Vi ricordate il racconto dell'altra settimana : il treno, lo sconosciuto eccovi il seguito o meglio un nuovo episodio.
La foto ispiratrice era questa e di seguito il mio racconto. E se vi è piaciuto, prossimamente si continua!
(immagine tratta da internet)
Chi l’avrebbe detto che il computer sarebbe stato l’ultimo ad attrarre la mia attenzione prima di addormentarmi! Prometto: un’ultima occhiata a Facebook per vedere cosa accade nelle vite altrui e poi mi metto a dormire. Il sonno, però, si fa desiderare ed, in sua vece, arriva la fame o meglio un languore che, conosco bene, e so che se non lo assecondo non mi darà pace.
Tadan … ha inizio la nostra sceneggiata: mi alzo, controvoglia, e non faccio in tempo ad uscire dalla stanza che un codone ritto, vistoso e fluente mi precede. Lei avanti, io dietro: obiettivo cucina. Grignoter, come dicono i francesi, dà proprio l’idea del nostro rito, mangiucchiare nella notte … Centrato il bersaglio, frigo aperto, amara sorpresa: vuoto, anzi VUOTOOOOOO! La similitudine immediata è il deserto … Buffo come una distesa di sabbia, dune sconfinate possano essere paragonate a un elemento così materiale, alla solitudine dell’anima o a un enorme lettiera (pensiero espresso direttamente dalla mia gatta zen).
Tutto questo mi disorienta, per un attimo sono rapita dalla bellezza suggestiva di quei paesaggi affascinanti, ma al contempo scarni che mi riportano, immediatamente alla desolazione del nostro frigorifero vuoto, anzi deserto!!! “Tutto spoglio come la nostra vita non è vero cara pelosotta?” Mi ritrovo a parlare con una gatta e penso pure di conoscere i suoi pensieri, ma cosa sto dicendo, penso tra me e me, la nostra vita è ricca di entusiasmo, curiosità nei confronti del mondo, sì in effetti siamo due esseri riservati, ma la soddisfazione alberga nella nostra casa e speriamo presto pure nel nostro stomaco!
Perché perdersi d’animo, viviamo o non viviamo nel mondo del “tutto a casa e subito”? Ormai ordinassimo un elefante sui pattini a rotelle arriverebbe a domicilio pure quello! La mia gatta mi guarda attonita e leggo chiaramente il suo pensiero “Che ce ne facciamo di un pachiderma? Pensiamo alla nostra pancia!”
Subito mi adopero, scelgo, ordino e ci mettiamo in posizione di attesa: tipo sfinge lei, “divanata” io. Il tempo scorre, l’attesa è interminabile e mi domando se, proprio, stanotte si sia verificato un “sovraffollamento” di ordini, perché, forse, tutti si trovano ad affrontare “il deserto dei tartari”.
I miei pensieri prettamente materiali sono bruscamente interrotti dal suono insistente del citofono. Mi volto come un’invasata verso la gatta:”Si mangia!”.
Apro la porta e rimango a bocca aperta, non per la fame, ma semplicemente perché il passeggero numero 13 è arrivato carico di delizie e mi sento come se fossi giunta ad un’oasi o, meglio, come se l’oasi fosse giunta a casa mia!
Certo che internet è veramente stupefacente!
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