Ho aspettato con ansia che uscisse questo film
“A lady in Paris”, titolo a me sembra dare a questo film una connotazione un po’ frivola, per questo motivo prediligo il titolo francese “Un’estonienne à Paris”, narra la storia di Anne, un’estone, che si trasferisce a Parigi dopo la morte della madre per accudire una donna anziana, Frida, anch’essa di origine estone. Ad assumerla è Stéphane, amante dei tempi passati di Frida, magistralmente interpretata dall’ottantacinquenne Jeanne Moreau.
Una trama semplice, senza colpi di scena, ma che mette a nudo la personalità dei tre protagonisti, dando il permesso allo spettatore di entrare nel fondo della loro anima, di esplorare le loro paure e di conoscere le loro perplessità.
Il film si svolge a Parigi, rivelandone un lato insolito. La scopriamo, infatti, attraverso le passeggiate solitarie di Anne, che la esplora nel buio della notte, ritrovandosi a specchiarsi nelle vetrine illuminate, per poi continuare le sue peregrinazioni senza meta. Anne che, di giorno, sopporta pazientemente Frida, cercando di soddisfare i suoi capricci e facendo, al contempo, tesoro dei suoi consigli.
Jeanne Moreau, grintosa, energica, elegantissima, è conscia del fatto che non desidera più vivere, perché ha alle spalle il passato di una bellissima donna, spesso libertina, e che, ora, vede modificato il suo aspetto fisico senza possibilità di appello. Lei pur sentendosi la Frida di sempre, percepisce che il suo corpo accusa lo scorrere del tempo diventando una trappola inesorabile.
Stéphane, legato da profondo affetto a Frida, suo grande amore passato, continua ad essere amichevolmente al suo fianco, sembra alla fine attratto da Anne, ma sta allo spettatore scegliere l’epilogo.
La solitudine avvolta da un'estrema riservatezza è la protagonista di questo film che non risparmia nessuno dei tre protagonisti, ma è proprio questo sentimento che li unisce e li riporta alla vita. Si evince di quanto, man mano che si diventa grandi, l’affetto, la vicinanza sincera tra le persone, al di là dei vincoli familiari, sia il bene più prezioso.
Non posso che formulare un giudizio positivo, aggiungendo che non è un film per tutti, ma per coloro che desiderano entrare nella vita di Frida, Anne e Stéphane, condividendo le loro angosce, che, in fondo, sono o saranno le nostre, senza pregiudizi, ma solo con lo spirito di uscirne umanamente arricchiti.
Con questa ricetta partecipiamo al contest di Cinzia e Valentina che hanno scelto per il mese di maggio il verde e il rosa!
Ed ecco la ricetta che su suggerimento di Magali ho preparato, ormai sapete che lei e la mente e io sono l'umile braccio, ma conoscendo molto bene i nostri ruoli e sapendo che ci compensiamo, c'intendiamo a meraviglia.
"Torta" in verde e rosa
Ingredienti per 4 persone:
100 g di tarama alle uova di merluzzo
12 asparagi
140 g di ricotta
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
180 g di paccheri rigati (io ho usato il n° 150 della Rummo)
sale
per condire:
burro fuso oppure besciamella secondo il vostro gusto
Preparazione:
pulite gli asparagi eliminando la parte legnosa, fateli lessare in acqua bollente salata, scolateli e poi passateli al mixer per ottenere una crema.
In una scodella mettete metà della ricotta, la crema di asparagi, il parmigiano e mescolate bene.
In una scodella mettete metà della ricotta, il tarama e mescolate bene.
Lessate la pasta al dente in acqua bollente salata.
Riempite i paccheri con le due creme e fateli gratinare al forno o irrorati da burro fuso o da besciamella.
E come dice Magali “leccatevi i baffi!”
In generale i film di registi francesi mi piacciono molto di più di molti altri film. Anzi ultimamente vado al cinema solo per vedere film francesi, da poco sono andata a vedere "Nella casa", speravo meglio ma è comunque carino. Il mio preferito comunque rimane La cena dei Cretini!
RispondiEliminaQuesto l'hai visto in italiano o francese?
Bellissimi questi rigatoni farciti, si presentano davvero bene. So che Magali ha un debole per il pesce comunque penso che preferirei la versione asparago.
La trama di questo film, non so perché, mi ha fatto ripensare a Giorgio Albertazzi ed Anna Proclemer.. quando è mancata, lui (che non è mia uscito dalal sua vita anche dopo che non erano più insieme) ha detto proprio le stesse tue parole: la mente imprigionata in un corpo che non può più servirla.. è così che vanno le cose della vita.. Nessuno si può sottrarre, ma consolarsi un poco, SI!
RispondiEliminaQuesti vostri paccheri sono bellissimi, cara Helga, e la tarama non l'ho mai assaggiata, mi incuriosisce, dà un colore tanto bello!
Grazie!!
Che delizia di ricetta e grazie per il suggerimento del film. Un abbraccione.
RispondiEliminaNon conoscevo questo film, forse dalle mie parti non c'è, ma è decisamente il mio genere, così come questa ricetta davvero interessante..ma il tarama lo trovi facilmente in commercio??
RispondiEliminaA presto!