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Magali
mercoledì 1 giugno 2011
Una storia a lieto fine
Pubblicato da
pâtes et pattes |
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Eccoci qua con il capo cosparso di cenere, non si nota molto, perché sia Magali che io siamo tutte e due grigie, chiediamo scusa se siamo state latitanti, ma, a volte, i problemi ti coinvolgono e ti avvolgono come in una spirale e ci si sente quasi in colpa a trovare due minuti per non pensarci, ma come mi insegna la mia valida ed insostituibile compagna di avventura, bisogna scrollarsi e andare avanti. Magali ha il vizio di scrollarsi spesso proprio come fanno i cani e dice che è veramente liberatorio, come sempre ho seguito il suo consiglio ed ovviamente era molto sensato.
Nel giardinetto della ditta, l’altra settimana, Fabio ha trovato un cucciolo di corvo lo ha messo su un ramo per evitare che la micia della ditta abilissima cacciatrice avesse la cena pronta e sperando che mamma “corva” lo nutrisse, invece dopo due giorni alza lo sguardo e lo vede lì allo stremo delle sue forze … così corre in farmacia a comprare dell’omogeneizzato, sale su una scala molto alta e armato di siringa, ovviamente senza ago, va a nutrire il malcapitato.
Che fare? E’ venerdì … quindi abbiamo deciso di portarlo a casa con noi … mancava solo un nome: Fabio lo ha chiamato Rorò.
Nel fine settimana lo abbiamo nutrito, ogni tre ore, menomale che di notte per lo meno per cinque ore riposava, Magali non lo ha mai visto ha solo percepito il suo gracchiare e, come i migliori paparazzi, si è appostata dietro la porta nella speranza … ma la sua attesa è stata vana. Lunedì lo abbiamo riportato in ditta, con la speranza che avesse imparato a volare.
Giunti là ci attendeva una sorpresa: nel giardinetto troviamo suo fratello, soprannominato dalla nostra cara amica Bruna (che ci aveva fornito notizie utilissime in caso avessimo dovuto recarci ad un centro specializzato): Cocò.
Ebbene i due “pargoli” pennuti non erano ancora in grado di volare, in effetti il loro problema si è rivelato l’atterraggio, però, bisogna riconoscere loro una certa dose di coraggio …
Nei giorni seguenti li abbiamo sempre ritrovati, nutriti, notando i loro progressi, appena arrivavamo il nostro raggio di azione era sorvolato da parecchi corvi adulti (genitori e zii di Cocò e Rorò)! All’incirca dopo una settimana i due piumati sono stati scorti su un alto ramo del pino e questo ci ha riempito il cuore di gioia.
In conclusione: la micia della ditta non li ha uccisi, Rorò ha ritrovato Cocò e la sua famiglia, ed hanno imparato a volare, tutto questo ci ha fatto riflettere su tante cose: spesso le situazioni si risolvono positivamente, nonostante le nostre paure, anche se noi non ce l’aspettiamo. La diffidenza verso chi non si conosce è solo dettata dall’ignoranza: io non ho mai amato molto gli uccelli, il fatto che mi saltino sulla spalla, mi fanno impressione, invece ho imparato ad apprezzarli, questo ci fa comprendere che bisogna sempre conoscere, sperimentare prima di esprimere giudizi e andare incontro alle situazioni scevri da ogni pregiudizio.
Mi sembrava un po’ stupido narrare questo episodio, ne ho parlato con Magali che mi ha risposto: “Questa è una storia semplice, forse, non degna di nota, ma secondo me è una metafora della vita, nasconde significati profondi e poi sa un po’ di magia!”
Nel giardinetto della ditta, l’altra settimana, Fabio ha trovato un cucciolo di corvo lo ha messo su un ramo per evitare che la micia della ditta abilissima cacciatrice avesse la cena pronta e sperando che mamma “corva” lo nutrisse, invece dopo due giorni alza lo sguardo e lo vede lì allo stremo delle sue forze … così corre in farmacia a comprare dell’omogeneizzato, sale su una scala molto alta e armato di siringa, ovviamente senza ago, va a nutrire il malcapitato.
Che fare? E’ venerdì … quindi abbiamo deciso di portarlo a casa con noi … mancava solo un nome: Fabio lo ha chiamato Rorò.
Nel fine settimana lo abbiamo nutrito, ogni tre ore, menomale che di notte per lo meno per cinque ore riposava, Magali non lo ha mai visto ha solo percepito il suo gracchiare e, come i migliori paparazzi, si è appostata dietro la porta nella speranza … ma la sua attesa è stata vana. Lunedì lo abbiamo riportato in ditta, con la speranza che avesse imparato a volare.
Giunti là ci attendeva una sorpresa: nel giardinetto troviamo suo fratello, soprannominato dalla nostra cara amica Bruna (che ci aveva fornito notizie utilissime in caso avessimo dovuto recarci ad un centro specializzato): Cocò.
Ebbene i due “pargoli” pennuti non erano ancora in grado di volare, in effetti il loro problema si è rivelato l’atterraggio, però, bisogna riconoscere loro una certa dose di coraggio …
Nei giorni seguenti li abbiamo sempre ritrovati, nutriti, notando i loro progressi, appena arrivavamo il nostro raggio di azione era sorvolato da parecchi corvi adulti (genitori e zii di Cocò e Rorò)! All’incirca dopo una settimana i due piumati sono stati scorti su un alto ramo del pino e questo ci ha riempito il cuore di gioia.
In conclusione: la micia della ditta non li ha uccisi, Rorò ha ritrovato Cocò e la sua famiglia, ed hanno imparato a volare, tutto questo ci ha fatto riflettere su tante cose: spesso le situazioni si risolvono positivamente, nonostante le nostre paure, anche se noi non ce l’aspettiamo. La diffidenza verso chi non si conosce è solo dettata dall’ignoranza: io non ho mai amato molto gli uccelli, il fatto che mi saltino sulla spalla, mi fanno impressione, invece ho imparato ad apprezzarli, questo ci fa comprendere che bisogna sempre conoscere, sperimentare prima di esprimere giudizi e andare incontro alle situazioni scevri da ogni pregiudizio.
Mi sembrava un po’ stupido narrare questo episodio, ne ho parlato con Magali che mi ha risposto: “Questa è una storia semplice, forse, non degna di nota, ma secondo me è una metafora della vita, nasconde significati profondi e poi sa un po’ di magia!”
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12 commenti:
:(
noi ci abbiamo provato a salvarne uno, caduto dal nido. lo abbiam portato a casa con noi ma è morto il giorno dopo...che bello che la tua storia invece ha un lieto fine.
bacio
E si, è proprio una metafora della vita...speriamo che a tutti i rorò e cocò capiti di essere accuditi così amorevolmente ;)
ciao loredana la cucina di mamma
sempre blogger :(
Un amichevole Cra Cra!! a tutti
Non solo tu e Magalì siete speciali, ma vedo che anche tuo marito non è da meno.
Vi invidio "sanamente" perchè avete provato con mano un'esperienza forse irripetibile ma che tocca veramente il cuore.
Un abbraccione a tutti e tre.
Mandi
Rosetta: www.ilfogolar.blogspot.com
Volate in alto Rorò e Cocò,
e ogni volta che vedrò delle ali nel cielo penserò a voi e a Helga e Magalì che col loro
grande cuore aiutano un po' tutti !
bacioni Pia e Ursula
Oh patatini! Gli è andata di stralusso caspita. Oltre ad aver trovato voi, anche a non incontrato nessun predatore...bellissimo!
Chiedo scusa, son senza occhiali...correggo: anche a non aver incontrato...5--, il mio voto...un abbraccio!
Ciao, bello il lieto fine del tuo post!!!
Mi sono unita al tuo bel blog, molto interessante e piacevole!!!
Se ti fa piacere passa a trovarmi.
A presto
Ma che bravi che siete stati, io non ne sarei mai stata capace, però ha ragione magali, hai fatto bene a raccontarla questa storia a lieto fine...un bacio a voi...
sono proprio belli questi pulciotti! anche io come ben sai condivido la tua avversione verso i "volanti" ma la necessità porta a vincere le proprie paure. bravi, bravissimi a tutti e due!
un abbraccio dalla "zia" in seconda.....
Bruna & Cleo
Che bello , sono contentissima ! Hai fatto bene a raccontare questa storia , ricordati che nulla, di ciò che ci colpisce nella vita,
è futile .
Bacioni
siete persone speciali!! anche io ho sempre raccolto animali di qualsiasi razza e quando li vedi sopravvivere e andare avanti nella loro vita ti senti pieno di gioia e ti senti ricco per tutto quello che ti hanno donato.
un abbraccio
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