminazione! Dopo aver avuto l'approvazione di Magali, non so se veramente sentita o per finire questo tormento, è nata la Frangiotto, praticamente una frangipane "after eight" casalinga.
Lo so la follia ogni tanto prende il sopravvento in modo invadente, ma perchè scacciarla quando la si argina tranquillamente preparando qualche stravaganza?
In questi giorni ho ricevuto alcuni "ti voglio bene" da amiche care e, nel ringraziarle di cuore, dedico loro una virtuale Frangiotto! Ed ora veniamo alla ricetta.

 
Torta Frangiotto
Ingredienti per 6 frangiotto 
per la pasta:
160 g di farina
40 g di cacao amaro
100 g di burro
7 cl di acqua
6 cucchiai di zucchero
1 pizzico di sale
Per la crema frangipane:
100 g di farina di mandorle (o mandorle pelate)
100 g di burro appena ammorbidito
100 g di zucchero semolato
1 uovo
30 g di fecola di patate
3 cucchiaio di acqua di menta maison
2 cucchiai di sciroppo alla menta
60 g di gocce di cioccolato che non si fondono
Per decorare:
80 g di cioccolato fondente 60% di cacao
30 g di panna liquida
2 bianchi d'uovo
20 g di zucchero

Preparazione:
per la pasta: nel robot mettete la farina, il caco, il burro freddo di frigo, l’acqua fredda, lo zucchero e il sale. Avviate alla massima potenza e nel giro di pochi minuti si formerà una palla. Avvolgete nella pellicola alimentare e mettete in frigo fino al momento di utilizzarla. Togliete la pasta dal frigorifero, stendetela su un foglio di carta forno, con il tagliapasta (io ne ho utilizzato uno da 8 cm di diametro) tagliate dei cerchi, togliete la pasta in avanzo intorno alle forme e non togliete il suddetto tagliapasta.
Preparate l’acqua di menta 30 g di acqua con 8 foglie di menta fresca. Fate raffreddare ne trarrete 3 cucchiai. Nel frattempo preparare la crema frangipane: montare il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa, aggiungervi l'uovo intero  leggermente sbattuto, l'acqua di foglie di menta, lo sciroppo sempre lavorando con lo sbattitore, incorporare la farina di mandorle (o le mandorle precedentemente tritate finemente nel mixer con un paio di cucchiai di zucchero) poco per volta e la fecola, continuando a montare. 
In una scodella mescolare lo zucchero, aggiungete le gocce di cioccolato, mescolate e ripartite il composto in modo uniforme sui 6 dischi di pasta, livellando bene con una spatola.
Infornate a 180° per circa 20/30 minuti.
Togliete dal forno e fate intiepidire.
Durante la cottura preparata la farcitura: fate sciogliere a bagnomaria il cioccolato spezzettato, fate bollire la panna ed aggiungetela pian piano al cioccolato fuso.
Montate a neve ben ferma gli albumi aggiungendo pian piano lo zucchero, togliete il cioccolato dal fuoco ed aggiungetevi gli albumi pian piano, mescolando dall'alto verso il basso, otterrete una crema bella liscia.
Ripartitela uniformemente sulle tortine ormai raffreddate e mettetele in frigorifero per due ore circa.
Disponetele su piatti singoli e servite.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
martedì 24 aprile 2012
Prima di tutto Beni prometto che arrivo in tempo anche per il tuo contest!
Questo mi fa venire alla mente di come siano ormai fuori moda gli impegni legati alla responsabilità, all’integrità, alla disponibilità della persona. Promettere, “dare” la propria parola, non si usa quasi più. Sono contenta di scrivere quel “quasi” perché ci sono persone come ad esempio la mia amica virtuale Loredana (citata ben due volte nel corso di questo post: vedi più in basso) che in una sua mail ha usato questa frase, che mi ha fatto veramente piacere, perché non mi ha fatto sentire la solita mosca bianca … Lo so, questi sono discorsi da persona in là con gli anni, io non posso distinguere se anni fa fosse meglio o peggio, ma posso affermare che “certe” espressioni mi mancano, perché, ne sono convinta, denotano una modifica “dei costumi”, credo nel corso del tempo non ci esista un’etica morale a cui attenersi. Il fatto che ancora qualcuno sia sulla mia stessa lunghezza d’onda mi fa piacere, perché credo fermamente che le suddette affermazioni, la cortesia di dire “pardon” quando si urta qualcuno, il salutare il prossimo anche se sconosciuto quando si entra o si esce da un luogo pubblico ed altre piccole “banalità” a me danno l’idea di illudermi di vivere in un paese “formalmente” civile. Ed ora qualche foto (che non ho volutamente ritagliato per darvi l'idea dei vasti spazi che caratterizzano questi luoghi) scattata durante la mia ultima "toccata e fuga", ne ho ancora tante altre da pubblicare con la speranza di non annoiarvi!




Leggendo periodicamente il blog della mia amica Loredana vengo a conoscenza di tanti contest  a cui lei "degnamente" partecipa, ho visto questi ultimi due  InsalaTiAmo e Insalatando ,  ho deciso di unirmi anche io alla tenzone, ovviamente per il solo piacere di esserci!


e


Quest'insalata mi è stata "passata" dalla mia amica Bruna, io ho fatto qualche variante, è ottima se servita con maionese aromatizzata all'arancia, invece che al limone, io l'ho condita diversamente, perchè faceva parte di un menù di una cena già abbastanza "piena" di portate. E' talmente buona che l'ho già preparata più volte! Poi per una volta anche Magali è stata attentissima durante la preparazione visto che i gamberi sono il suo pesce preferito!


Bruna's salad - fish and green
Ingredienti per 4 persone:
400 g di code di gamberi
500 g di seppioline
500 g di asparagi
1/2 bicchiere di vino bianco
olio extra vergine di oliva
il succo di mezzo limone
sale
pepe se si desidera

si può servire con maionese aromatizzata all'arancia

Preparazione:
pulite le seppioline e fatele cuocere in acqua bollente salata e vino bianco per 10 minuti. Scolate e fate raffreddare. Tagliate a pezzi. Fate cuocere, da ambo le parti, le code di gamberi in una padella antiaderente, fate raffreddare e sgusciatele. Fate cuocere al dente gli asparagi puliti in acqua bollente salata, scolate e tagliateli a tocchetti.
Mettete tutti gli ingredienti in un’insalatiera. In una scodella mettete l’olio extra vergine di oliva, il succo del limone, sale e, se desiderate, il pepe, mescolate vigorosamente con una forchetta. Versate il condimento nell’insalatiera e mescolate.
E come dice Magali “leccatevi i baffi”.
sabato 21 aprile 2012
A volte ti alzi e anche una piccola cosa ti fa sentire felice oppure durante la giornata capita qualcosa di inaspettato che ti fa apparire tutto diverso!
Come avete ben capito abbiamo qualcosa da raccontarvi: mentre percorrevamo in auto la route départtementale di Arles, mio marito ha notato sul ciglio opposto della strada un animale fermo, immobile che rischiava di essere investito. Abbiamo subito cercato un posto per riuscire ad invertire il senso di marcia e siamo andati in suo soccorso. Era una stupenda anatra, si è fatto subito prendere in braccio, e così con Fabio al volante, io ho avuto la possibilità di tenerlo in grembo ed accarezzarlo. Era morbidissimo, dal collo iridescente e stava quieto tra le mie braccia.
Per nostra fortuna a pochi km di distanza vi è un parco ornitologico, dove spessissimo, quando Magali andava in giro libera, abbiamo portato molti uccelli strappati dalle sue grinfie, così abbiamo deciso di dirigerci lì.
Durante il tragitto è stato bravissimo, credo ci fosse grato di essere stato raccolto! Arrivati al centro subito lo hanno visitato ed hanno constatato che, per fortuna, non era ferito. Sicuramente, dato il forte vento che soffiava ad oltre 100 km l'ora, un'auto passando aveva creato uno spostamento d'aria tale che lui si era spaventato al punto da restare immobilizzato. Al centro ci hanno detto che l'avrebbero tenuto in osservazione per qualche giorno e poi l'avrebbero liberato dove l'avevamo trovato.
Questo episodio, un po' fuori dalla solita routine, ci ha provocato forti emozioni, e io, in quel poco tempo, ho compreso che gli animali, anche selvatici, riescono a provare istintivamente un sentimento che, in molti esseri umani, è oramai inesistente, la fiducia negli sconosciuti. In quel momento, in me, è riafforato il desiderio di allontanarmi da tutto, traffico, tecnologie, rumore e vivere un po' da eremita! 
Dopo quest'esperienza sono ancora più contenta di essere vegetariana.




Ed ora andiamo in cucina: con questa ricetta siamo ospiti di Stefania per il contest The recipe-tionist di EliFla.


Chiediamo scusa a Stefania se, tra le innumerevoli sue ricette, ne abbiamo scelta una molto semplice, ma eravamo di corsa e ci faceva piacere partecipare. Abbiamo seguito le sue  "istruzioni"  alla lettera e la ricetta è venuta benissimo!



Carote all'arancia e uvetta (da L'Enciclopedia della Cucina Italiana, Natale, la tavola in festa, Mondadori)
Ingredienti per 4 persone:
1 cipolla
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 cucchiai di coriandolo Stefania ha usato un cucchiaino da tè di coriandolo in grani macinato al momento, io non avendolo ho usato dell’erba cipollina)
50 gr di uva sultanina (Stefania ed io 30 gr)
1 arancia biologica
500 gr di carote
sale q.b.

Preparazione: 
lavate l'arancia e prelevate la parte arancione della scorza, quindi spremetela. Fate macerare l'uvetta (precendemente sciacquata) nel succo dell'arancia insieme alla scorza e fate macerare per un'oretta. 
Nel frattempo lavate le carote, raschiatele e tagliatele a rondelle (io le ho tagliate con la mandolina). Lavate e pulite la cipolla e affettatela sottilmente e mettetela in una casseruola con l'olio e la scorza tagliata a filetti. Unite anche le carote e l'erba cipollina tagliata finemente, il sale e fate insaporire per 5 minuti, mescolando spesso. Quindi aggiungete il succo di arancia e l'uva sultanina, mescolate e coprite con un coperchio e fate cuocere per circa 10 minuti (ma anche di più) a fiamma bassa. Aggiungete un po' d'acqua se dovesse asciugarsi tutto il liquido e le carote non fossero ancora cotte. Servite calde, tiepide o a temperatura ambiente, sono sempre buonissime. 
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
lunedì 16 aprile 2012
Appena ho visto il contest di Franci

mi è venuta subito voglia di partecipare, sono corsa da Magali e le ho trasmesso il mio entusiasmo: abbiamo così deciso di contattare altre 3 foodblogger conosciute solo virtualmente, ma ognuna delle quali ha una peculiarità che, a parer nostro, la distingue dal panorama dell’etere. Ringrazio qui pubblicamente le mie tre compagne di squadra: Elena, Loredana e Ylenia, che sono state magnifiche, disponibili, originali e soprattutto mi sono trovata benissimo con loro e lo dico veramente a cuore aperto, perché quando si lavora in squadra è difficile mettere d’accordo tutti e invece con loro tutto è stato così semplice. E così abbiamo pensato di iniziare un viaggio, un sogno lungo un treno, il nostro: unico, allegro, inconfondibile.

Il nostro è un treno magico, perchè si ferma in luoghi per noi significativi. Ogni tappa è l’occasione perfetta per gustare una portata. E così nasce ”l’appetito vien viaggiando” e quindi con piacere posso dire a chiunque di voi voglia seguirci, se siete curiosi e volete vedere cos’abbiamo preparato “Signori in carrozza”. Il nostro treno segue questo percorso:


la Grecia dove Elena delizia la partenza preparandoci le Kolokithofeftedes
la Spagna dove Loredana ci delizia con la  Vellutata di mandorle allo zafferano
la Francia dove Helga e la sua banda ci attende con  le code di A.D.
ed infine l'Austria dove Ylenia ci fa concludere in bellezza con la Sacher Torte


Magali ed io, in quest'impresa, abbiamo avuto la fortuna di avere come aiuto, direttamente dalla Tour d’Argent, del famoso chef Alain Ducasse, un suo allievo e carissimo amico della pelosotta, Alain Duchatte. Leggendo il menù del famoso ristorante


Magali è stata subito attratta da “Queue des langoustines roties au thym citron velouté des petits pois”, essendo gamberi e affini il suo piatto preferito, e, come ben sapete, quando lei si mette in testa qualcosa … non resta che darle retta! Abbiamo dovuto unire le forze, in quanto il malcapitato e distratto Duchatte, avvertito all’ultimo momento, non ha portato con sé la ricetta completa e quindi abbiamo come sempre un po’ improvvisato, ed ora vi presentiamo cosa siamo riuscite a preparare in questa folle combinazione di mani e zampotte! Vi lasciamo con questo quesito amletico: “Ducasse o Duchatte, questo è il dilemma!”





Code di A.D.
Ingredienti per 4 persone:
500 g di code di gamberoni
3 cucchiaini di timo limone (Thymus Citriodorus varietà di timo con fragranza di limone)
1 bicchierino di rhum bianco
sale
300 g di piselli freschi sgusciati
100 g di bucce di piselli ben pulite
50 cl di brodo (io ho usato vegetale, alain consiglia di pollo)
10 g di zucchero
50 g di burro
sale
olio d’oliva
2 fogli di gelatina (li ho aggiunti io per dare più consistenza)
pane di semi di girasole per accompagnamento

Preparazione:
portate ad ebollizione il brodo, togliete dal fuoco, mettetevi le bucce dei piselli ben pulite e lasciare in infusione per 20 minuti. Passate ad un colino. Rimettete sul fuoco. Mettete i fogli di gelatina in una scodella con acqua fredda per ammorbidirli, strizzateli ed aggiungeteli al brodo.
Fate soffriggere i piselli con l’olio d’oliva per due minuti (conservatene qualcuno per decorare il piatto), salate e versatevi sopra il brodo bollente, aggiungete il burro e lo zucchero.
Fate cuocere 2 minuti a partire dalla ripresa dell’ebollizione. Con il mixer riducete i piselli in crema, se necessario passate ad un colino a maglie larghe. Mettete il puré a solidificare in stampini della forma che preferite.
In una padella fate saltare rapidamente i gamberi da ambo le parti, spolverizzando con il timo e il sale. Aggiungete il rhum e flambate.
Per la comodità degli ospiti io li ho serviti sgusciati.
Componente il piatto a vostro piacimento.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
sabato 14 aprile 2012
E rieccomi qua, oggi è il 14 che, praticamente, è il numero che mi segue, insegue da tutta la mia vita, tanti eventi importanti si sono verificati in tale data, dalla nascita in poi, ma non voglio tediarvi con questi racconti ed allora ecccoci qui  puntuali con la tenzone dell'MTC, che è diventato un piacevolissimo appuntamento. 


Ho seguito le preziose indicazioni di Ambra per quello che riguarda la crema alle mandorle, per il guscio una semplice pasta brisé collaudata da tempo. Nessuna decorazione ulteriore a coprire la signora Frangipane, unica protagonista, perché ci sembrava una stonatura. Allora voi tutte vi domanderete? E lo sforzo dove sta? Non vi preoccupate, ci sta, ci sta … Ci siamo impegnate nel creare un abbinamento un po’ fuori dal comune, senza sovraccaricare una torta già soddisfacente di suo, abbiamo cercato di creare una comunione armoniosa di gusti ed in questo c’è stato di grande aiuto il nostro fornitore, ho trovato a Nimes questo negozietto, aperto solo di mattina


che, suddivise in minuscole bustine, vende una miriade di spezie, certe, a volta introvabile. E così travolta da co’ tanta profusione di profumi, sembravo praticamente una cocainomane, annusavo tutte le bustine, cercando di carpirne i differenti odori. Ad un certo punto, mi sono resa conto, che ciò era praticamente impossibile, perché il sant’uomo le aveva tutte sigillate ad opera d’arte. Allora ho comprato di tutto un po’ e tornata a casa ho proposto tutti i miei acquisti a Magali che ha deciso gli abbinamenti, dicendo che le sue narici, anche se minuscole, non sbagliano mai un colpo! Quindi per una volta, io non ho colpa della sconfitta!



Torta frangipane del 14
Ingredienti: per la pasta:
200 g di farina
100 g di burro
7 cl di acqua
2 cucchiaini di zucchero
1 pizzico di sale
Per la crema frangipane:
125 g di farina di mandorle (o mandorle pelate)
125 g di burro appena ammorbidito
125 g di zucchero semolato
1 uovo e 1 tuorlo
37 g di fecola di patate
3 cucchiaio di acqua di anice stellato maison

Per farcire e decorare:
mango sciroppato
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaino abbondante di vaniglia in polvere
la scorza grattugiata di un limone bio

Preparazione:
per la pasta: nel robot mettete la farina, il burro freddo di frigo, l’acqua fredda, lo zucchero e il sale. Avviate alla massima potenza e nel giro di pochi minuti si formerà una palla. Avvolgete nella pellicola alimentare e mettete in frigo fino al momento di utilizzarla. Togliete la pasta dal frigorifero, stendetela sottilmente e foderate uno stampo da crostata di circa 24 cm di diametro imburrato precedentemente. Punzecchiate con la forchetta, foderate con carta forno e coprite con dei ceci secchi. Fate cuocere in forno a 180° per 10 minuti. Togliete dal forno e fate intiepidire. 
Preparate l’acqua di anice stellato facendo bollire 30 g di acqua con tre bacche di anice. Fate raffreddare ne trarrete 3 cucchiai. Nel frattempo preparare la crema frangipane: montare il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa, aggiungervi l'uovo intero e il tuorlo leggermente sbattuti e l'acqua di fiori di anice sempre lavorando con lo sbattitore, incorporare la farina di mandorle (o le mandorle precedentemente tritate finemente nel mixer con un paio di cucchiai di zucchero) poco per volta e la fecola, continuando a montare. 
In una scodella mescolare lo zucchero, la buccia grattugiata del limone e la vaniglia, con questo composto spolverizzate il fondo di pasta. Tagliate il mango sciroppato a fette nel senso della lunghezza e asciugatelo. Disponetele sul fondo della torta, coprite con la crema frangipane livellandola bene con una spatola a coprire tutti gli spazi e a formare uno strato omogeneo. Infornate a 180° per circa 20/30 minuti. 
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
giovedì 12 aprile 2012
Ecco qui il tenero Giacomo, che molti di voi già conoscono, come potete constatare, per fortuna, sta bene!

Partecipo con piacere a questo contest, della bravissima Edda, avendo l'opportunità di vivere in Francia gran parte dell'anno
Eccomi qua aux Saintes Maries de la mer, posto unico e ricco di fascino, dove i cavalli vivono liberi e la natura, per fortuna.

Ecco qua la foto della pasta con il toro Vovo, qui le statue, bisogna ammetterlo, sono molto kitch!
Per questa ricetta ho utilizzato la Mafalda corta della Garofalo, posso ammetterlo, era la prima volta che la provavo, di solito sono fedele ad un'altra marca, ma l'ho trovata ottima soprattutto tiene benissimo la cottura e per me questo è essenziale, poi questo formato si è "sposato" benissimo con il sugo.
Ho usato anche un vino di piccoli vigneti sopra Montpellier, Picpoul de Pinet, un bianco unico nel suo gusto deciso, secco, ma allo stesso tempo morbido al palato.

Ed ecco cos'abbiamo preparato, questa ricetta l'abbiamo vista in televisione qualche tempo fa, ci era apparsa una combinazione di ingredienti un po' azzardata, ma lo chef che la doveva giudicare, l'ha trovata ottima ed allora anche noi abbiamo voluto provarla e ... ve la consigliamo vivamente! Ici la recette pour les amis de la France.




Pasta gamberi e pesto
Ingredienti per 4 persone:
320 g di pasta Mafalda corta della Garofalo
600 g di gamberi
600 g di pomodori datterino
3 cucchiai di pesto Panzani (non ho trovato basilico fresco e ho scoperto questo ottimo pesto senza aglio e digeribilissimo)
mezzo bicchiere di vino biano Picpoul de Pinet
olio d'oliva
sale
parmigiano reggiano grattugiato fresco

Preparazione:
mettete per un minuto i pomodori nell'acqua bollente, scolate, pelateli e tagliateli a metà (se preferite potete anche non pelarli).
In una padella fate saltare i gamberi rapidissimamente e poi sgusciateli (e volete servirli puliti)
In una padella con un po' di olio di oliva fate saltare i pomodori, aggiungete i gamberi, salate e sfumate con il vino bianco. fate cuocere 15 minuti, aggiungete il pesto e mescolate.
Fate cuocere la pasta in acqua abbondante salate, scolate e fate saltare in padella con il sugo. Spolverizzate con parmigiano grattugiato fresco e servite.
E come dice Magali "leccatevi i baffi"
venerdì 6 aprile 2012
Ieri sera i due vecchietti, mio marito ed io, abbiamo avuto nostri graditi ospiti a cena 8 ragazzi e non tutti conoscevano “tutti”. Per noi è stata veramente una bella serata trascorsa in allegra compagnia, abbiamo riso e chiacchierato e Magali è stata al centro della scena comportandosi da vera star e si è concessa al suo pubblico prestandosi per carezze sulla panciotta, grattini sotto il mento, sentendosi al centro della scena. Oggi, come d’abitudine, le riflessioni, corro da Magali e le chiedo quale sia stata la causa dell’ottima riuscita di questo incontro”. Lei sbuffa un po’, gonfia leggermente le guanciotte e per un attimo alza gli occhi al cielo, fa sempre questo gesto quando le pongo domande, seconde lei, banali, ma educatamente mi dice: “ la semplicità!”. Ha ragione tutto è nato da una mia spontanea iniziativa di riunire tutte le persone che avevano o hanno lavorato per mio marito accompagnati dalle relative fidanzate e tutti hanno accettato prontamente. Tutto è stato semplice, io, pur non conoscendo i gusti di tutti gli invitati, ho cucinato di tutto un po’, affinchè ognuno potesse trovare qualcosa di proprio gusto e così è stato. Pensate che guidata da questo spirito entusiasta di estrema naturalezza ho portato “in tavola” ben tre esperimenti, ricette mai provate e cucinate per l’occasione, che pubblicherò prossimamente, e devo, dire che hanno riscosso successo. Questi ragazzi mi hanno dato una lezione di vita, che tutti quelli della mia età ed oltre dovrebbero, secondo me, tenere presente, pur avendo meno certezze di noi, meno tranquillità economica, vanno avanti con entusiasmo, allegria, tenacia e pur, temendo il futuro, lo affrontano giorno dopo giorno, la loro vita non è oggettivamente facile, ma hanno il grande dono di avere molti meno anni sulle spalle e questo fa sì che le loro spalle siano meno pesanti. Quindi dico a tutti noi “anta”, diamo fiducia a questi giovani, perché non li si può  preservare continuamente, ma solo dar loro ali forti che permettano loro di volare verso orizzonti lontani, sormontando o sviando ostacoli, ma puntando sempre dritti alla meta. Quindi dico a tutti noi “anta” basta parlar solo di malattie, soldi, lamentarsi, non avrebbero maggior diritto loro di farlo? Noi che abbiamo da mangiare, un tetto sulla testa che, anche se con meno svaghi, riusciamo ad arrivare a fine mese, non pensiamo alle negatività che potrebbero colpirci, ma solo e assolutamente a goderci un presente, in cui il gesto di poter semplicemente condividere il cibo sia fonte di contentezza.  
Dobbiamo assumere la consapevolezza che, per noi  "anta", il fatto di svegliarci in salute ogni mattina sia veramente un miracolo ed imparare a non sovraccaricarci di inutili preoccupazioni, che potrebbero non concretizzarsi imparando  ad  afferrare tutto quello di  buono che, sicuramente, l'oggi ci porterà,
Un'ultima raccomandazione: non mangiate agnello a Pasqua, in merito a ciò  vorrei porre questa domanda a chi invece “se ne frega” di questo mio appello: “Tu che sacrifichi questo animale ovviamente in memoria del sacrificio umano di Gesù anche detto "l'Agnello di Dio" che è morto e quindi si è sacrificato per salvare il genere umano dal peccato saresti pronto a dare la tua vita per un altro essere umano, visto che sei spinto da così alte motivazioni?” 
Mi unisco a Magali nell'augurarvi


Con questa ricetta. con molto piacere partecipiamo al contest di Dani e cogliamo l'occasione per salutare lei e la sua banda di pelosotti!

Ed ecco la nostra ricetta (preparata senza gelatiera)




Sorbetto alle fragole
Ingredienti:

600 g di fragole
100 g di zucchero
il succo di mezzo limone
½ litro di acqua

cioccolato fondente grattugiato per decorare se gradite

Preparazione: mettete l’acqua in una casseruola con lo zucchero, fate sciogliere e togliete dal fuoco, fate raffreddare.
Togliete il picciolo alle fragole, frullatele e passatele a un setaccio per eliminare i semini, aggiungete  il succo di limone e lo sciroppo.
Mettete nel freezer, girate la prima volta dopo circa 4 ore e poi per almeno 5 volte ogni ora circa.
Mettete alla fine il sorbetto in una coppetta della forma che preferite, prima di servirlo mettete a bagno un minuto in acqua calda e ponetelo su un piatto di portata.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”


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