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Magali

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mercoledì 1 aprile 2020
Come mi piace questo angolo della poesia intesa, ovviamente, in senso lato, mi fa tornare indietro nel tempo e sono convinta, specie in questo momento, che distrarre la mente impegnandola nel bello, nel fare, nell'apprendere sia veramente fondamentale. Mi sono ricordata che quando avevo 18 anni avevo un quaderno, che ho sempre conservato, dove i miei amici ed io scrivevamo i nosri pensieri, parafrasando Dino Buzzati l'avevo intitolato "Il libro delle cose insensate, stupide e care".
Sono andata a rileggere lo struggentestralcio da cui avevo preso spunto per il titolo ed è veramente bellissimo, è tratto dalla raccolta di racconti "La boutique del mistero".

da "Inviti superflui"
Vorrei con te passeggiare, un giorno di primavera, col cielo di color grigio e ancora qualche vecchia foglia dell'anno prima trascinata per le strade dal vento, nei quartieri della periferia; e che fosse domenica. In tali contrade sorgono spesso pensieri malinconici e grandi; e in date ore vaga la poesia, congiungendo i cuori di quelli che si vogliono bene. Nascono inoltre speranze che non si sanno dire, favorite dagli orizzonti sterminati dietro le case, dai treni fuggenti, dalle nuvole del settentrione. Ci terremo semplicemente per mano e andremo con passo leggero, dicendo cose insensate, stupide e care. Fino a che si accenderanno i lampioni e dai casamenti squallidi usciranno le storie sinistre della città, le avventure, i vagheggiati romanzi. E allora noi taceremo sempre tenendoci per mano, poiché le anime si parleranno senza parola. Ma tu - adesso mi ricordo - mai mi dicesti cose insensate, stupide e care. Né puoi quindi amare quelle domeniche che dico, né l'anima tua sa parlare alla mia in silenzio, né riconosci all'ora giusta l'incantesimo delle città, né le speranze che scendono dal settentrione. Tu preferisci le luci, la folla, gli uomini che ti guardano, le vie dove dicono si possa incontrare la fortuna. Tu sei diversa da me e se venissi quel giorno a passeggiare, ti lamenteresti d'essere stanca; solo questo e nient'altro.
Dino Buzzati

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