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Magali

Magali
domenica 2 dicembre 2012
Come avete ben capito in questo blog la cucina non regna sovrana, sono una donna che ha bisogno di fare, muoversi, osservare … La maggior parte delle persone sono contrarie alla monotonia, ma io cerco, nel mo piccolo di metterlo veramente in pratica, industriandomi in tutti i modi, perchè l'aggettivo "piatto" non rientra nel mio vocabolario. Guardandomi dall'esterno mi rendo conto non sia facile essere come me, sempre pronta a partire per qualche sfida reale o virtuale, comporta un dispendio di energie notevole, ma non potrei esserer diversa,  non potrei avere una vita sempre scandita dai medesimi ritmi, questo lo reggo al massimo per due mesi di fila. Oggi guardavo tutto l’archivio di cose che vorrei pubblicare, praticamente sono infinite: mostre, fotografie, ricette, riflessioni, quindi se qualcuno vien solo per vedere "cosa bolle in pentola" rimane costantemente deluso, perché a me piace sempre raccontarvi qualcosa di ciò che faccio al di fuori delle pareti domestiche o qualche dissertazione con la pelosotta che è tornata a casa dopo essere stata ospitata, durante la mia recente assenza (anche qui quante cose da dirvi! Ma questa è un’altra storia!) ed è pronta a presentarvi la ricetta di oggi che è a base del suo piatto preferito, ma prima vi narro di una mostra che ho visto un po’ di tempo fa qui a Torino, a Palazzo Madama. All’inizio sono rimasta un po’ titubante, perché mi sono ritrovata nelle sale tra dipinti antichi, stucchi e decori di epoca barocca e poi lì tra queste opere di altri tempi sono state ambientate quelle di Robert Wilson estremamente moderne, inusuali, vive: Le ho trovate innovative, non avevo mai visto rappresentazioni così attraenti, sono praticamente delle gigantografie tridimensionali soggetti a movimenti impercettibili donando loro una connotazione presente e vitale.

«Credo che queste opere possano essere viste in numerose situazioni: in un museo, alla fermata della metropolitana, mentre si è in coda all’aeroporto. Potrebbero essere sul quadrante di un orologio da polso, in televisione, oppure un’immagine nella vostra casa, appese a una parete. Possono essere nella cornice di un camino, al posto del fuoco. Su una parete di casa, come una finestra, una finestra che ci mostra un altro mondo. È qualcosa di molto personale. Si tratta di un documento del nostro tempo. Sono ciò che io chiamo ritratti». Robert Wilson


Pur essendo diventate pigrissime, non potevamo non cogliere l'invito della carissima Francy (lei non lo sa ma attraverso FB leggiamo sempre delle sue vicissitudini familiari, culinarie e lavorative e ci sembra un po' di essere le sue vicine di casa) e partecipare al suo contest "Un natale da leccarsi le dita" in collaborazione con Gualtiero Villa , Evo Milano e Olio Sidoti


Ed ecco la nostra, anche se l'idea l'ha avuta Magali, creazione.


 

Gamberi vestiti a festa
Ingredienti per 4 persone:
12 code di gamberi grandi
mezza confezione di pasta sfoglia
olio extra vergine d’oliva q.b.
il succo di un limone
sale
1 tuorlo d’uovo
semi di papavero

Per accompagnare maionese fatta in casa con olio extravergine d’oliva

Preparazione:
togliete il guscio ai gamberi e privateli del “filino” nero con uno stuzzicadenti.
In una scodella amalgamate bene l’olio con il succo di limone, regolate di sale e mettete i gamberi a marinare per circa un’ora. Toglieteli dalla marinata e asciugateli bene.
Srotolate la pasta sfoglia e tagliate delle strisce larghe 2 cm. Arrotolate ogni gambero delicatamente.
Metteteli in una teglia foderata con carta forno e poi spennellateli con il tuorlo d’uovo amalgamato con due cucchiai d’acqua. Cospargete di semi di sesamo.
Fate cuocere in forno preriscaldato a 200° per 20 minuti circa.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”


4 commenti:

lalexa ha detto...

ma che idea!belli e gustosi!!!e anche noi(io e mi gatto Pino) ci lecchiamo i baffi!!!..

Loredana ha detto...

Cara Helga è sempre piacevole seguirti nei tuoi giri, condividere le tue passioni e anche i tuoi bei piatti, questi gamberoni vestiti a festa sono bellissimi, li vedo bene su una tavola delle feste!

Un abbraccio

elenuccia ha detto...

In effetti deve essere stata davvero una mostra "particolare", fuori dai canoni comuni. Mi piacciono le mostre "strane" :-D

Secondo me questa ricetta è da "leccarsi le dita" oltre ai baffi. Anzi Magali direbbe leccarsi le zampotte :-)

sississima ha detto...

WAW che bontà questi gamberi, un abbraccio SILVIA

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