Chi ci segue avrà letto che il mio Natale non è stato propriamente uno spasso, ma, in compenso, ho avuto una vigilia e un ultimo dell'anno magici.
Per "magico" intendo come piace a me: fuori dagli schemi, all'insegna dell'improvvisazione, imperniato sulla condivisione e colmo di affetto sincero e tangibile.
Il 24 pomeriggio siamo arrivati al mare, il villaggio di pescatori, in Camargue, e abbiamo salutato Jacky, il vicino "al di là del muro", il cui viso nel vederci si è subito illuminato.
Poco dopo sentiamo una voce al di là del muro ed è Jeannine, la moglie, che ci chiede se abbiamo impegni per la serata e ci invita da loro per la cena: dicendoci siamo solo noi tre, (lei, il marito e Ludò il figlio) se venite ci fate piacere.
Noi accettiamo subito contenti, perchè amiamo le cose semplici senza le complicazioni del "cosa porto". Ke palle! (scusate il francesismo).
Noi avevamo già predisposto i nostri pensieri: profumo, limoncello, parmigiano (indipendentemente dal natale, ogni volta che arriviamo portiamo sempre una piccola sorpresa) a cui abbiamo aggiunto panettone e prosecco bello ghiacciato, abbiamo suonato alla loro porta io con il mio cappello e la sciarpa rossa con il filo di lamè fatta da mia mamma 25 anni fa che rapresenta la mia divisa natalizia, e appena entrati a casa loro ci siamo sentiti accolti.
La tavola di Jeannine, ricca di decorazioni: la brillantina sparsa dapertutto, il pupazzo di neve, il babbo natale, l'alberello tutto con le luci intermittenti, la rappresentavano pienamente, lei una donna con la D maiuscola che nell'arco della sua vita ha perso due figli adulti, uno solo pochi anni fa, che non ho mai sentito lamentarsi, nè ho mai visto depressa, che parla di loro in modo assolutamente normale come se fossero partiti semplicemente per un viaggio, che ha saputo "incanalare" il suo dolore nel modo giusto: preparando marmellate, liquori, conserve, sughi, da distribuire alla figlia, alla nuora, agli amici. Unendo gli amici in grandi tavolate per festeggiare i compleanni di tutti, perchè la vita passa in un attimo et il faut profiter!
La tavola di Jeannine
Sapevo che il 31 loro erano da soli a casa e allora il 30 pomeriggio, mio marito ed io abbiamo bussato alla loro porta invitandoli per la cena del reveillon. Gli occhi azzurri di Jacky si sono illuminati, è andato subito a chiamare la moglie, e hanno accettato subito, ci hanno dato del salmone affumicato subito senza chiederci l'odiato "cosa porto", noi abbiamo detto: ca suffit e domani portate solo voi stessi!
E quest'anno, per me, sarà all'insegna della semplicità: bando alle sovrastrutture, le elucubrazioni mentali, i rapporti complicati sono stufa di essere "la psicologa dei poveri", di dovermi immedesimare nel modo di pensare altrui, basta non lo reggo più, d'ora in poi accetto solo i rapporti "pane al pane e vino al vino" gli altri li posticipo al 2020!😁
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